“….Gli uomini devono sapere che da niente altro se non dal cervello deriva la gioia, il piacere, il riso, il divertimento, il dolore, il pianto e la pena. E attraverso esso noi acquistiamo la conoscenza e le capacità critiche, e vediamo e udiamo e distinguiamo il giusto dall’ errato … E attraverso il medesimo organo noi diventiamo pazzi e deliriamo, e temiamo e il terrore ci assale …..” Ippocrate (quinto secolo a.C.)
Quanto leggerete ora è in massima parte tratto dalla pubblicazione prodotta a cura della NIDA (National Institute on Drug Abuse)
Pensate che alcune droghe possono rilasciare dopamina da 2 a 10 volte in più degli stimoli naturali.
La velocità dell’effetto dipende anche dalla modalità con cui si assume la sostanza: in alcuni casi può essere immediato (ad esempio quando le sostanze vengono fumate o iniettate) e mantenersi più a lungo di quello prodotto dagli stimoli naturali. Gli effetti risultanti sul circuito del piacere cerebrale superano quelli prodotti dai comportamenti naturalmente gratificanti come il sesso ed il cibo e sono di tale potenza compensatoria che motivano fortemente le persone ad assumere le sostanze nuovamente.
Ma che cosa accade al cervello se si assumono droghe?
Esattamente come ci accade di ridurre il volume della radio quando questo è troppo alto,
Il cervello aggiusta la sorgente di sovrastimolazione della dopamina (o di altri neurotrasmettitori) producendo meno dopamina o riducendo il numero dei recettori che possono ricevere o trasmettere i segnali.
Come risultato accade che l’impatto della dopamina sul circuito della ricompensa del cervello di un individuo che utilizza droghe può divenire anormalmente basso, e così viene ridotta la possibilità di esperire alcun piacere. Questo spiega perché chi abusa si sente giù, privo di vita, depresso ed incapace di gioire delle cose che precedentemente sembrava gli dessero piacere.
Chi abusa quindi necessita di assumere droghe per riportare il funzionamento della dopamina come era normalmente. Per riavere questo è necessario riassumere quantità sempre maggiori di sostanza..
Questo effetto è conosciuto come tolleranza.
Come vengono modificati i circuiti cerebrali dall’assunzione protratta di droghe?
Noi sappiamo che lo stesso tipo di meccanismi, implicati nello sviluppo della tolleranza, possono portare a profonde modificazioni nei neuroni e nei circuiti cerebrali, potendo compromettere in modo grave e per lungo tempo la salute del cervello.
Ancora, utilizzare droghe per lungo tempo può scatenare adattamenti nelle abitudini o nei sistemi di memorizzazione inconscia.
Il condizionamento è un esempio di questo tipo di apprendimento
Gli stimoli ambientali vengono associati con l’esperienza della sostanza e tali stimoli possono scatenare desideri incontrollabili se l’individuo viene esposto a questi stimoli successivamente anche senza che la droga sia di per sé disponibile; questo riflesso appreso è estremamente robusto e può emergere anche molti anni dopo l’astinenza.
L’area prefrontale è la sede elettiva delle funzioni razionali e del controllo del comportamento volontario. Interviene nel processo decisionale per il controllo cognitivo e comportamentale
Quali altre modificazioni cerebrali si osservano con l’abuso?
L’assunzione cronica di sostanze d’abuso distrugge anche i processi critici (di giudizio) cerebrali che interagiscono con il controllo comportamentale
Così come il continuo abuso può portare alla tolleranza ovvero alla necessità di dosi più elevate per produrre un effetto, questo può portare alla dipendenza che spinge l’individuo abusatore a cercare e ad assumere le sostanze compulsivamente. La tossicodipendenza distrugge progressivamente il self control della persona e la sua abilità a prendere decisioni corrette mentre invia intensi impulsi ad assumere le sostanze.
quando l’abuso di droghe prende il sopravvento, la capacità di un individuo di esercitare l’autocontrollo può essere seriamente compromessa. Studi di imaging del cervello di tossicodipendenti mostrano veri e propri cambiamenti fisici in alcune aree del cervello cruciali per il giudizio, gli atti decisionali, l’apprendimento, la memoria e il controllo del comportamento. Gli scienziati ritengono che questi cambiamenti modifichino il modo in cui funziona il cervello, e questo può aiutarci a spiegare e capire il comportamento compulsivo e distruttivo della tossicodipendenza.
