Riportiamo con gioia e letizia l’articolo di Lodinotizie che annunzia il parere del Parco Adda Sud su quella pazzesca centrale sull’Adda che alcuni arguti alla pronta moneta intesi volevan realizzare alle spalle del Comune di Crotta d’Atta. Crotta giustamente ricorre alla lotta contro questi signori e la loro tremenda centrale idroelettrica. Hanno scambiato essi l’Adda per socio di minoranza? Oltretutto i giuochi in corso per le poltrone e le opere dell’amministrazione regionale, i sì e i no, le lotte di potere in corso fra i territori, complicano il quadro. Il timore è che si baratti di tutto per salvare là un ospedale, qui fermare una centrale, làggiù salvare un tribunale rinunziando ad altri servizi ovvero turbinando danari. Il quadro è fosco, ma sul caso di Crotta d’Adda gli interventi sono stati nitidi. Il cielo di Crotta è sgombro, per quanto si approssimino i giorni della Merla.
“Niente allarmismi inutili e carte in regola. Il parere del Parco sulla richiesta di utilizzo di acqua pubblica per la costruzione di una centrale idroelettrica a Castelnuovo Bocca d’Adda è obbligatorio; la non partecipazione alla seconda seduta della conferenza di servizi, indetta dalla provincia di Lodi, non equivale per niente ad un assenso del Parco sul progetto. Chiunque si occupa seriamente di ambiente e conosce la legge 241 del 1990 sa bene che è così!” , afferma Silverio Gori presidente del Parco Regionale Adda Sud.
In una nota i vertici del Parco Adda Sud, comunicano: “Sulla questione della richiesta della società V.I.S. alla Provincia di Lodi, a cui spetta il compito di rilasciare o meno l’autorizzazione per costruire una centrale idroelettrica a Castelnuovo, il Parco deve esprimere il parere paesaggistico/ambientale ed è ciò che i tecnici stanno esaminando, in attesa che si sblocchi la situazione legata all’approvazione del Piano Territoriale da parte della Regione Lombardia, per potere poi esprimere in via definitiva il parere di competenza sulla concessione di derivazione acqua pubblica ad uso idroelettrico.
Il progetto riguarda una centrale diversa dalle convenzionali e già in funzione di 2 MW di potenza. Occorre quindi di un esame approfondito, per verificare tutti gli aspetti ambientali e paesaggistici di una trasformazione potenzialmente molto impattante per il territorio; infatti la diga prevista, seppur mobile, crea un bacino d’acqua di circa tre metri superiore al livello medio attuale e quali siano gli aspetti ambientali negativi o positivi sono al vaglio dei tecnici del parco.
L’utilizzo dell’acqua per impianti energetici già da tempo è presente nel Parco, oltre alle tre centraline esistenti e che producono circa 6 mw, altre richieste sono in attesa di parere, che il Parco valuterà nei prossimi mesi. Certo è che l’energia prodotta in questo modo pur se definita “pulita” richiede che il Parco valuti con attenzione tutti gli aspetti, per non stravolgere l’ambiente che in trent’anni si è faticosamente ricostruito, in un territorio in cui, con altrettanta fatica, si sono eliminate industrie
insalubri e cave in alveo che operavano senza controllo e tante altre presenze “scomode” che deturpavano il nostro mondo rivierasco.”
Conclude Gori: «L’ambiente è una cosa preziosa, che va salvaguardata.»
Giuseppe Torchio commenta così la notizia su facebook: “I rilievi del comune di Crotta e delle associazioni agricole, anche in relazione all’innalzamento di 3 metri della falda, sono stati ribaditi e ampliati dal Consorzio di Bonifica Dugali e dal forum delle associazioni ambientaliste. Ora sì attende la valutazione dell’Autorita’ di Bacino del Po di Parma anche in relazione al SIC a valle e alle interferenza con i nuovi lavori (scala risalita pesci) alla limitrofa diga di Isola Serafini. Anche la provincia di Cremona, finora silenziosa, negli ultimi tempi sta alzando il tiro. Speriamo che, nel frattempo, non si cerchi di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.”