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Centropadane, festa d’addio del direttore Acerbi con 48 dipendenti: un quarto d’ora iniziale di filippica anti-Balotta

Creato il 09 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Quel Balotta dev’essere veramente terribile, almeno visto dalla direzione di Centropadane, la società che gestisce da anni senza concessione l’A21 e che ha come ragione sociale la costruzione della Cremona-Mantova (!?!). Ci saranno strategie che non capisco anche perché non le conosco e Centropadane non ha certo obbligo di rispondermi. Ho chiesto informazioni chiamando lo stesso direttore Francesco Acerbi più volte per sentire che spiegazioni offre, la segreteria mi ha anche annunciato risposte imminenti, che purtroppo, dico sinceramente, sono sfumate. Se il direttore uscente volesse rispondere o il nuovo direttore Alessandro Triboldi desiderasse farlo, naturalmente nel contesto della comunicazione aziendale, tanto piacere.

E chissà che cosa risponderebbe Francesco Acerbi alle domande del comitato contro l’autostrada Cremona-Mantova, qui varie volte riportate. Ma non ha risposto mai.

Un quarto d’ora di filippica anti-balottiana: una libera iniziativa dell’Acerbi, una manifestazione di pensiero che ha criticato gli interventi critici di Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia e prima segretario regionale della Fit Cisl.

Francesco Acerbi è stato d’altra parte direttore per quindici anni quindi sa molte cose non solo della Cisl e di Legambiente.

L’esternazione era interna, davanti ai 48 dipendenti su 220 circa che hanno partecipato alla festa d’addio, alla quale il dirigente ha invitato tutti. Esternazione interna e trapelata. Nulla di male. Libertà di parola e di critica possono anche informare il dibattito dandogli più sostanza, peccato che l’ex direttore non abbia voluto (o potuto, non lo so, non lo posso sapere) esprimersi pubblicamente.

Tutti i dipendenti di Centropadane mantengono il loro posto di lavoro: se mai ci fossero in futuro riduzioni di personale (ma nessuno ne ha parlato e questo fa molto piacere), i pensionamenti, in vari modi, offrirebbero una via d’uscita non traumatica, come qui è già stato scritto.

 


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