Magazine Diario personale
Da martedì 4 ottobre il sito della nota enciclopedia-digitale Wikipedia, nella edizione italiana, ha autocensurato i propri contenuti, in atto di protesta verso il comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Reputo aberrante ogni proposito di disconoscere, proibire, annullare l’esistenza dell’altro, in quanto persona fatta di idee, pensieri, emozioni e stati d’animo.
La censura è repressione intellettuale preventiva. Agisce d’anticipo, preparando il terreno ideologico alla futura repressione fisica, che elimina i soggetti socialmente dannosi e “malati”, portatori sani di idee e opinioni non conformi.
I campi di sterminio nazisti furono lo squisito frutto marcio di un seme che cominciò ad attecchire nel folcloristico tepore dei falò che avvampavano, mentre nella Berlino del 1933 venivano dati alle fiamme i libri di qualunque spirito critico e alternativo al Pensiero Unico.
Tutto ciò è lurido. E alcuni esseri umani sono per natura luridi.
Nelle società civili o comunque culturalmente ed intellettualmente emancipate, la censura dovrebbe essere considerata uno strumento infestante: un rampicante maligno che soffoca il libero confronto tra differenti opinioni.Ogni individuo dovrebbe esercitare il pensiero critico, tenersi allenato allo spirito critico!L'alternativa, spesso, arriva sotto forma di esercitazioni militari: credere, obbedire, perire!Come è giusto che sia. O sai scegliere o altri decidono per te.
Perché censurare significa obbligare al silenzio e alla tacita obbedienza soggetti ai quali viene impedito di “aprir bocca”.
Nei regimi dittatoriali la censura è considerata una pianta disinfestante, ovvero un utile strumento a tutela dell’ordine costituito e dell’Unica Visione del Mondo.In un regime, la censura striscia capillarmente e nell’ombra, nel sottobosco della libertà di pensiero e d’opinione, e con scaltrezza avvinghia, strangola e uccide qualunque germoglio di intelligenza critica. Senza fare troppo rumore.
In Italia però siamo in un regime democratico.Perciò, che a me piaccia o meno questo metodo di governo, di fatto a ogni Italiano è riconosciuto il diritto di esprimere la propria opinione, d'assenso o anche di dissenso.
Invece, puntualmente, nel mio quotidiano riscontro comportamenti di silenzio-assenso, che ledono il dovere di ognuno di saper tutelare i propri diritti fondamentali, per la salvaguardia dei diritti altrui.
Sono fortemente convinto che la Censura non sia il vero problema della nostra società.In passato la Censura anticipava la Repressione.Oggi la Censura è anticipata dall’Autorepressione volontaria (non dall’autocensura, che è altra cosa).
La Censura non ha nemmeno bisogno di attivarsi per arrivare a soffocare un germoglio di pensiero alternativo nella penombra, un attimo prima che sbuchi dal terreno.L’Omertà, frutto della miseria intellettuale, gioca d’anticipo anche sulla Censura.
Troppi individui strangolano i propri pensieri nella culla per paura che qualcuno ne senta i vagiti.Quell’edera velenosa, quell’anaconda soffocante di ogni idea diversa, quel mostro chiamato Censura, non trova nulla da strangolare, perché i vermi che conducono un’esistenza strisciando ventre a terra, hanno una statura esistenziale più bassa di qualunque bassezza di censura.
Siamo al punto in cui stiamo disimparando a coltivare l’atto del pensare con la nostra testa.Oramai stiamo rinunciando anche alla fase del concepimento di un’opinione individuale e originale, al punto che non ci sarà nessun bambino da strangolare nella culla, perché senza concepimento non nasce nulla.
A cosa serve imbavagliare la bocca a dei cervelli già rassegnati a non parlare, che non hanno niente da dire, perché nulla hanno da pensare?!
Per questo motivo io né mi allarmo né mi scandalizzo per la eventuale chiusura di Wikipedia, pur apprezzando il loro grido d’allarme.Lascio gli starnazzamenti ai soliti saltimbanchi antiberlusconiani, ai soliti pasionari del “mi piace”, che magari hanno già attivato una pagina di solidarietà su Facebook, per gridare alta la loro indignazione.
