La giunta della Provincia di Cremona ha messo in programma di esaminare un ordine del giorno aggiunto, che riguarda la cessione delle azioni di Autostrade Centropadane, che gestisce l’A21 Cremona-Brescia. Si è creata dentro Comunione e Liberazione una dinamica lacerante, tutta da verificare. Si dice che il presidente Salini sia contrario alla vendita, come risulterebbe dall’ultima riunione della commissione Garanzia, durante la quale sarebbe trapelata dell’amarezza nelle parole saliniste. La potente Leonessa d’Italia, però, ha un peso molto maggiore, da far impallidire Cremona. Il Comune di Brescia, che detiene il 12% delle quote e la Provincia di Brescia, che ha il 15%, hanno deciso di vendere a circa un milione di euro al punto percentuale. Dunque 27 milioni di euro, un incasso considerevole. Salini sosteneva che è tutta colpa della pressione delle normative nazionali, si sa quando detesti Mario Monti che ha cacciato di nido il suo Berlusconi.
L’autostrada A21 vista da Brescia
Ma spunta un’altra verità, in un quadro davvero complicato. Il sindaco di Brescia Paroli, anche lui dell’area di Comunione e Fatturazione, cede le quote senza dir niente agli altri soci di Centropadane, mentre il presidente della provincia di Brescia Molgora prima sostiere di non volerne sapere, poi però lascia indifese sul piatto, in bella mostra e in vendita, le azioni della Provincia, anche se un’altro ciellino (militante o d’area) ha detto no, e si parla dell’ex assessore provinciale alle infrastrutture, il Parolini, assurto al soglio di consigliere regionale lombardo. Bell’esempio di cattolica armonia. Ognuno se ne va per i fatti suoi e malVezzi ovviamente peggiore le cose, ci mette un vezzo in più (sempre se è vera questa ricostruzione, di cui si vocifera fra Cremona e Brescia, da casello a casello, fra Ghedi, Pontevico e Cremona, da Brescia a Brescia Sud, ma i fatti stanno dando ragione a questa ricostruzione, almeno per ora). Che ha deciso l’intraprendente Malvezzi? Non dice niente agli altri soci, ma il Comune di Cremona ha messo le sue azioni sul mercato come se non si trattasse di una società.
In realtà la società è una sola, tutte le componenti sono di centrodestra, addirittura dominano i ciellini, ma in modo clamorosamente individualistico. Ciascuno per se, Centropadane a tutti, anzi al miglior offerente. Ma che strategia ha una società simile, dove non ci si parla nemmeno tra soci? Chi ha ideato un piano così strampalato?
Oppure veramente si procede senza regia? Non resta che i fatti, in futuro, diano maggior forza o smentiscano questa Comunione e Liberazione che ha quattro soci e quattro linee diverse!
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