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Catanzaro, sgominate due bande di spacciatori

Creato il 26 febbraio 2014 da Makinsud

Nella giornata di Lunedì 24 Febbraio la squadra Mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti,  ha condotto l’ennesimo blitz antidroga in città, traendo in arresto 23 persone, tra cui anche un militare dei carabinieri e un avvocato del Foro di Catanzaro. A coordinare le indagini sono stati i sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Carlo Villani e Vincenzo Capomolla, sgominando una rete di spaccio nella “Catanzaro bene” e diverse organizzazioni criminali dedite al narcotraffico. L’operazione “All inclusive” ha permesso di arrestare gli appartenenti a due gruppi criminali, che avevano fatto “cartello” tra loro, concordando i prezzi da applicare al mercato dello spaccio.

La cocaina, l’eroina e la marijuana che veniva spacciata a Catanzaro, arrivava direttamente dalle Province di Crotone e di Reggio Calabria, con cadenza settimanale e con ingenti quantitativi. A tal proposito, per procurarsi i soldi, al fine di poter comprare gli stupefacenti, gli spacciatori erano dediti a furti, rapine ed estorsioni. Durante le indagini, la squadra Mobile è riuscita a sventare diverse rapine, grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali.

catanzaro

Il militare dei carabinieri attualmente agli arresti domiciliari è Mario Russo, già coinvolto nell’inchiesta Why Not come presunta talpa nella Procura della Repubblica di Catanzaro ed ora accusato di estorsione, per aver minacciato un uomo che non aveva pagato la dose. L’avvocato in carcere è, invece, Gennaro Corea, 35 anni, molto conosciuto nella “Catanzaro bene”, finanziatore, secondo l’accusa, dell’acquisto degli stupefacenti oltre che proprietario della barca di lusso sulla quale avveniva lo spaccio.

I due gruppi erano guidati da due capi distinti: il primo da Antonio Scozzafava, di 51 anni, e da Stefano Sestito, di 25 anni, e avevano come finanziatore l’avvocato Corea. Il gruppo criminale si riforniva a Gioia Tauro, nella Locride e ad Isola Capo Rizzuto, vendendo gli stupefacenti attraverso i giovani che lavorano nelle discoteche.

La seconda organizzazione, invece, aveva a capo a Antonio Gualtieri, alias “Cucuzza”, di 42 anni, definito dagli inquirenti come “il boss degli stupefacenti”. Il capo della squadra Mobile di Catanzaro, Ruperti, durante la conferenza stampa ha spiegato che il primo gruppo aveva nelle sue fila giovani particolarmente violenti e riusciva ad acquistare ad Isola Capo Rizzuto fino a 100/200 grammi di cocaina a settimana.

Il procuratore Lombardo ha sottolineato: “vi è una diffusione massiccia di droga in questa città e crea problemi alla salute dei giovani” ed ha concluso lanciando una proposta sugli assetti della polizia a Catanzaro: “Vista la grande mole di lavoro portata a termine, è necessario  che il posto di capo della squadra Mobile sia diretto da un dirigente di primo livello, che permetterebbe anche un potenziamento in termini di uomini”. Mentre il capo della squadra Mobile, Rodolfo Ruperti, ha così ricostruito l’operazione “All inclusive”: “Siamo partiti da attività tecniche, scoprendo che programmavano ogni giorno rapine e furti che, spesso, non venivano portate e a termine per l’arrivo sul posto di pattuglie della polizia”.

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