“” Dalle mie ricerche emerge un dato certo: le donne esprimono spesso una attitudine positiva verso il cambiamento sociale e appaiono molto sensibili alle implicazioni di scarsa qualità della vita. A mio avviso è ipotizzabile addirittura che le donne, per motivi inerenti alla specificità della configurazione che assumono le relazioni sociali predominanti nella realtà del Mezzogiorno oggi, rappresentino un potenziale soggetto collettivo: le donne sono una categoria di cittadini che per condizione di genere ha da fare i conti con le contraddizioni del sistema vigente in modo diverso e diversamente radicale di quanto accada per gli uomini. A questa condizione strutturale in cui si trovano le donne del Mezzogiorno, si sommano elementi culturali diffusi, modelli culturali, se vogliamo, di emancipazione femminile, che offrono una cornice, una legittimazione, e anche a parole per pensare e per dire la propria sofferenza, la propria insofferenza. Lo scarto tra le parole che vengono fornite da questi modelli e il vissuto concreto puo’ tramutarsi in coscienza critica, in una spinta ulteriore di rottura con la ovvietà delle relazioni sociali cosi’ come sono. “”" (Renate Siebert- Cenerentola non abita piu’ qui)
… subito dopo R.Siebert spiega molto bene da dove trae origine la “attitudine positiva delle donne del Sud al cambiamento”ma aggiunge che le sue affermazioni potrebbero apparire azzardate perchè le condizioni “classiche” per l’emancipazione femminile (accesso di massa al lavoro remunerato e movimenti solidaristici) non hanno storia al Sud e probabilmente non si creeranno piu’ in quei termini.
Una speranza, pero’, l’avrei ….qui .
Un abbraccio a tutte le Donne della rete, e a chi ci fa sentire-nonostante la distanza- la propria vicinanza.