Lo sapevo e ve lo avevo anche detto: la birra rosa di Ceres era un bel pesce d’Aprile. Il dubbio che la campagna Soft Ale fosse genuina ovviamente c’era ed era molto forte, devo dire che un pochino ci speravo perché non riesco a cogliere pienamente il senso di questo April Fool.
Molti gioiscono, io sinceramente non lo so.
Perché è #Win: Hanno creato buzz. Già da solo, questo singolo fatto è da considerarsi una vittoria da parte di Ceres. Far parlare di sé in maniera creativa e per così tanto tempo, quasi un mese e con un picco di attenzione nel corso dell’ultima settimana, è un colpo da maestri. L’hype ha mangiato vivi tutti quelli che sono venuti a conoscenza della faccenda (lo so che alle 10 di stamattina non sono stata solo io ad aver fatto svariate volte refresh sul sito di Soft Ale), il pesce d’Aprile era comunque carino e sappiamo che non ci sarà una birra fragola e lampone, almeno a marchio Ceres, visto che in un colpo solo hanno fatto viral marketing e analisi di mercato. Chapeau!
Perché è #fail: Prima di tutto, se restano i prodotti già esistenti non vedo quale fastidio potrebbe darmi la presenza di un’ulteriore birra sul mercato, insomma, di alcool non ce ne è mai troppo. Inoltre non sono sicura che la regola purché se ne parli sia da considerarsi sempre valida, e prima o poi JD si stancherà di bere AppleTini. Dico questo perché sto guardando la faccenda dall’ottica di una persona che (professionalmente parlando) è nata e cresciuta sul web e che nel corso degli ultimi 15 anni – tipo metà della mia vita – ha visto accadere tante cose sull’internet e che ha avuto account IRC, MySpace, Digiland ebbasta che divento nostalgica. Perché il lasciare libertà agli utenti di scrivere messaggi senza alcun tipo di filtro o censura ha ovviamente portato alla presenza sul wall del sito dedicato alla MaiFuSoftAle di bestemmie, insulti e quanto altro si può pensare di digitare. Insomma, una scelta che può penalizzare la tua web reputation quando sei un brand.
Ma comunque, hanno fatto sempre meglio della Wind.