Perché per quanto la Censura possa agire nell’ombra e senza far troppo rumore, in un luogo abitato, addirittura affollato come può essere la vita pubblica, per qualunque sicario, è impossibile uccidere in totale silenzio o senza essere visti.A meno che gli abitanti si rifiutino di vedere, non vogliano sentire, non vogliano parlare.
Nel mondo digitale non facciamo altro che portarci dietro le miserie del mondo reale.
Finché ai più verrà salvaguardato il diritto di ammassarsi innocui esprimendo il “mi piace” su social network come Facebook, ai più fregherà ben poco che Wikipedia o altri siti vadano incontro all’oblio.
Una censura che agisce indisturbata costituisce il naturale evolvere delle cose, nel Paese degli Omertosi, nel paese degli "Italiani brava gente".E sperare che in Italia la Società Civile si attivi contro la Censura, è come invocare una pillola di cianuro per soccorrere un malato.
Ai regimi mediatici che si avvalgono dello strumento democratico per coltivare masse umane innocue e concilianti, farà sempre molto comodo che queste masse umane continuino a sentirsi libere di esprimere con mezzi innocui pareri tanto liberi quanto innocui.
Oramai veniamo mentalmente impostati con le tecniche "win-win" (sempre bravi tutti!) e la scelta obbligata del cliccare "mi piace" oppure la tua opinione non conta.E chi non clicca il "mi piace" è soltanto un provocatore, un sabotatore, un "elemento di disturbo", che non si può incenerire, ma si può sempre licenziare... dalla società, davvero in qualunque senso lo si voglia intendere.
Voi aspettatevi pure gli auguri di fine anno del Vecchietto dello Stato, con la solita pagliacciata di invocare "i giovani speranza del futuro".La maggior parte dei giovani virgulti delle future generazioni hanno soltanto una idea chiara in testa: Vota Mi Piace e diventa fan della pagina Intelligenza critica e consapevole.Votato? Bravo (pirla!) ora nutro davvero speranza per il futuro!
Noi gggiovani abbiamo il cervello in pappa nel presente, figuriamoci nel futuro, quando arriverà pure la demenza senile!E quel poco che non è in pappa, ci serve per fare i gggiovani, per assolvere le pratiche che ci fanno entrare nella Cerchia dei Giovani, cliccando Mi piace campare accazzo, fottermene e godermela, che io sogggiovane!
Finché certi strumenti di “Socializzazione” continueranno a riscuotere uno strepitoso successo, possiamo stare certi che la Censura è l’ultimo dei nostri problemi: la Socialità è bella che fottuta.Ben venga la censura, se fosse un defibrillatore che certifica l’irriversibilità di un battito assente, di un palpito di “essere al mondo” anche al di fuori delle Cerchie e delle Fanpage.
Intanto, in attesa della solita balla dei “giovani speranza del futuro”, concentriamoci a dovere per esprimere il nostro coraggioso punto di vista sul Mi piace andare col Gabibbo a suonare i citofoni e poi scappare. O altre amene stronzate.
Ogni società ha la coscienza civile che è in grado di darsi, per la quale ogni singolo individuo vuole o non vuole battersi, rischiando in prima persona; in ogni mondo possibile, virtuale o reale che sia.Ogni società ha i suoi giovani.
Nel sottobosco della foresta chiamata Italia, la Censura si guarda bene ad avventurarsi.Nel migliore dei casi morirebbe di fame perché troverebbe un terreno arido e sterile, con semi di coscienza morti suicidi prima ancora di nascere.Nel peggiore dei casi, beh, come dire, anche la Censura ha un’anima in fin dei conti.Anche lei ha paura di finire sbranata da demoni altrettanto antichi e ancor più sanguinari.I loro nomi sono Piaggeria, Apatia, Omertà, Menefreghismo, Mediocrità, Ipocrisia, Connivenza, Servilismo, Collaborazionismo, e chi più ne ha più ne metta.
Sono demoni che cacciano in branco.
Anzi, in gregge.
Quelli sì, mi fanno paura.
Perché un bavaglio, se voglio, me lo posso strappare.
Se non me lo tolgo, è perché mi fa comodo fingere di non poter parlare.
Ma se tolgo i bendaggi a una mummia, non trovo nessuno con cui parlare.Che faccio?! Tengo un monologo alle mummie?!
K.
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