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Certificati di Deposito, ormai titoli di seconda scelta

Da Mrinvest

Certificati di Deposito, ormai titoli di seconda sceltaI Certificati di Deposito rappresentano uno strumento di raccolta bancario. Sono titoli che vengono emessi da una banca a fronte del deposito di una somma di denaro vincolata a una scadenza prefissata. In pratica il risparmiatore fa un prestito a tempo determinato alla banca, la quale corrisponde un tasso di interesse stabilito in anticipo.
Durata e tipologia. I Certificati di deposito
sono titoli di credito nominativi o al portatore. La tipologia al portatore di solito ha una durata massima di 12 mesi. Hanno una durata che varia dai 3 mesi ai 5 anni e possono essere a tasso fisso (con cedola annuale o semestrale, più raramente trimestrale o mensile), o a tasso variabile (con cedola trimestrale o semestrale di importo indicizzato a uno o più parametri di riferimento – rendimento dei Bot, tassi delle obbligazioni emesse da istituti mobiliari, ecc.). Possono essere anche con formula zero coupon (cioè senza cedola, sottoscritti sotto la pari e rimborsati alla scadenza al valore nominale, così come accade per i BOT, con pagamento degli interessi alla fine del vincolo), o in valuta (a tasso fisso o variabile, in cui sia le cedole sia il capitale sottoscritto e rimborsato sono espressi in una moneta straniera). Esistono anche i certificati di deposito cosiddetti strutturati, con particolari sistemi di indicizzazione che, pur garantendo un rendimento minimo ed il rimborso del capitale, consentono di speculare sul futuro andamento di variabili finanziarie, come gli indici di Borsa o i tassi di cambio dell’euro nei confronti di una o più valute estere, o le commodity, cioè le materie prime.
Tassazione. Dal punto di vista fiscale i certificati di deposito sono soggetti ad una ritenuta a titolo di imposta del 27%. Da giugno 1996, l’aliquota fiscale sulle scadenze superiori ai 18 mesi è stata portata dal 12,5% al 27%, penalizzandoli fortemente.
Garanzie. I certificati di deposito godono della garanzia prevista dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che copre fino a 103.291,38 euro per investitore.
Rischi tipici. Sono di ordine tecnico. Come l’impossibilità di beneficiare di eventuali rialzi dei tassi nel caso di certificati di deposito a tasso fisso. O come nel caso di riduzione dei tassi in presenza del tasso variabile. O di variazione sfavorevole dei tassi di cambio nel caso di certificati di deposito in valuta estera.
Liquidità. I certificati di deposito con scadenza inferiore ai 18 mesi non possono essere rimborsati prima della scadenza, quelli con scadenza superiore ai 18 mesi possono essere rimborsati. Non esiste un mercato secondario. L’investitore che intende liquidare anticipatamente il certificato può farlo solo attraverso la banca emittente, che ha la facoltà di riacquistare i titoli.
Rendimento. In passato i certificati di deposito avevano avuto un grande successo, ma la proliferazione di prodotti di investimento alternativi e la tassazione elevata, li hanno lentamente trasformato in strumenti di allocazione del risparmio ormai obsoleti, facendo loro perdere progressivamente quote di mercato a vantaggio delle obbligazioni. I rendimenti vanno da uno 0,8% netto con vincolo di 3 mesi, al 1,82% netto con vincolo di 60 mesi. Oggettivamente sono più convenienti i conti di deposito online o i pronti contro termine.


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