Cedimento

Da Nicolapasa
(monologo, atto unico)

[scena: una scrivania, da una parte un manichino vestito da poliziotto, dall ’altra parte una sedia vuota, il tavolo è illuminato, il resto della scena è spoglio e buio. Entra una donna di et à compresa tra i 40 e i 50 anni, vestita in modo ordinario, un po ’ scarmigliata, occhiaie, tratti del viso sofferti, ha una scatola con sé, la appoggia sul tavolo, si siede e comincia a parlare]
La scomparsa di mio marito, lei continua a parlarmi della scomparsa di mio marito, ma le sto dicendo che mio marito è qui, non è scomparso,
è solo
… d ’accordo non so che cosa gli è successo veramente, ma non è scomparso, comunque, è stata una cosa orribile e lenta, e tanto più orribile quanto più era lenta … sì all ’inizio ci siamo rivolti a medici, professori … inutile, sterili discorsi, bofonchian tra di loro, borbottano, arrossiscono fino alla radice dei loro capelli lisci ma sanno di vergogna lontano un miglio, non ci prendono, dicevano ‘faremo controlli, analisi, tac e contro tac ’, nulla di nulla, brancolavan nel comesichiama, nel vuoto, diamine e allora ce lo siamo tenuti in casa io e i miei figli, abbiamo fatto quel che abbiamo potuto, contro una cosa che non si è mai sentita, ma vederla è stata … mio marito è qui signor ispettore, come devo dirglielo? è qui in questa stanza,
nella mia borsa, ah! strabuzza gli occhi! mi prende per matta … ecco, guardi, in questa scatolina, vede ? no, stia lontano col suo raffreddore che me lo sparge ovunque il mio marito bello, sì un mucchietto di polvere, questo...

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