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Centrodestra, questione di numeri

Creato il 15 ottobre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

In rete impazza il dibattito tra i simpatizzanti del PdL e la falange del Movimento 5 Stelle. Motivo del contendere? Le presenze al comizio di Grillo in un paesino del catanese. Ma al comizio di Musumeci (PdL)…

  La campagna elettorale, si sa, è fatta di batti e ribatti, di colpi inferti e sofferti, di manipolazioni mediatiche e sputtanamenti sui social network. Tutto fa brodo, specialmente a meno di due settimane dalla giornata elettorale del 28 ottobre prossimo,  importantissima data per tutta la politica italiana: capiremo finalmente quanto abbiano inciso i Fiorito, i Lusi, i Lombardo sulle scelte del corpo elettorale isolano che, inutile nasconderlo, risente ancora di una sorta di sudditanza psicologica nei confronti di coloro che per decenni hanno promesso case e lavoro per i siciliani. 

Adesso voltiamo pagina.

Grillo arriva in Sicilia, ci arriva nuotando attraverso lo stretto, mediaticamente è una scelta geniale che potrebbe essere valsa almeno lo 0,5% di suffragi in più al M5S (non si sottovaluti una siffatta percentuale, guadagnata in poche ore peraltro). Peccato che poi rilasci proclami piuttosto discutibili, ma fa parte del copione: dice alla gente quel che vuole sentirsi dire, paragona il suo sbarco a quello degli americani e di Garibaldi. Fa spettacolo, offre all’uditorio quello che vuole.

E se in questo momento, i potenziali elettori, non vogliono sentirsi promettere il lavoro e tutte quelle balle  in cui eccellono i politici di professione, è logico che il comico genovese si lasci andare a dichiarazioni più o meno condivisibili. Ma l’argomento non è questo. Perché succede che, nel bene e nel male, Grillo riempia le piazze che visita, a differenza dei politici di professione che ormai sono odiati dagli elettori. 

La gente vuole il demagogo, il populista, con buona pace dei partiti tradizionali che ereditavano grandi ideali, svenduti alla logica della malapolitica. Un giullare salverà l’Italia? Non crediamo, ma di certo innesca uno di quei dibattiti per cui noi di IPQMP andiamo matti.

Succede così, che Meridiana, una testata online vicina al deputato del PdL Catanoso (collegio di Acireale, provincia di Catania), non renda giustizia ad una piazza abbastanza piena per il comizio-spettacolo di Grillo. O meglio, più che non rendere giustizia, definisce “un flop” (qui il pezzo in questione) di pubblico la performance del comico genovese, attestando non più di 800 persone, motivate più dall’interesse di sentire qualche barzelletta divertente che non da quello di vedere esposti programmi elettorali. Inutile sottolineare che Grillo parlasse in Piazza Duomo, ad Acireale. Come dire, un forestiero entra in una roccaforte elettorale pidiellina (quella dell’editore del giornale on line, per intenderci!), semina discordia, raccoglie consensi e deve uscirne a pezzi. Ma purtroppo non finisce esattamente così.

Dalla rete partono gli strali: insulti, offese, velate minacce all’indirizzo della redazione, resasi colpevole di cattiva informazione. Gesti deprecabili e poco condivisibili, ma motivati da una serie di fotografie e di filmati che ritraggono una piazza abbastanza piena. Il popolo grillino leva gli scudi, la kermesse di Acireale si è conclusa più che positivamente, l’effetto Grillo c’è ed è palpabile.

In pratica si è realizzato l’effetto Wikipedia, già ben descritto dal comico genovese nei suoi show: scrivi qualcosa, qualcuno si accorge che hai detto una baggianata, te lo fa notare più o meno delicatamente, più o meno velatamente. I grillini sono molto edotti delle logiche della rete, i loro insulti sono risibili e le minacce poco credibili, ma gli affondi verbali non perdonano.

Prevalgono gli sfottò, autentici protagonisti di quello che diventa un ostracismo a base di pernacchie: un video ritrae Micciché che parla ad almeno 50 persone, un utente fa notare che quella di Santa Caterina è davvero una piazza vuota, chi invoca il pallottoliere, chi l’intervento dell’ordine dei giornalisti per una notizia che, ai più, appare tendenziosa.

Insomma, al popolo grillino non è piaciuta la personalissima interpretazione della redazione del giornale online.

Fa parte del gioco, può starci: forse la “notiziaccia” è scaturita da un’abitudine che appartiene più alla carta stampata che alla pagina online. Difficilmente una simile informazione, riportata su un quotidiano cartaceo, avrebbe fatto scaturire siffatto dibattito. Infatti l’acquirente di un giornale di partito è un consumatore fortemente motivato, che va ad acquistare il quotidiano ben sapendo che tipo di articoli ci troverà dentro. Ma la rete si offre “as is”, a chiunque abbia tempo (e voglia) di leggere pareri diversi. E se dici qualcosa di poco attendibile presti il fianco ad attacchi di vario tipo.

Nella logica del giornale schierato la notizia è pienamente legittima, in quella della testata online un po’ meno, e si risolve in un boomerang che torna indietro e colpisce in testa la redazione, provocandole un bernoccolo pieno di commenti e critiche.

La redazione di Meridiana si barrica, prova a difendersi, incassa fior di insulti,cita altri organi di informazione che avevano fatto la stessa constatazione.

Ma il popolo dei grillini non si ferma, la polemica prosegue e non accenna a finire.

Però qualcosa questa storia deve aver insegnato. Altro candidato, altro comizio, altra rissa telematica: stavolta,ad essere sul palco (anzi, sul balcone insieme al primo cittadino di Acireale) è proprio il candidato del PdL Nello Musumeci. In piazza, secondo la stessa pagina web che aveva condiviso il parere di Meridiana sul comizio di Grillo (ma di questa valutazione non abbiamo trovato traccia), non più di 250 persone. Le immagini disponibili ritraggono solo gli alti gradi del partito,non si inquadra la platea, non ci interessa conoscere i motivi di queste scelte di montaggio di alcuni filmati che circolano in rete, anche se possiamo facilmente desumerli.

Per Grillo ne erano accreditati 800,per Musumeci ancora meno. O non si sa più contare, o davvero il PdL è al colpo di rivoltella, anche nei feudi tradizionalmente vicini alla (pseudo) destra siciliana.

Il messaggio del PdL è ormai perduto: la credibilità di queste vecchie bagnarole della politica è la stessa di quelle catene di sant’Antonio che promettono denaro dal parente lontano, qualora si provveda ad inviare la somma di un paio di migliaia di euro per espletare la pratica notarile (questo link chiarirà il concetto).

E’un  fallimento su tutta la linea: per anni il PdL ha fondato il proprio successo sulla credibilità dei propri candidati (con quello che c’è in giro, in effetti, Musumeci è il candidato più spendibile) ma le scelte scellerate (leggasi appoggio al governo Monti e alla prima esperienza Lombardo, più l’aver sostenuto governi zeppi di personalità dalla dubbia competenza) hanno dilapidato un patrimonio di suffragi che sarà difficile riconquistare, adesso che il popolo sembra essere meno interessato alle promesse da marinaio…

Centrodestra, questione di numeri

Gli “800″ spettatori presenti al comizio di Beppe Grillo, ad Acireale.


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