Il Villarreal ha espugnato Balaídos per la prima volta e ci sono volute ben dieci partite per trovare il trionfo in quello che era il secondo campo più difficile della Liga per la storia amarilla. Un campo maledetto che non ha mancato di dimostrare quanto fosse ostico trovare il risultato a Vigo, il Submarino infatti ha disputato una gara molto sofferta al termine della quale ha strappato i tre punti pur non avendo reso come ci si sarebbe aspettato. Di fatto il Celta ha dominato l’incontro in lungo e in largo e basta leggere qualche numero per rendersene conto: possesso palla del 67%, angoli undici a quattro, precisione dei passaggi 80%, ovvero 414 su 518, contro il 66% (167 su 253 tentati) del Villarreal, passaggi negli ultimi sedici metri 24 a 11. È un controllo totale dell’iniziativa e del terreno di gioco dettato da alcuni accorgimenti tattici.
Il 4-3-3 di Eduardo Berizzo permette alla Celeste di avere superiorità in mezzo al campo grazie a tre centrocampisti centrali (Radoja, Álex López e Krohn-Delhi) contro i due del Sottomarino giallo (Bruno e Trigueros) e questo significa poter passare in assetto offensivo costantemente. Avendo controllo della zona nevralgica del campo il Celta può liberamente far salire i propri terzini a supporto degli esterni offensivi ingaggiando un due contro due sulle fasce protette da Marcelino dai due terzini e dai due esterni del suo 4-4-2. Questo significa che se il modulo del tecnico asturiano è debole nella zona mediana e rischia di non avere la superiorità sulle fasce, dove invece i padroni di casa spingeranno dall’inizio alla fine grazie alla possibilità di spostare l’uomo in più al centro sulla fascia nella quale sta attaccando, dall’altra parte può avere superiorità al centro della difesa dove Larrivey si ritrova ingabbiato. Magra consolazione. Perché avere la superiorità lì significa disinnescare un solo avversario, con la contropartita di soffrire tutto il tempo sulle fasce senza riuscire a riprendere il controllo a centrocampo.
Quando è invece il Submarino amarillo a ripartire palla al piede il Celta passa all’assetto difensivo. E le cose cambiano poco, la chiave è sempre il tridente del centrocampo che crea un frangiflutti davanti alla difesa con la mezzala che va costantemente a supportare la fascia di competenza quando il Villarreal cerca di sfondare sulle ali ritrovandosi invece in inferiorità. Proprio per questo motivo tattico Marcelino cambia modulo soltanto contro il Barcellona che gioca con un 4-3-3 con interpreti di altissima qualità rinunciando a un attaccante per inserire un incontrista in più in quella parte del campo di gioco. Stavolta non lo fa, fedele al suo modulo preferito, perché probabilmente la squadra di Berizzo non ha così tanta qualità da costringerlo a rivedere i suoi dettami tattici. E infatti il Sottomarino sblocca la gara quando Chéryshev fa saltare gli schemi con una serpentina sulla fascia destra, quella in realtà coperta da Moi Gómez, creando una situazione inedita per la difesa avversaria. Nolito non chiude perché sa che il centrocampista di sua competenza è Moi Gómez, stesso discorso per Krohn-Delhi che è disorientato perché non sa deve seguire lo spagnolo o raddoppiare sul russo che invece punta il terzino. Avendo l’uno contro uno Chéryshev è libero di esprimere la sua rapidità arrivando sul fondo e passando al centro dove aveva invece seguito l’azione Moi Gómez che può portare in vantaggio i suoi.
Il canterano è in stato di grazia e nel giro di 73 secondi trova la sua prima doppietta da professionista. Il Celta è ancora sotto-shock, perde la sfera immediatamente e lascia al centrocampista del Villarreal un pertugio centrale, lui ci si infila e con una staffilata dal limite batte il portiere. Il dato curioso è che il Sottomarino torna a segnare da fuori area su azione dopo otto mesi dalla rete di Trigueros contro l’Osasuna lo scorso 3 febbraio (e considerando i calci piazzati il digiuno dura solo cinque giorni in meno). Inoltre Moi Gómez nel giro di poco più di un minuto è riuscito a eguagliare le sue reti dell’intera passata stagione, segno di un turn-over magistralmente orchestrato da Marcelino che permette al Villarreal di segnare per la prima volta più di un gol a Vigo. I padroni di casa trovano comunque il modo di accorciare le distanze su uno sciagurato errore di Ruiz che regala la palla a Larrivey in fase di impostazione.
Nel secondo tempo l’andamento tattico della gara non cambia con gli ospiti ancora più intenti a difendersi e magari ripartire, e gli uomini del ‘Toto’ Berizzo ad aumentare i giri della manovra. Marcelino a dir la verità tenta anche qualche correzione, a metà frazione inserisce Jonathan dos Santos su Chéryshev tenendo due palleggiatori lì in mezzo ma il messicano è costretto a coprire la fascia destra e la mossa non sortisce effetti, anzi giocare in un ruolo non suo ne limita le capacità. Ma è la qualità degli uomini in campo a fare la differenza in una partita che a parti invertite il Villarreal ci ha abituato a perdere (in un certo senso può sembrare la partita col Real Madrid a protagonisti invertiti), e dopo l’espulsione di Fontàs l’incontro non ha più molto da dire – tra l’altro il difensore ex-Barça B viene inquadrato dalle telecamere rimanere a bordo campo mimetizzato da una pettorina da fotografo. Sicuramente i padroni di casa a dispetto di una grande mole di gioco e di un’ottima personalità sono incappati in una giornataccia, nelle ultime undici partite avevano sempre sbloccato il risultato, ma stavolta quei 78 secondi sono stati fatali. Alla fine il Celta lascia ampi spazi in difesa non avendo più sostituzioni in canna e Mario Gaspar – quinta rete in Liga sempre lontano dal Madrigal – finalizza un magistrale contropiede del subentrato Vietto che vale il definitivo uno a tre, ma in realtà ci sarebbe tempo anche per allargare il passivo con Uche che non concretizza un paio di ottime occasioni.
In definitiva è un brutto Villarreal quello che espugna Vigo, per distacco il peggiore della stagione, e l’impresa può esser meglio inquadrata rendendosi conto che alla voce ultima sconfitta casalinga per i galiziani figura il Malaga ben sette mesi fa. Inutile sottolineare quanto per il Sottomarino giallo il Balaídos sembrasse inviolabile fino a oggi, ma l’ottima striscia esterna della squadra di Marcelino (non perde dal 21 aprile con una striscia d’imbattibilità di sei gare, la più lunga degli ultimi sei anni) ha permesso alla squadra di arrivare alla pausa per le nazionali con un’ottima classifica avendo inoltre già affrontato sia Barcellona che Real Madrid. E continua a farlo puntando sui giovani e soprattutto sul proprio vivaio, basta notare che delle ultime otto reti realizzate ben sei sono state segnate dai canterani.
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