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celebrazione - le tette di inga

Da Foscasensi @foscasensi
Mail di lunedì 6 giugno 2011; ore: 24.30
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Re: le tette di inga
RIECCOMI

Fuori ha rintoccato il campanile, l'aria è sempre calda e non so da quanto la pioggia abbia iniziato a cadere. Ecco, mi sono detta, per quasi un'ora ho scritto di me quando dobbiamo ancora venire a te. Sinceramente, Florestàn!
Il giorno in cui decidesti di andare a Milano scendesti dall'auto come un re sconfitto. Portavi la camicia e una strana acqua di colonia speziata. Sul sedile del passeggero lasciavi un panama come non ne avevo mai visti, con un lungo, ridicolo nastro azzurro, e quando entrasti nel bar scostasti uno sgabello dal bancone e mi facesti cenno di sedere con te. Avevo almeno dieci casse di minerale da scaricare e mettere nei frigoriferi, insieme a Baldo avevamo servito una settantina di pasti e dovevamo cuocerne altri quindici. Eppure  mi pulii nel grembiule e ascoltai. Continuavi a rigirarti nelle mani i biglietti del treno. Hai voluto una cioccolata e che ti augurassi buona fortuna. Prima di lasciarmi al lavoro hai perfino piangiucchiato. Ora vivi con due bambine etiopi e paghi la pigione ricattando un sedicenne tedesco.

woman-deathCosa devo dirti, Florestàn? Non devo dirti niente, adesso non mi fai venire in mente niente. Sai perché prima Florio chiamava? Oh,  non indovinerai mai. Nemmeno io avevo la minima idea. Mi sono affacciata in cucina e lui era seduto al tavolo e teneva fra le dita una sigaretta. Di fronte a sé aveva un sacchetto di stoffa e dentro il sacchetto di stoffa c'era una scatola chiara. “Prova se ti va”, ha detto. Era un vestito nero, lungo lo scollo ha un nastro porpora che scende in profondità fino alla base della schiena. “Oh, come sei bianca”, mi ha detto, e io sedevo sulle ginocchia di Florio, Florio mi accarezzava e io pensavo alle tette di Inga Schwarz mentre la notte si è fatta leggera e qualcosa ha cominciato a cantare, come si trattasse di un'unica risata porpora e latte.
Sì: vivo con un chitarrista di varietà, saltuariamente scopo coi colleghi, passo i giorni a servire panini, lavare tovaglie e cucino la pizza peggiore del mondo. Ma so di essere migliore di te.
Ciononostante....
Sempre tua
Fosca



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