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Centrodestra allo sbando: quanto chiasso per un 12%…

Creato il 22 dicembre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Berlusconi non muore mai, si fidanza (gosh!) e gioca l’ultima carta nel contenitore della domenica pomeriggio di Canale5. La Russa, come ampiamente prevedibile, forma un nuovo partito a cui aderisce la Meloni, forte del consenso dei movimenti giovanili, recentemente vista in braccio a  Crosetto. Gli ultimi sospiri di una bestia affamata… Siamo alla macchietta: lo diciamo da mesi, è inutile ripetersi ma certe volte giova all’autostima. Il centrodestra italiano è ormai un ricordo: a pezzi, come la reputazione di quello che adesso vorrebbe riciclarsi come “padre nobile”, dopo aver ceduto ai continui richiami del popolo italiano, disperato per aver perso l’alchimista più prolifico ed ispiratore (per Crozza&co.).

L’errore del 2009, quello di aver fatto confluire in un’unica formazione le esperienze politiche di AN e PdL, è irreparabile: il patrimonio di voti, complici il sostegno al governo Monti e l’impopolarità dovuta ai casi di peculato dei dirigenti regionali, è ormai irrimediabilmente compromesso. Un’ipotesi ottimistica (non di quelle commissionate agli istituti di indagine statistica da Berlusconi) non può collocare le rovine del PdL oltre un fisiologico 12-13% di preferenze.

Il Silvio nazionale è ormai meno credibile dell’apocalisse (rinviata) dei Maya: si presenta da Barbara D’Urso, dice di essere fidanzato, perde il voto delle casalinghe che non vedono di buon occhio la relazione di un settantacinquenne con una donna che potrebbe essergli nipote. E non è tutto: dopo le coltellate inferte dall’Imu, vista un po’ come il contraltare della famosa ICI, in quanti sono disposti a credere all’ennesima lusinga berlusconiana? Mai più tasse sulla casa è forse possibile, se ci si adoperasse in modo più risoluto verso la vera evasione fiscale, quella fatta di imprenditori che dichiarano 20000  euro l’anno e dipendenti strapagati a 25000.

Il centrodestra è ormai una mandria all’impazzata.

La Russa ci prova: insieme a Crosetto e alla Meloni, il gigante e la bambina, rifonda Alleanza Nazionale dopo aver defenestrato Fini. La fantasia è davvero poca: perenne il tricolore, perenne l’azzurro e il bianco, perenni le facce troppo vecchie per poter ispirare il rinnovamento. La stessa Meloni, che piaccia o meno, è stata già classe dirigente ed il semplice fatto di essere sotto i 40 non dà automaticamente il diritto di parlare di rinnovamento. Crosetto, in teoria, dovrebbe essere il volto nuovo e spendibile di questo pseudo centrodestra nazionale,che si chiama come la canzoncina che i calciatori cantano ai Mondiali. E’un vero peccato, perché la credibilità e la popolarità del cuneese è certo maggiore di quella che possono vantare gli stessi La Russa,Gasparri, Meloni.

Una scelta obbligata, forse: d’altronde la Meloni ha i voti, Crosetto le idee, La Russa un’ottima dose di populismo che usa per candidare in pectore i due marò, appena rilasciati in permesso speciale dalle forze indiane.

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Con tutto il rispetto per i due soldati italiani, crediamo sia poco opportuno. Benché non insolito: se la Minetti ha potuto partecipare ad assemblee di un consiglio regionale ed Eraldo Isidori può andare in Parlamento, i marò sono più che candidabili. Tanto, vista la loro vicenda, godranno di ottima visibilità.

Ma guai a parlare di programmi. Non sia mai.
Cari Crosetto, La Russa, Meloni mi dispiace: non avrete il nostro voto, né quello della maggior parte degli italiani.


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