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Cellule staminali del cordone ombelicale per il trattamento delle malattie intestinali

Creato il 24 settembre 2012 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Cellule staminali del cordone ombelicale per il trattamento delle malattie intestinali

I ricercatori hanno trovato una particolare popolazione di cellule staminali del cordone ombelicale che ha la capacità innata di migrare verso l’intestino e di contribuire alla popolazione cellulare, suggerendo il potenziale di queste cellule staminali nel trattamento di malattie infiammatorie intestinali (IBD).

Queste cellule sono coinvolte nella formazione dei vasi sanguigni e possono rivelarsi uno strumento per migliorare le anomalie dei vasi sanguigni che si verificano nelle malattie infiammatorie dell’intestino, spiega Graca Almeida Porada, professore presso la Wake Forest Baptist Medical Center, istituto di medicina rigenerativa.

Le malattie IBD (inflammatory bowel disease, cioè malattie infiammatorie dell’intestino) sono caratterizzate da dolore addominale e diarrea frequente. Il termine IBD in realtà si riferisce a due condizioni – colite ulcerosa e malattia di Crohn – in cui l’intestino diventa rosso, si gonfia e sviluppa ulcere.

Nelle IBD i vasi sanguigni nell’intestino fuoriescono e contribuiscono ad aumentare l’infiammazione.

Mentre non vi è attualmente alcuna cura per le IBD, esistono terapie farmacologiche, volte a ridurre l’infiammazione e prevenire la risposta immunitaria. Tuttavia, queste terapie non sono sempre efficaci. L’obiettivo a lungo termine della ricerca è quello di sviluppare una terapia cellulare iniettabile per indurre il recupero del tessuto.

Lo studio, portato avanti anche grazie alla presenza di Almeida Porada presso l’Università del Nevada, ha coinvolto anche alcuni ricercatori dell’Indiana University School of Medicine.

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I ricercatori hanno studiato una particolare popolazione di cellule, conosciute come cellule endoteliali formanti colonie (endothelial colony-forming cells), trovate nel sangue del cordone ombelicale, midollo osseo e sangue circolante. La scoperta, nel 1997, che queste cellule possono contribuire alla formazione di vasi sanguigni negli adulti, non solo gli embrioni, ha avviato la ricerca con l’intento di utilizzarli per la terapia di diverse malattie. Studi sull’uomo hanno provato la capacità di queste cellule di migliorare il flusso di sangue ridotto agli arti e la loro utilità nel trattamento di malattie cardiache.

Valutare la capacità di queste di migrare verso l’intestino è stata una scelta ovvia, ha detto Almeida-Porada, perché le disfunzioni dei vasi sanguigni sono un segno distintivo delle IBD.

Un fattore chiave nella progressione delle IBD è lo sviluppo di vasi sanguigni anomali o immaturi, che conduce all’infiammazione cronica.

Le cellule staminali sono state iniettate in pecore ancora allo stadio fetale, dopo un periodo che varia dai 59 ai 65 giorni di gestazione. Circa 11 settimane dopo il tessuto intestinale è stato analizzato per rilevare la presenza di cellule umane. I ricercatori hanno trovato che le cellule umane avevano migrato verso l’intestino e contribuito significativamente alla popolazione cellulare.

“Questo studio mostra che le cellule possono migrare e sopravvivere in un intestino sano e hanno il potenziale per aiutare la salute vascolare. Il nostro prossimo passo sarà quello di determinare se le cellule possono sopravvivere nell’ambiente ostile di un intestino infiammato” ha dichiarato Porada Almeida.

I ricercatori hanno valutato anche la capacità delle cellule di insediarsi nel fegato. Un numero minore di cellule staminali ha raggiunto il fegato, rispetto a quante erano giunte nell’intestino, ci sarà quindi bisogno di nuove strategie per migliorare il potenziale terapeutico di queste cellule staminali del cordone ombelicale per il loro utilizzo anche in altri organi, come appunto il fegato.

La ricerca è stata pubblicata nell’ultimo numero della rivista scientifica specializzata Hepatology.

Fonte immagine: PNNL – Pacific Northwest National Laboratory – Flickr.com


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