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Celentano a Sanremo 2012, ovvero, il ritorno di “Joan Lui”

Creato il 15 febbraio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

Sanremo 2012, Celentano pungente, ovvero, il ritorno di “Joan Lui”

Morandi e Celentano Celentano a Sanremo 2012, ovvero, il ritorno di “Joan Lui”

Sorprendente Adriano Celentano nel suo intervento  a Sanremo. Sempre pungente e critico, come lo ricordiamo in “Joan Lui”, non ha risparmiato i due maggiori organi giornalistici dell’informazione Cattolica: Avvenire  e Famiglia Cristiana. Soprattutto, partendo dalla metafora del fatto che nelle ultime file in Chiesa non si possa sentire la predica perché confusa nelle parole,  puntando il dito su come si sia perso il “messaggio “ Cattolico quello per cui la religione è nata, ovvero il futuro di un’altra vita: il Paradiso.

Poi , citando e soffermandosi sulla protesta in atto da più di un mese sulla torre fuori dalla stazione Centrale di Milano dove protestano, ormai da più di un mese, dei dipendenti licenziati di una ditta di servizi notturni sulle linee ferroviarie, per via della cancellazione dei vagoni letto, ora aboliti. Da qui prosegue soffermandosi sul fatto di non essere d’accordo con l’abolizione delle linee ferroviarie a lunga pecorrenza notturna e prende le distanze sulla politica  dei treni ad “alta velocità”, dove non manca di criticare Montezemolo per il suo operato.

Qui acutizza la sua protesta, ironizzando sulla “mania” di correre sempre anche nelle ferrovie e nelle tratte di treni sempre ad “alta velocità” e chiede a Montezemolo di fare un treno lento dopo quello veloce, duetta con la Canalis in versione “Italia” in difficoltà, spiega il significato di “popolo sovrano”, spara sulla Rai che ha mandato via Santoro

Ma non è tutto. La grinta di Joan Lui è continuata con un’ attacco all’ irrisoria facoltà di decisione del “Popolo sovrano” partendo, ma soprattutto non risparmiando, l’accusa per aver lasciato cadere le firme raccolte da Di Pietro con tro la legge “porcellum”. Ha poi proseguito con una critica a Angela Merkel e Sarkozy e alla loro “cura” di guarigione per i paesi non in “linea” con l’economia. La loro, ha detto Celentano, sarebbe quasi una scusa per costringere noi paese Italia e, ma soprattutto la Grecia,  a favorire gli interessi finanziari Franco-Germanici  quale “scotto” per la nostra salvezza Europea:

“Europa cinica e armata fino ai denti?”

Il tutto  gestito con un’interessante intermezzo di scambio verbale, anche dal punto di vista antagonistico, interpretato da Pupo.

Conclude con un bel brano dove appunto la frase “servi del potere” casca proprio a fagiolo…


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