Qualche settimana fa vi ho parlato dell’Hotel Metropole, lo stupendo albergo che mi ha ospitata durante il mio ultimo soggiorno nella Laguna, e della loro iniziativa per promuovere l’artigianato veneziano: Fashion Design Made in Venice 2013, ovvero 5 mesi e 5 affascinanti artigiani nelle vetrine dell’Oriental Bar.
Mi sarebbe piaciuto incontrarli tutti e 5 ma per ragioni di tempo mi sono dovuta affidare al caso e così, tornando dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, i miei passi si sono imbattuti nelle botteghe di Venetian Dream (di cui vi parlerò la prossima settimana, raccontandovi la storia di un amore ritrovato) e Daniela Ghezzo, il Maestro calzolaio di cui voglio parlarvi oggi.
Ho incontrato Daniela nel suo laboratorio in Calle dei Fuseri e abbiamo chiacchierato un po’ del come e perché sia nata la sua passione per le scarpe.
Un calzolaio donna? Che oltretutto vuole fare anche scarpe da donna? Pressoché inaudito vent’anni fa!
Ma Daniela si è intestardita e dopo aver completato i suoi studi artistici è andata a bottega, ha inziato cioè l’apprendistato con due grandi Maestri: Angelo Gatto a Roma e Rolando Segalin a Venezia, dei quali mi ha parlato con molto affetto e commozione.
Alla fine Daniela ha rilevato proprio la bottega di Segalin, dove oggi non si respira solo odore di cuoio ma anche di storia: sugli scaffali si può infatti ammirare un’incredibile collezione di scarpe vintage, un vero e proprio archivio che ripercorre l’evoluzione storica delle calzature.
Ci sono le vecchie creazioni del Maestro, molte scarpe che risalgono agli inizi del ’900 e perfino alcuni modelli ispirati agli incredibili zoppieggi veneziani del ’500 che definire all’avanguardia è poco!
Con Daniela abbiamo anche parlato del perché le scarpe di produzione industriale finiscano sempre ed irrimediabilmente per massacrarci i piedi: basta scoprire quanta cura e quante misurazioni e calcoli sono necessari a fabbricare una scarpa su misura, per renderci conto di come sia impossibile per il nostro piede adattarsi ad una calzatura che non sia stata concepita apposta per lui.
“Tu per esempio hai il piede magro, e con il piede magro, che è un grande incompreso, sono sempre dolori!” mi ha detto Daniela guardandomi.
Ed io ho sospirato di soddisfazione (oltre che di dolore, perché ovviamente quel pomeriggio avevo ai piedi un paio di stivali che mi facevano male!): finalmente qualcuno che capiva i miei patimenti!
Daniela spedisce le sue scarpe in tutto il mondo e non sono necessarie prove a meno che non ci siano problemi particolari di piede o di deambulazione.
Quello su cui non si può transigere è invece il primo incontro.
Le misure vanno prese necessariamente dal vivo perché la cliente deve essere osservata con la massima attenzione: si deve valutare la simmetria dei piedi, la forma del collo, l’altezza dell’alluce, il modo in cui il piede si muoverà dentro alla scarpa, come si appoggia la pianta camminando e chi più ne ha più ne metta.
Ma perché le scarpe su misura da uomo ci sembrano la cosa più naturale del mondo, quasi un lusso dovuto, mentre il pensiero di una scarpa su misura da donna ci strappa necessariamente espressioni di meraviglia?
Perché, ancora una volta, ci tocca rassegnarci all’evidenza che uomini e donne sono proprio diversi!
A un uomo bastano 3 paia di scarpe per gestire la sua esistenza lavorativa e mondana (4 se fa sport).
A noi ne servono decine e decine da impilare religiosamente nell’armadio così, tanto per rimirarle, perché poi in realtà (se andiamo a stringere) non abbiamo mai niente da metterci ai piedi per camminare.
La produzione industriale ci ha insegnato a volere sempre di più, a buttare via scarpe nuove per sostituirle con altre, ad accumulare, a spendere indifferentemente 20 euro come 800, poco importa… pur di essere sempre all’ultima moda.
Invece farsi fare un paio di scarpe su misura richiede uno sforzo: quello di fermarci a pensare cosa vorremmo accompagnasse i nostri passi per buona parte della nostra vita.
Perché le scarpe su misura sono un piccolo investimento destinato a durare nel tempo, fatte per essere coccolate e magari riparate, e soprattutto per essere indossate con la soddisfazione con cui si indossa un pezzo unico, al di sopra delle mode e delle tendenze stagionali.
Io monto a cavallo da 16 anni e in questo lungo periodo ho avuto tre sole paia di stivali: due da gara e uno da lavoro, tutti fatti rigorosamente su misura.
Quelli da lavoro sono ormai sformati ed usurati all’inverosimile ma calzano come guanti e non li cambierei per nulla al mondo.
Eccola la filosofia della scarpa su misura!
Chissà che io, prima o poi, non riesca a farla un pochino mia anche per la vita di tutti i giorni!
Atelier Segalin di Daniela Ghezzo.
Calle dei Fuseri, San Marco, 4365.
Venezia.
Tel. +39 0415222115
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