In questa tabella sono elencati alcuni dei fattori che possono contribuire ad aumentare il rischio di rimanere intrappolati nel labirinto droga. Come si vede, però, sia l’individuo che famiglia e scuola, possono attivare comportamenti positivi che riducono tale rischio.
Per quanto riguarda gli adolescenti, sono gli amici e i conoscenti ad avere maggiore influenza. Amici che abusano di droghe possono indurre anche ragazzi, che non presentano fattori di rischio, a provare le sostanze per la prima volta. Scarsi successi scolastici o ridotte abilità sociali possono mettere un bambino ad ulteriore rischio di abuso di droghe.
C’è poi un altro fattore che pone gli adolescenti (e le persone con disturbi mentali) fra i soggetti a maggiore rischio di abuso di droghe e di sviluppo di dipendenza rispetto alla popolazione generale.
La ragione è da ricercarsi nella non ancora raggiunta maturità cerebrale
Le aree giallo, verde, arancione rappresentano le aree di immaturità cerebrale particolarmente presenti nei primi anni di vita che vanno via via riducendosi col progredire dell’età fino a raggiungere la completa maturazione, rappresentate dal colore blu-viola dopo i 20 anni.
Il cervello comincia la sua maturazione acquisendo stimoli del mondo esterno sin dalla nascita, ma completa tale processo tra i 20 e i 21 anni con importanti varianti individuali.
• Durante tutto questo processo le cellule cerebrali sono particolarmente sensibili e la loro crescita può essere facilmente alterata e deviata dai forti stimoli provenienti dall’ esterno quali per l’appunto quelli prodotti dalle droghe e dall’alcol.
• Risulta evidente che, in questi casi, un cervello in piena maturazione non potrà avere uno sviluppo fisiologico ma sarà deviato dalla sua naturale evoluzione.
• Queste sostanze scardinano importanti e delicati sistemi neuropsicologici all’interno di un sistema cerebrale in piena maturazione, provocando, oltre a documentabili danni fisici, anche il persistere di percezioni alterate del proprio essere e del mondo esterno.
• Queste percezioni vengono memorizzate dall’individuo creando una distorsione cognitiva che può permanere per moltissimo tempo se non addirittura per tutta la vita, condizionando il“sentire”, il“pensare”, il“volere”e, in ultima analisi, il proprio comportamento.
Da tenere bene a mente:
La tossicodipendenza è una malattia dello sviluppo che di solito inizia durante l’infanzia
o l’adolescenza.
Oltre alle droghe come tabacco, alcool, cocaina, marijuana eroina, anfetamine, anche il cibo, il gioco d’azzardo, il web possono scatenare dipendenze agendo sui sistema di gratificazione del cervello.
Ecco alcuni link per approfondire.
http://www.lescienze.it/argomento/dipendenze
http://www.lescienze.it/news/2014/04/08/news/dipendenza_gioco_azzardo_insula_iperattiva-2089026/
http://www.lescienze.it/news/2008/08/06/news/dipendenti_fin_dalla_prima_sigaretta-578634/
http://www.lescienze.it/news/2004/03/08/news/la_risposta_cerebrale_all_alcool-586839/
http://www.lescienze.it/news/2011/11/17/news/uso_di_droghe_illegali_e_obesit_nell_adolescenza-666676/
http://www.neuroscienzedipendenze.it/