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Cenere / Quante volte ci si può dire addio?

Creato il 02 settembre 2015 da Philomela997 @Philomela997

Quante volte ci si può dire addio?

[il professore ad Anna]

Il senso, qui, slitta via scoprendo carne e nervi.

Mi faranno del male, scientemente. Useranno il mio corpo per piegare la mente, a cosa lo ignoro. E questo bianco abbagliante, come la luce gelida dell’alba distrugge i sogni nati nell’umida oscurità.

Oh, Anna. Posso concepire la possibilità di non vederti più, ma il mondo si svuoterà ancora un po’ di significato.

Perdonami se ripercorro come un pazzo i nostri ricordi, ma l’alternativa, ora, per me, è cedere al panico. Ricordi quel nostro primo abbraccio? Quando per miracolo eravamo rimasti soli. Tu avevi un maglioncino a righe verdi e nere e un odore dolcissimo di follia.

Dicesti: – Mi abbracci?

E per la prima volta ho sentito la tua schiena sotto i polpastrelli. Ricordo il sapore della tua pelle che osavo appena sfiorare.

Mi distruggeranno. Anna, pezzo per pezzo, smembreranno il mio corpo e mi sezioneranno il cervello. Ma quell’abbraccio è esistito nel tempo e per sempre, per sempre… addio, mio dolcissimo amore, addio, addio. Questa paura fa impallidire i terrori dell’infanzia.

Anna, qualunque significato l’umanità abbia mai attribuito alla parola amore, io la dedico a te, che senza giochi e senza veli ti sei data a me come una giovane divinità.

Qui c’è un silenzio assoluto che mi fa rimbombare in testa i pensieri, ma mi fanno vedere cosa mi faranno, sai, tramite immagini. Io che non ho mai voluto un innesto, una lentissima ora dopo l’altra guardo video di neurochirurgia.

Se potessi mi ucciderei subito, sai. Penso e ripenso ossessivamente a come avrei potuto uccidermi, prima che mi prendessero. Ho avuto giorni interi, mesi, anni e infinite possibilità. Prima o poi, però, qualunque cosa mi facciano il cuore cederà, il mio corpo morirà. C’è una strana pace nel pensiero del cervello che si spegne e decompone.

Anna, avrei tanto voluto essere amato, da te.


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