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Catel per un Quartetto

Creato il 25 marzo 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Quat­tro rac­conti presi in pre­stito da quat­tro scrit­tori fran­cesi.
Quat­tro nomi di movi­menti musi­cali per i quat­tro titoli dei rac­conti.
Quat­tro sto­rie d’amore che indos­sano quat­tro colori diversi.Catel per un Quartetto> LoSpazioBianco" height="296" width="204" alt="Catel per un Quartetto >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27591" />
Quat­tro uomini tra­volti da quatto passioni.

In Quar­tetto, edito da 001 edi­zioni, Catel Mul­ler rac­co­glie quat­tro sto­rie che par­lano d’amore: amore rac­con­tato dal punto di vista degli uomini, ma fil­trato dalla mano esperta di una donna.

Nella prima sto­ria, “Pre­sto”, tratta dal romanzo di Jac­ques Gam­blinLe Tou­cher de la han­che”, il rac­conto e le pagine si colo­rano di rosso. Il pro­ta­go­ni­sta è il nostro nar­ra­tore che, tra­volto dalla pas­sione per la danza, basa il suo rap­porto d’amore pro­prio sulla con­di­vi­sione di que­sta pas­sione comune.

Un buon bal­le­rino di val­zer con­duce la sua part­ner. E lei si sente con­dotta. Tra­volta! Non si tratta di soste­nerla, piut­to­sto di guidarla…

Ma cosa suc­cede quando que­sta “guida” ini­zia a vacil­lare? Quando la con­di­vi­sione di una pas­sione forse non basta più?

In “Largo”, tratto da una novella di Josè-Louis Boquet, estratta dalla rac­colta “Tou­jours plus à l’ouest”, Catel parte senza foca­liz­zarsi su un solo colore, ma poi tutto si tinge di un tono freddo, un azzurro gla­ciale per un’analessi che rac­conta di una dop­pia tra­vol­gente pas­sione: quella per la velo­cità, per le auto­mo­bili, per il bri­vido di un peri­colo non troppo lon­tano, e quella per una donna, impa­vida, tra­sgres­siva e sen­suale che, come lui, ama fol­le­mente la corsa. Una mac­chia di san­gue rosso riporta la sto­ria ai colori, per chiu­dere il fla­sh­back, per con­durci ad un poe­tico epilogo.

Catel per un Quartetto> LoSpazioBianco" height="187" width="168" alt="Catel per un Quartetto >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-27593" />È il verde il colore domi­nante per il terzo rac­conto “Scherzo”, tratto dalla novella di Thierry Bel­le­froidLe Dos de M.”, dalla rac­colta “Zestes mon­dains”. Anche in que­sto caso l’ultima tavola a colori riporta il pro­ta­go­ni­sta alla realtà, o meglio, a una nuova osses­sione. L’amore nasce in un maneg­gio, un po’ per riu­scire a dimen­ti­carne un altro, un po’ per l’esigenza umana di fan­ta­sti­care su qual­cuno che forse, nella realtà, è lon­ta­nis­simo dall’idea che abbiamo di lui. Un solo det­ta­glio basta per fare inna­mo­rare fol­le­mente il pro­ta­go­ni­sta: un’elegante, sinuosa e per­fetta schiena femminile.

L’ultima sto­ria ci cala in una dimen­sione caval­le­re­sca: “Amo­roso”, tratto dal rac­conto di Pascal Qui­gnard, “Le Nom sur le bout de la lan­gue”. Una favola gotica che si tinge di un ocra ten­dente all’oro per illu­strare un fla­sh­back che occupa meno della metà della storia.

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Catel si ricon­ferma un’autrice dal segno sofi­sti­cato ed ele­gante, che modella l’ampiezza delle sue vignette di volta in volta a seconda della neces­sità comu­ni­ca­tiva, rima­nendo chiara ed estre­ma­mente leg­gi­bile; tende a scar­di­narne total­mente i bordi solo quando è stret­ta­mente neces­sa­rio: quando Jim, un cavallo imbiz­zar­rito, disar­ciona il suo fan­tino, o nelle scene di ballo, per accen­tuarne di dina­mi­smo. Il colore accom­pa­gna e faci­lita le let­tura, aiuta a scan­dire i fla­sh­back e diverte. Anche se, forse, il tratto deciso e pro­fondo di Catel viene meglio valo­riz­zato dal sem­plice ma effi­cace bianco e nero.

In Quar­tetto le pro­ta­go­ni­ste fem­mi­nili con­di­vi­dono le sem­bianze, cam­biano i tagli di capelli, i gradi di magrezza, ma i gigan­te­schi e sedut­tivi occhi riman­gono gli stessi. Sem­brano quasi quat­tro fan­ta­sti­che­rie fem­mi­nili, accom­pa­gnate da quat­tro colonne sonore diverse: una donna che, dopo aver letto dei rac­conti d’amore e di pas­sioni, s’immedesima nelle pro­ta­go­ni­ste rivi­ven­done le storie.

Ma sono pro­prio la pas­sione e l’amore gli ele­menti comuni alle quat­tro sto­rie?
In realtà sem­bra che il filo con­dut­tore sia l’ossessione.

Catel per un Quartetto> LoSpazioBianco" height="226" width="238" alt="Catel per un Quartetto >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27592" />Non è per que­sto con­di­vi­si­bile la quarta di coper­tina: non sono “quat­tro uomini nelle diverse pose amo­rose”, ma quat­tro uomini che con­di­vi­dono l’essere osses­sio­nati a tal punto da qual­cosa da con­di­zio­nare la loro capa­cità d’innamoramento. L’ossessione diventa il ponte attra­verso il quale acce­dere all’amore.

Sono quindi quat­tro colori per quat­tro osses­sioni: la danza, la velo­cità, la schiena di una donna, l’arte del ricamo.

Appare forse strano che un’autrice, dopo aver dedi­cato tanto lavoro alla cele­bra­zione di com­plesse e mera­vi­gliose figure fem­mi­nili — ricor­diamo il bel­lis­simo Kiki de Mont­par­nasse sce­neg­giato pro­prio da Boc­quet ed edito in Ita­lia da Excel­sior 1881, e i volumi fran­cesi dedi­cati alla sto­rica dell’arte Val­land Rose, alla can­tante Edith Piaf e l’attrice Mireille Balin - abbia voluto rac­con­tare quat­tro sto­rie di tor­men­tato amore dove le figure fem­mi­nili non fanno altro che da corol­la­rio alle con­crete e futili osses­sioni di altret­tanti uomini.

Abbiamo par­lato di:
Quar­tetto
Catel
Tra­du­zione: Giliola Viglietti
001 Edi­zioni, 2011
115 pagine, bros­sura, colore — 15,00 €
ISBN: 88−96573−21−1

Rife­ri­menti:
001 Edi­zioni: www.001edizioni.com
Catel, sito uffi­ciale: www.catel-m.com


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