Anche quest’anno, in occasione della giornata delle donne, si faranno, più o meno, i soliti discorsi e le solite considerazioni che non cambiano affatto la situazione che continua addirittura a peggiorare.
Ritengo che il problema sia fondamentale e alla radice di molti altri problemi per cui non si risolve niente con piccoli ritocchi, raccomandazioni, pie intenzioni, ecc., come, ad es. le quote rosa…
Credo che, sintetizzando al massimo, possiamo riassumere:
1) La cultura dominante e maschilista relega le donne ad una situazione subalterna, condizionata e sottovalutata.
2) La cultura è stata ed è determinata, almeno in gran parte se non completamente (a causa di secoli di pensiero unico Cristiano), dalle religioni dominanti. Ad es.
a) Aforismi e citazioni religiose monoteiste contro le donne
c) Stupri continuati, approvati e legalizzati
3) Le religioni sorgono e rispecchiano le condizioni socioeconomiche di particolari periodi storici.
Occorre quindi intervenire radicalmente sulle sorgenti di questa cultura dominante operando alla fonte delle condizioni socioeconomiche che possiamo chiamare il parossistico dominio della proprietà individuale esclusiva che, a sua volta, possiamo far risalire agli inizi della pastorizia.
Non a caso, nei dieci comandamenti si dice nello stesso versetto/comandamento (poi diviso in due): “non desiderare la roba d’altri; non desiderare la donna d’altri”, come si trattasse di una proprietà dell’uomo. Infatti nella società dei pastori era fondamentale sapere quali fossero i propri figli perché erano mano d’opera affidabile ed importante per la cura del proprio bestiame…
Quando la società si fonda sulla forza per la cura e la difesa delle proprietà, per la conquista di proprietà altrui, per l’affermazione di diritti e giustizia (come se il più forte avesse ragione, assurdità sostenuta, almeno implicitamente, ancor oggi con le guerre), ecc., naturalmente la donna passa in secondo piano.