Censura o libertà di culto?

Creato il 16 settembre 2012 da Tabulerase

La diffusione del video prodotto negli Stati Uniti, in cui viene messo in ridicolo Maometto, sicuramente non è tale da scatenare quanto sta succedendo ma, è stato strumentalizzato per i propri fini da estremisti che con la religione hanno poco a che vedere. La triste vicenda mi da lo spunto per una riflessione su cosa si intenda nei paesi democratici con la dizione “Assicurare la libertà di culto”.

 Sicuramente permettere, che cittadini credano legittimamente in un proprio Dio, qualsivoglia si chiami, che si possano riunire in luoghi pubblici atti all’uopo e tengano i riti che la dottrina praticata prevede. Se ci fermassimo a questa interpretazione minimale, la domanda che viene spontanea è, se uno Stato nell’adempimento delle proprie funzioni istituzionali, debba anche assicurare non solo il diritto, ma anche il rispetto delle religioni praticate. L’offesa portata a una religione, come ad esempio fece il buon Calderoli con la famosa maglietta anti-islam è da considerarsi legittima espressione di pensiero (nel caso specifico di Calderoli saremmo nella fantascienza peraltro) oppure offesa? La realizzazione e diffusione di un video offensivo verso una religione è da considerarsi, democratica espressione di pensiero o bestemmia verso una dottrina istituzionalmente garantita? Nello sport, invece, non vi sono dubbi, la bestemmia pronunciata sul campo da gioco, viene punita.

In questi casi come si dovrebbe procedere? Vietare un video o qualunque altra forma espressiva, offensiva verso una religione è censura o garanzia del diritto al rispetto di una parte dei cittadini? Chi dovrebbe poi decidere su questo aprirebbe sicuramente una discussione molto difficile e che meriterebbe un approfondimento esteso. E con quale forza si dovrebbe agire? Legiferando o con moral suasion? Gli Stati Uniti hanno chiesto a Google di rimuovere il video incriminato, Google l’ha fatto solo nei paesi di fede islamica, ma si è rifiutata di farlo in tutto il mondo, cosa che fra l’altro nell’era della globalizzazione è decisamente una situazione comica. Contemporaneamente la stessa Google però si vanta di stare escludendo tutti i links che riconducono al download di materiale coperto da copyright, questo in tutto il mondo…. Dovremmo concludere che l’interesse delle multinazionali dei media, è prevalente rispetto a quello delle comunità mondiali di culto?


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