«Mi assumo le mie responsabilità politiche e militari, ma, attenzione, non ho ucciso nessuno», torna a ripetere Cesare Battisti che si è sempre proclamato innocente per i quattro omicidi a lui attribuiti: «Ero solo una ruota del carro in una delle innumerevoli organizzazioni di estrema sinistra allora in guerra con lo Stato». Il suo dossier giudiziario, prosegue, è «circondato dal vuoto» e la condanna si basa «sulla fede nelle accuse di un solo e unico pentito, Pietro Mutti, il capo del nostro gruppo, che ha collaborato in cambio di una riduzione della pena. È l’inverso del sistema giuridico italiano». Battisti se la prende poi con le autorità italiane, accusate di «voler far espiare i sogni» ai militanti degli anni Settanta: «Sono stati fatti errori, è evidente. Pretendere di cambiare la società con le armi è una cavolata. Ma in fondo, all’epoca tutti avevano delle pistole! C’erano guerriglieri nel mondo intero. L’Italia viveva una situazione prerivoluzionaria… è facile oggi criticare e fare di tutta l’erba un fascio». (Fonte: Ansa)
Oggi Cesare Battisti è uccel di bosco in Brasile. Perché? Chi lo ha aiutato? Tra i suoi sostenitori in Italia: Valerio Evangelisti, Wu Ming, Sandrone Dazieri, Erri De Luca, Tiziano Scarpa, Loredana Lipperini, Pino Cacucci, Guido Chiesa, Christian Raimo… Perché queste persone difendono il fascista rosso a spada tratta? Credono sul serio nella sua innocenza? Parrebbe di sì. Quali sono i loro interessi in questa vicenda? A questi e a molti altri interrogativi qui si cerca di dare una risposta.
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