Cennino Cennini, “Il libro dell’arte” III
Creato il 13 settembre 2014 da Marvigar4
IL LIBRO DELL’ARTE,
O TRATTATO DELLA PITTURA
DI CENNINO CENNINI
da Colle di Valdelsa; di nuovo publicato, con molte correzioni e coll’aggiunta di più capitoli tratti dai codici fiorentini, per cura di Gaetano e Carlo Milanesi
Firenze.
Felice Le Monnier
1859
****************************************************
CAPITOLO XV.
Come dèi pervenire al disegno in carta tinta.
Per venire a luce di grado in grado, e incominciare a volere trovare il principio e la porta del colorire, vuolsi pigliare altro modo di disegnare che quello di che abbiamo detto perfino a mo. E questo si chiama disegnare in carta tinta; cioè o in carta pecorina, o in carta bambagina. Sieno elleno tinte; però che in una medesima forma si tinge l’una che l’altra, e d’una medesima tempera. E puoi fare le tue tinte o in rossetta, o in biffo, o in verde; o azzurrine, o berrettine cioè colore bigie, o incarnate, o come ti piace; ché tutte vogliono medesime tempere, e medesimo tempo a macinare colori; e in tutte per un medesimo modo si può disegnare. È vero che la tinta verde comunemente per la più gente si usa più e più, ed è più comunale sì per l’aombrare e sì per lo imbiancheggiare: benché più innanzi dichiarerone ogni triare di colori, e loro natura, e loro tempere. In brieve, qui ti darò un brieve modo, per lo bisogno che hai a venire al tuo disegnare, e del tuo tingere delle carte.
CAPITOLO XVI.
Come si fa la tinta verde in carta da disegnare; e ’l modo di temperarla.
Quando tu vuo’ tignere carta di cavretto, o veramente foglio di carta bambagina, togli quanto una mezza noce di verdeterra, e per la metà d’essa un po’ d’ocria; e per la metà dell’ocria, biacca soda; e quanto una fava, d’osso (con quell’osso che indrieto t’ho detto da disegnare); e, quanto mezza fava, di cinabro; e macina bene tutte queste cose in su prieta proferitica con acqua di pozzo, o di fontana, o di fiume. E tanto le macina, quanto hai sofferenza di poter macinare, ché mai non possono essere troppo; ché quanto più le macini, più perfetta tinta vienne. Poi tempera le predette cose con colla di questa tempera e fortezza: togli uno spicchio di colla dagli speziali, non di pesce, e mettila in uno pignattello in molle in tanta acqua chiara e netta, quanto possa tenere due mugliuòli comuni, per ispazio di sei ore. Poi, questo pignattello mettilo a fuoco, che sia temperato; e schiumalo quando bolle. Quando ha bollito un poco, tanto veggia la colla ben disfatta, colala due volte. Poi togli un vasello da pintori, grande, e capace ai detti colori macinati; e mettivi tanta di questa colla, che corra bene al pennello; e togli un pennello di setole, grossetto, che sia morbido. Poi abbi quella tua carta che vuoi tignere; e di questa tinta ne da’ distesamente per lo campo della tua carta, menando la mano leggiermente, e ’l pennello squasi mezzo asciutto, ora per uno verso ora per l’altro; e così ne da’ tre o quattro volte o cinque, tanto che veggia che ugualmente la carta sia tinta. E sta’ di spazio dall’una volta all’altra tanto, che ciascuna volta asciughi. E se vedessi che per lo tuo tignere aridisse o incoiasse per la tinta, è segno che la tempera è troppo forte: e però, quando dài la prima fiata, ponvi rimedio. Come? Mettivi dentro dell’acqua chiara tepida. Quando è asciutta e fatta, togli un coltello, e va’ col taglio fregando su per lo foglio tinto, leggiermente, acciò che levi via se nessun granelluzzo vi fusse.
CAPITOLO XVII
Come tu dèi tingere la carta di cavretto, e in che modo la debbi brunire.
Quando tu vuoi tignere la carta di cavretto, convienti prima bagnarla con acqua di fontana o di pozzo, tanto diventi molliccica e morbida. Poi la ferma con bullette tirata su per una asse, a modo di carta di tamburo; e, per lo simile detto di sopra, le da’ la tinta a tempo. Se caso fosse che la carta bambagina o pecorina non fosse piana a tuo modo, piglia la detta carta, pigliala, e mettila in su un’asse di noce, o in su una prieta ben piana e pulita. Poi metti un foglio di carta bambagina, ben netto, sopra quella che hai tinta; e con pietra da brunire oro, brunisci con buona forza di mano; e così per questo cotal modo verrà morbida e pulita. Vero è che ad alcuni piace molto brunire pur su per la carta tinta, cioè che la pietra da brunire la tocchi e cerchi, perché l’abbi un poco di lustro. Poi fa’ come a te piace: ma il primo mio modo è migliore. La ragione è questa: che fregando la pietra da brunire sopra la tinta, per lo suo lustro toglie il lustro dello stile quando disegni; ed eziandio l’acquerelle, che vi dài su, non vi appariscono sfumanti e chiare, come fa a modo detto in prima. Sed nihilominus, fa’ come tu vuoi ec.
CAPITOLO XVIII.
Come dèi tignere la carta morella, o ver pagonazza.
Ora attendi nel fare di queste tinte. Nel tignere le tue carte nel colore della morella, o vero pagonazza, togli per quella quantità di fogli che ho detto di sopra, cioè mezza oncia di biacca grossa, e quanto una fava di lapis amatita: e macina bene insieme quanto più puoi; ché per macinare assai non si guasta, ma sempre si racconcia. Tempera secondo modo detto usato.
CAPITOLO XIX.
Come dèi tignere le carte di tinta indica.
La tinta indaca. Togli quella quantità di fogli di sopra detta; abbi mezza oncia di biacca, e la quantità di due fave d’indaco baccadeo; e macina bene insieme; ché per triare bene non se ne guasta la tinta. Tempera con la medesima tempera, a modo detto di sopra.
CAPITOLO XX.
Come tu de’ tignere le carte di colore rossigno, o squasi color di pesco.
Se vuoi tignere di colore rossigno, per quella quantità di fogli detta di sopra, togli mezza oncia di verdeterra; per la quantità di due fave, di biacca grossa; e quanto una fava, di sinopia chiara. Macina a modo usato; e così tempera con la tua colla, o ver tempera.
CAPITOLO XXI.
Come de’ tignere le carte di color d’incarnazione.
Per fare la tinta ancora bene incarnata, convienti tòrre, alla quantità detta fogli, mezz’oncia di biacca grossa, e men che una fava di cinabro. Convienti macinare ogni cosa insieme; e tempera a modo usato detto di sopra.
Potrebbero interessarti anche :