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Centropadane: politica debole, sindacato forte, orizzonti da rinverdire

Creato il 24 maggio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Una società con oltre duecento dipendenti dovrebbe trovare il modo di rilanciarsi in modo utile per il territorio. Qui non importa che partito vinca la sfida, ma l’avvenire di Centropadane. Per tanti anni è stata munta dagli enti locali che hanno lucrato dividendi per investire con opere contestate (Cremona-Mantova, terzo ponte). I biglietti sono aumentati, ma i vantaggi per i cittadini? Se la società non trova un guizzo e non riprende un andamento palesemente positivo, senza più debiti con le banche, cause contro lo Stato – anche se giuste, quanto al risarcimento danni per la corda molle – il danno aumenta e nessuno dovrebbe rallegrarsene. Il Corriere della Sera, edizione di Brescia, ha spiegato la lotta fra Lega e Forza Italia. Possibile che questo sia l’avvenire? Ancora liti? C’è la possibilità di una svolta. Tra cda e sindacato dovrebbe, in teoria, formarsi un consenso: la gestione dovrebbe tutelare anche il lavoro oltre al bilancio. Per il momento si vede che la svolta è enorme, dopo l’era di Augusto Galli (Pd), ma il futuro ancora non si chiarisce. 

il corriere della sera, Brescia

CREMONA – Tensione massima in Centropadane. Il gruppo di Forza Italia della provincia di Brescia protesta perché la Lega non avrebbe rispettato i patti. Gli azzurri avevano indicato Virginio Bettinsoli, ma dall’assemblea dei sogni ieri a Cremona in via Colletta è uscito lo stesso Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia, autonominato secondo i critici. Si parla anche di un possibile ricorso. Cremona comunque perde dopo vent’anni anche la presidenza di Centropadane. Dure critiche alla gestione passata provengono anche da Legambiente Lombardia, tramite un comunicato di Dario Balotta, che segnala la dimenticanza di opere di mitigazione e compensazione ambientale e chiede al nuovo cda di rompere con le dinamiche del passato e quella voglia poco comprensibile di costruire l’autostrada Cremona Mantova e il terzo Ponte, opere non giustificabili dai flussi di traffico. Gli investimenti compiuti, durante i lunghi anni di presidenza cremonese, hanno previlegiato per la gran maggioranza il territorio bresciano. Entrano in gioco altri fattori, anche politici, visto che gli enti locali detengono ancora il 45%. Sempre Dario Balotta sostiene che il recupero di autonomia nei rapporti con costruttori e banche e l’abbandono dei maxi progetti è la strada maestra per ridare ruolo e dignità a una azienda che grazie alla frammentazione degli azionisti pubblici e alla assenza di controllo e indirizzo del ministero dei Trasporti ha cambiato, peggiorandola, la sua missione originaria. Fanno pensare le dichiarazioni di Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia ma anche componente del cda di Brebemi, A4 e Tangenziale Esterna, il quale parla di una possibile rete di autostrade che comprenda anche l’A21, oltre alle tre in cui figura lo stesso Bettoni come amministratore.

Daniele Molgora succede ad Augusto Galli, in quota Pd. Il vicepresidente è cremonese: l’avvocato Giovanni Guareschi. Consiglieri sono Gian Domenico Auricchio, Cesare Betti, Alberto Sciumè, Bruno Bedussi, Tiziano Pavoni, Cristiana Almici, Simone Bossi, Eugenio Maffetti, Gabriella Costantini.

Chiunque sieda nel consiglio d’amministrazione dovrà scegliere se proseguire o no le buone relazioni sindacali. I rappresentanti dei lavoratori sono stati eletti recentemente: su 215 dipendenti hanno votato in 192, un’affluenza elevata, dell’89,3%. Due seggi su cinque alla Fit Cisl.

 

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ieri sera


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