Magazine Informazione regionale

Centrale a biomasse di Cremona, Cremona e Provincia non consegnano i documenti. La protesta: esiste solo per ricevere incentivi statali

Creato il 19 gennaio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Il comitato Salviamo il Paesaggio ha chiesto al Comune e all’amministrazione provinciale copia degli atti che certificano la fine dei lavori e del collaudo della centrale a biomasse legnose di Cremona. Stupisce il fatto che la risposta non sia ancora arrivata, ma anche che i dirigenti sostengano che vada dimostrato un interesse per ricevere documenti che di fatto hanno un interesse generale.

La centrale a biomasse che sorge in via Antichi Budri a Cremona, accanto all’inceneritore, è entrata in funzione alla fine del dicembre 2012. La proprietà è di Lgh (precisamente Linea Energia che fa parte del gruppo Lgh). L’associazione ambientalista Salviamo il Paesaggio ha chiesto al Comune di Cremona gli atti di fine di lavori e il certificato di collaudo. Nessuna risposta. Nessun consigliere comunale, che come tale ha meno difficoltà nell’accesso ai documenti, ha fatto proprio il bisogno di informazioni manifestato da Salviamo il Paesaggio, rappresentato da Maria Grazia Bonfante. Secondo le norme, se bisogna dimostrare, come sostengono i dirigenti pubblici del Comune e della Provincia, l’interesse per ricevere copia di un atto, esiste anche un contro-interesse da tutelare, quello di Lgh. La questione è complicata da un punto di vista burocratico, tuttavia sembra intuitivo che le informazioni ambientali, anche se riguardano una società privata, sono di interesse generale, dato che le emissioni inquinanti si spandono nell’aria che chiunque può respirare. Dunque perché non scegliere la via della trasparenza? La richiesta di accesso agli atti è stata presentata ufficialmente nel luglio 2013, dopo il rifiuto del Comune anche la Provincia ha risposto no e per ben due volte. Le informazioni ambientali dovrebbero essere a disposizioni di tutti: un cavillo, a quanto pare, tutela Lgh, ma la richiesta di documenti non è un atto aggressivo. Il nodo potrebbe essere sciolto da ulteriori azioni dell’associazione ambientalista.
La richiesta di informazioni, dopo la risposta non data in luglio o agosto, è stata ripresenta da Salviamo il Paesaggio nel settembre 2013. Il dirigente del settore Ambiente dell’amministrazione provinciale ha risposto che non risulta la dimostrazione di un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è stato richiesto l’accesso.
L’ingegner Massimo Cerani, per Salviamo il Paesaggio, ha presentato un documento di osservazioni tecniche, nel quale conclude che l’azienda vuole realizzare una centrale per scopi commerciali, e utilizza la rete di teleriscaldamento come strumento per giustificare la bontà energetica della scelta. La centrale a biomasse sorge però accanto all’inceneritore gestito dalla stessa società, che attualmente spreca in ambiente una quantità di energia termica annua ben superiore a quella che si vorrebbe produrre con il nuovo impianto. E tutto questo in un’area critica per la qualità dell’aria. Cerani sostiene che si può ravvisare un’indebita sottrazione di risorse pubbliche, dato che lo Stato dà incentivi pubblici per la realizzazione di questi impianti.

Da Telecolor, ieri

45.287284 9.857631

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog