Riceviamo dagli Amici della Terra e della Vita e volentieri pubblichiamo.
Siamo alcuni residenti in Valle d’Aosta, cittadini che pagano le tasse, vorremmo denunciare la presenza sul territorio di animali selvatici in cattivo stato di salute. Su “La Stampa” del 08 marzo 2013 la direttrice dell’istituto zooprofilattico del Piemonte, dopo aver fatto analizzare alcuni capi di bestiame selvatici ha deciso di far chiudere la caccia in Valsesia. Considerato il fatto che la Valsesia confina con la Valle d’Aosta e che gli animali selvaggi percorrono molti km, 1 + 1 fa 2, infatti c’è la testimonianza di un cacciatore che dichiara di aver visto alcuni animali abbattuti presentare serie anomalie sulla superficie cutanea proprio come in Valsesia. Noi abbiamo pensato di rivolgerci a voi per proporre la sospensione della caccia in Valle d’Aosta per almeno 11 mesi l’anno (per dar tempo alla riproduzione degli animali selvatici), inoltre proponiamo degli allevamenti recintati e controllati igienicamente al fine di evitare il propagarsi di eventuali epidemie in questa regione. La direttrice Maria Caramelli ricorda nella sua intervista che gli animali contaminati dal cesio 137 generano tumori e mal formazioni alla prole e a chi si nutre regolarmente con queste carni. Avremmo molto altro da aggiungere ma tutto ciò è più che sufficiente per comprendere quanto la pratica della caccia sia trapassata.