Magazine Cinema
Regia: Daniel MonzonInterpreti: Luis Tosar, Alberto Amman, Antonio Resines.
Trama: per far buona impressione e conoscere l'ambiente, Juan Oliver si presenta nel carcere dove ha trovato lavoro come secondino un giorno prima. Durante la visita al braccio di massima sicurezza un frammento di intonaco cade dal soffitto e lo colpisce sulla testa. In attesa di poterlo soccorrere, i colleghi lo stendono nella cella 211, l'unica libera. In quel momento però scoppia una rivolta, organizzata da Malamadre, feroce detenuto. La sola speranza per Juan di uscirne vivo è fingersi uno dei rivoltosi.
"Succeda quel che succeda, non esci vivo di qui".
Per entrare in quel carcere si scende giù, sempre più giù come i gironi dell'inferno. E tu, Juan, che sei giovane, pulito, con una bella moglie che ti aspetta a casa ed un figlio in arrivo sei finito proprio al centro, così, se vuoi tornare a casa e riprenderti il tuo futuro devi solo essere come loro..ma il corso degli eventi ti dimostrerà che tra gli uomini, forse, tanta differenza non c'è...
"Cella 211" è l'ennesima prova di come la Spagna, al cinema, da qualche anno ci stia prendendo sonoramente a calci nel sedere. Perchè noi film del genere, a parte casi rarissimi, il solo che recentemente mi viene in mente pur trattando tematiche decisamente differenzi è "Diaz" di Vicari, nemmeno ce li sogniamo.
Film brutti, sporchi, cattivi, persino imperfetti, eppure terribilmente affascinanti.
Film che non ti lasciano un secondo di tregua, nella testa e nella pancia.
"Cella 211" è uno di questi. Un tunnel buio di cui non vedi mai la fine, una partita a scacchi destinata ad esplodere. La discesa di Juan all'inferno per colpa di uno stupido incidente, il crollo delle sue certezze,del suo mondo, l'onore e la lealtà, tra Malamadre e Juan si instaura qualcosa di molto simile ad una amicizia, la rivolta organizzata non per la libertà, la politica è merce di scambio, ma per qualche diritto in più in quel mondo a parte.
Claustrofobico, potente, essenziale.
"Cella 211" è questo, con in più due personaggi caratterizzati benissimo, Malamadre è strepitoso, interpretati con grande partecipazione.
Un perfetto esempio di cinema classico, senza fronzoli, una sorpresa assolutamente da vedere.
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