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Ce la farai

Da Nuvolesparsetraledita

Ce la farai

Non pensi di farcela  proprio, stamattina, in questa luce tenua di fine agosto, preludio di settembre; dalla casa di fronte i carpentieri che smontano le tegole del tetto mandano nell’aria immobile il suono ritmato dei loro martelli, nel giardino accanto tagliano l’erba del prato, ticchetta un tacco svelto nell’alloggio di sopra e risuona sulla tua testa.

Non pensi di farcela proprio, stamattina: ti aspetta l’edera da travasare – ancora – la lavatrice da svuotare, due cesti di panni da stendere.

Appuntamento dalla parrucchiera a mezzogiorno, restauro conservativo per le unghie delle mani e dei piedi all’una. Verso sera non potrai essere rottamata: sarai elegante e curata, affilata come una spada, morbida come il pelo serico della tua gatta che se la accarezzi male ti graffia. Sarai dolce come il miele di castagno, che lascia in bocca un sapore aspro soltanto verso la fine, sarai attenta come le tue nuvole che ti guardano, ma di lontano, e se vogliono se ne vanno via…

Risuonano nella tua testa le frasi che dirai, le risposte, le domande. Mentre ti muovi veloce per casa e svuoti la lavatrice, stendi, rifai il letto, si forma tutto quello che sarai verso sera.

Ce la farai anche stamattina, mentre la luce tenue di fine agosto si fa più forte e torna ad essere luce estiva, bandiera di calura; nella casa in poco tempo vanno a posto le cose, si allineano davanti a te ordine e pulizia; tra poco siederai e scriverai, almeno un poco. Formicolano già le tue dita, non vedono l’ora.

Ecco…

Ce la farai

La mano

Ventisette ossa,
trentacinque muscoli,
circa duemila cellule nervose
in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.
È più che sufficiente
per scriver Mein Kampf
o Winnie the Pooh.


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