Quando la Reba uscì dall’infermeria Ash prese a tremare violentemente, una cosa incontrollata. Aveva un bendaggio sulla mano e gli occhi vacui di sedativo. Barcollava sugli impianti. Ash pensò a Dio, solo per un attimo prima di varcare la soglia.
– Stai tranquilla – disse un’infermiera che non aveva mai visto. C’erano anche due poliziotti in divisa col il logo della W-Tech sul cuore.
– Stenditi, cara, qui sul lettino, ora ti do qualcosa per calmarti, eh?
Era piccolina e mora, con uno sguardo furbetto. Era giovane, sembrava simpatica. L’avevano scelta apposta? Per sedare gli studenti il cuore batteva troppo forte, non voleva sdraiarsi, no!
– No – riuscì a tirare fuori dalla bocca in un rantolo strozzato mentre la sollevavano con leggerezza e la tenevano ferma. – Per favore per favore – bisbigliò in una frazione di secondo. La mente si dissociò e prese a osservare con incredulità la siringa che entrava nel braccio. Tutto si fece più lento. Babbo, pensò mentre il respiro si placava, la vista si faceva sfocata. Il cuore batteva lento, ora. La presero per mano e le piacque. Toccami ancora, voleva dire, accarezzami le mani, infermiera giovane, come faceva la mia mamma prima di dormire. Ho paura ho paura, pensava il cervello, ma lei non era più nel cervello, era nella mano, ora.
Perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno… di essere amato… sopra… perché mi fai questo? Ti ubriacherai e passerà tutto, stai calma, stai calma.
Sentiva un formicolio indistinto e un ronzio metallico, poi un calore intenso. Provò a ritrarsi ma non poteva, la mente iniziò a vorticare e frammenti di preghiere impattarono sulla superficie delle labbra.
Poi chissà come era in piedi, non pensava di riuscire a camminare invece la porta si avvicinava. Si voltò un attimo indietro cercando di mettere a fuoco i volti ma non ci riuscì. Abbassò gli occhi sulla mano e la trovò bendata. Aprì la porta e uscì. Uscì per un tempo infinito con una goccia ghiacciata di sudore che le solleticava la spina dorsale. C’era un odore nauseante di paura. Deglutì ma non aveva saliva. Deglutì ancora, e ancora. Fece un altro passo. Reba, pensò e le venne da piangere. Si toccò il viso e scoprì che stava già piangendo. Reba, cosa ci hanno fatto?