Oggi vi narriamo la storia di un piccolo pesce palla, specie della quale, fino ad ora, non erano note le abilità artistiche. L’animale, famoso invece in tutto il Giappone per essere una prelibatezza culinaria che può causare intossicazioni lievi o addirittura la morte se tagliato e servito nel modo sbagliato, pare essere l’artefice di misteriosi cerchi subacquei.
Durante un’immersione nelle acque di Amami Oshima, il fotografo giapponese Yoji Ookata, esperto sommozzatore e fotografo subacqueo, si è imbattuto in bizzarre formazioni circolari disegnate sul fondale sabbioso, a circa 25 metri di profondità dalla superficie.
Questi enormi segni circolari tracciati sulla sabbia, che tanto ricordano i famosi cerchi nel grano celebrati dagli appassionati di Ufo, hanno un diametro di 60-70 cm e sembrano essere stati meticolosamente disegnati in modo tale da creare creste simmetriche disposte in cerchi concentrici.
L’origine di questi “disegni” di straordinaria bellezza, per qualche tempo è rimasta un mistero, fino a quando Ookata ha deciso di scoprire il “colpevole” di questa vera e propria opera d’arte subacquea.
Come rivelato da uno speciale televisivo giapponese, basato sui filmati ripresi dalla telecamere di Ookata, gli strani segni non sono stati causati da alieni o da correnti sottomarine, ma, più semplicemente, da un piccolo pesce palla. Con l’aiuto di una sola delle sue pinne, il piccolo “artista” lavora giorno e notte per creare queste strutture circolari. E non solo. Questi pesci sono stati osservati mentre spaccano alcune conchiglie con il loro becco per ottenere piccoli frammenti da utilizzare, si pensa, come decorazioni per abbellire ulteriormente i loro disegni.
Durante le analisi, il fotografo e la sua equipe hanno osservato un esemplare maschio trascorrere giornate intere a creare queste creste circolari sul fondo dell’oceano, facendo sbattere solo una pinna. Oltre ad essere opere d’arte, questi cerchi hanno anche uno scopo ben preciso: attirare le femmine per l’accoppiamento e deporre poi le uova al centro del disegno. Secondo gli scienziati che hanno condotto la missione, le uova, così facendo, sono effettivamente più protette. I cerchi infatti neutralizzano le correnti e le rendono meno sensibili ai predatori.
I maschi più “creativi” inoltre, realizzando ambienti complessi ed articolati, pare attirino un maggior numero di femmine.
La località dei disegni nella sabbia è Amami Oshima, un’isola semi-tropicale che fa parte del gruppo delle isole Amami, nell’arcipelago giapponese di Ryukyu. Tra le specie che popolano questa regione del Pacifico ci sono anche quelle appartenenti alla famiglia dei Tetraodontidae, comunemente noti come pesci palla. Questa famiglia comprende 185 specie di pesci d’acqua dolce e salata, diffusi per la maggior parte nelle acque tropicali del globo.
Il nome scientifico è di derivazione greca, e significa letteralmente “quattro denti” con riferimento alle quattro placche dentarie caratteristiche di questi pesci. Pur non essendo un ottimo nuotatore per via della rigidità del suo corpo, il pesce palla non risulta essere preda ideale, poiché dotato di due particolari sistemi di difesa. Egli è in grado di ingurgitare rapidamente grandi quantità di acqua, diventando molto grande e quindi difficile da inghiottire anche per predatori di grosse dimensioni. Inoltre la sua carne contiene un veleno molto potente, la Tetradotossina, una neurotossina che inibisce la funzione respiratoria, portando rapidamente alla morte chi ne ingerisce le carni.
In Italia, proprio per questo motivo, dal 1992 è proibito il commercio a scopo alimentare. In Giappone, paese dedito al consumo di questa pietanza, si riscontra ogni anno un elevato numero di casi d’intossicazione e di morte dovuto al consumo di questi pesci. Ciò accade perché, nonostante le istituzioni locali rilascino il nulla osta alla sua preparazione solo a cuochi specializzati che abbiano seguito appositi corsi di apprendimento delle tecniche di separazione delle carni dalle parti velenose, alcuni locali propongono la portata ai clienti, mettendo seriamente in pericolo la loro salute.
La specie di pesce palla osservata da Ookata sembra aver elaborato una strategia del tutto differente durante i suoi ultimi 80-100 milioni di anni di evoluzione. La serie di creste che decorano i cerchi non hanno solo una funzione visiva: servono soprattutto per mitigare le correnti oceaniche, proteggendo le uova ed evitando di esporle a potenziali pericoli. Anche le conchiglie frantumate sembrano avere un altro scopo oltre a quello decorativo, visto che potrebbero essere la prima fonte di nutrienti a disposizione dei nascituri.
La storia del piccolo pesce palla, abile decoratore di fondali oceanici, si conclude suscitando tutta la nostra ammirazione per questa figura di “novello Romeo”. A lui giungano le nostre congratulazioni più sincere per avere pensato proprio a tutto, e mai come in questo caso, vale il concetto: “guardate che cosa bisogna fare, pur di conquistare una donna!”.
Written by Cristina Biolcati