La violenza allo stadio allontana; il campanilismo leghista o borbonico è una becera caduta di stile; il furor di popolo colorato, tipico dei partenopei, unisce in qualsiasi parte del pianeta uno si trovi. Domenica sera ero imbottigliato in autostrada e seguivo la partita alla radio. Mi è tornata in mente la domenica pomeriggio a casa di mio nonno. Ad ogni goal tremava tutto lo stabile, nonostante lo stadio San Paolo si trovasse a diversi chilometri in linea d’aria. Non è una frottola quella che ha registrato l’Osservatorio sismico del Vesuvio: pare che, subito dopo il goal della squadra di Mazzarri a Manchster, la terra partenopea abbia tremato.
Le città del Sud del mondo si ritrovano sempre unite intorno ad un pallone. Perciò lo striscione dei tifosi del Napoli Calcio Fans Club London – su Facebook raccolgono quasi 2500 fan – la dice lunga. “Are You italian? No, Napulitan”. In tanti hanno il rimorso di non essere figli di questa città, piena di contraddizioni, ma pronta a togliersi il fango dalla schiena con dignità. E forse in questo Cavani è messo di San Gennaro, per qualsiasi napoletano, soprattutto per coloro che hanno il rimpianto amaro di averla rinnegata.