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Catastrofe planetaria nel 2182?

Creato il 03 agosto 2010 da Stukhtra

Arriva l’asteroide assassino. Anzi no

di Marco Cagnotti

Sarà perché è la notizia è passata in sordina. Sarà perché l’evento, se anche si verificasse, riguarderebbe comunque i nostri pronipoti. Ma l’asteroide (101955) 1999 RQ36 non ha goduto delle prime pagine dei giornali. Meglio così, va’: stavolta il catastrofismo non l’ha spuntata e non ci siamo dovuti sorbire le espressioni preoccupate di parenti, amici e conoscenti, tutti a chiederci “Ma è vero?”.

Diciamolo subito: c’è 1 (una, eh!) possibilità su 1.000 che l’asteroide colpisca la Terra prima del 2200. Ma attenzione: il picco di probabilità, corrispondente addirittura alla metà, coincide con l’anno 2182. Siccome ’sto sasso, scoperto dalla Lincoln Near Earth Asteroid Research (LINEAR) nel 1999, ha un diametro di 560 metri, il danno per la biosfera terrestre sarebbe imponente. Non come quello che accoppò i dinosauri 65 milioni di anni fa, perché allora l’asteroide era da 10 chilometri, però senza dubbio un bel botto. Dobbiamo quindi perderci il sonno? Siccome la nostra incolumità individuale è la priorità massima, ovviamente no: se qualcosa è certissimo, è che nel 2182 nessuno degli attuali lettori di Stukhtra sarà ancora vivo. Forse però dovremmo preoccuparci almeno un pochino per la sopravvivenza dei lettori di Stukhtra nostri pronipoti e ancora nascituri? Nemmeno, per la verità.

Catastrofe planetaria nel 2182?

Immagini radar di (101955) 1999 RQ36 raccolte dall'antenna di Goldstone, in California.

La notizia del possibile impatto di (101955) 1999 RQ36 arriva da un articolo pubblicato da “Icarus” nel numero dell’ottobre scorso. E va’ a capire perché abbia goduto di un po’ di attenzione solo adesso. Sarà che in estate c’è poco da raccontare… Comunque “Icarus” è una rivista autorevole e merita di essere presa sul serio. Il gruppo di ricercatori italiani, spagnoli e statunitensi autori della ricerca ha stimato la probabilità di un impatto del pianetino fra oggi e l’anno 2200 utilizzando due diversi modelli matematici e considerando anche l’effetto Yarkovsky. Su tempi dell’ordine del secolo non bastano infatti le 290 osservazioni ottiche e le 13 radar per prevedere la traiettoria di (101955) 1999 RQ36 usando la legge di gravitazione universale, ma bisogna anche tener conto dell’emissione dei fotoni termici prodotti per il riscaldamento del Sole. Il risultato non è pulito e garantito come potrebbero produrre (in teoria, ché il caos ci mette sempre lo zampino) le leggi della dinamica, ma è probabilistico. E nel caso del nostro asteroide mostra un su e giù di probabilità per i prossimi due secoli, con un bel picco nel 2182.

Da perderci il sonno? No, come abbiamo detto, perché non ci riguarda direttamente. E, se anche ci preoccupassimo per i pronipoti, stiamo comunque parlando di probabilità minuscole. Insomma, il cielo non ci cadrà sulla testa. Quasi di sicuro. Insomma, forse. Ma anche no. Chissà?


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