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Ce l’ho azzurro – Cambio d’abito

Creato il 06 giugno 2012 da Vivalafifa @WlaFifa

Ce l’ho azzurro – Cambio d’abito

“Porgi l’altra guancia”. Gliel’hanno insegnato bene a Cesarone Prandelli da piccolo. E infatti ora il ct della Nazionale si ritrova a dire che quando parla prende “schiaffi sia da destra che da sinistra”. Eh sì, ci immaginiamo tutti da una parte Alfano e dell’altra… (dall’altra chi? Bersani sembrava carezzare più dal centro) va beh, comunque: Prandelli lo stanno menando. Chissà, sarà magari per i colpi ricevuti che Cesarone (anche se lui non ha quella seducente riga in mezzo che ha reso Maldini Senior il desiderio proibito degli istituti ciechi di mezza Italia) ha deciso in extremis di cambiare il modulo di gioco, abbassando la cresta, nonostante il gel sul suo manto capelluto sia copioso e difficile da piegare.

Però che tristezza passare dal progetto tattico ispirato al bel gioco, con centrocampisti di qualità, trequartisti, attaccanti di classe (comunque non superiore alla quinta elementare) a quello più umile del 3-5-2. E’ come se un attore invitato sulla Croisette decidesse all’ultimo momento di indossare, invece di uno smoking nuovo di zecca, una felpa decolorata della Russell Athletics con scarpe da tennis della Fila.

Comunque sia, gli azzurri sono arrivati in Polonia. E già questo è un passo avanti. Giù dall’aereo, come è noto, è rimasto Mimmo Criscito, nonostante a Cesarone sia venuta all’ultimo momento la tentazione di richiamarlo al posto dell’infortunato Barzagli. Niente da fare: Abete, integerrimo difensore del codice etico, ha detto “Niet”. Se salta il centrale della Juventus, arriverà Astori. Ranocchia al massimo salterà nel giardino di casa. Ma, sempre in conformità al codice etico, si sta facendo strada un’ipotesi dell’ultimo minuto: la convocazione di un altro difensore. E’ un calciatore moderno, mobile (anche telefonicamente) e (s)pregiudicato. Insomma, un difensore sul quale molti allenatori sono pronti a scommettere: Carlo Gervasoni.

A parte gli scherzi, torniamo a parlare di cose serie. Gli Azzurri sono stati in visita ad Auschwitz. Si dice che qualcuno non sapesse nemmeno cosa fosse. “Ao’, ma che, ci regalate una macchina?”, avrebbe chiesto uno dei convocati con un forte accento non appartenente al Nord Italia. “Ma va ignorante, andiamo a visitare i detenuti per il calcioscommesse tedesco, no?”, avrebbe risposto un altro con un forte accento non appartenente al Sud Italia.

Subito dopo, secondo allenamento, dopo il bagno di folla dell’arrivo a Cracovia. La folla era talmente bagnata che alla fine è pure scoppiato un bel temporalino che, dopo gli infortuni e gli scandali, ha contribuito a portare buonumore nella delegazione azzurra. Se dopo la seduta di oggi non dovesse esplodere un’epidemia di vaiolo sarebbe già una notizia positiva. Comunque i nostri ci credono. Cesarone ha detto che gli spagnoli dell’Italia non ci hanno capito nulla. Neppure noi. Speriamo che ci capisca qualcosa almeno lui e che trovi la chiave. E che magari non sia quella per aprire una macchina comprata ad Auschwitz.

Lorenzo Lamperti

@lorenzolamperti


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