La carneficina ad Utøya
Dopo aver fatto esplodere l'autobomba nei pressi degli uffici governativi, Anders Breivik si è avviato verso Utøya, vestito da agente della polizia norvegese fingendo di cercare bombe sull'isola. Arrivato sull'isola con un traghetto, Breivik prima ha ucciso con una pistola Glock i direttori del campo, che insospettiti dalle armi avevano iniziato a fargli domande, quindi si è diretto verso i giovani raccolti in un punto di ristoro, ha estratto il fucile automatico e ha incominciato a sparare sulla folla, arrivando ad uccidere 69 giovani tra i 14 e i 20 anni. Dopo un'ora e mezza la DELTA (Unità Norvegese Anti-Terrorismo), un'élite della polizia, ha fatto irruzione sull'isola e l'attentatore si è consegnato senza opporre resistenza. Breivik, secondo alcune prime testimonianze in stato di shock, non avrebbe agito da solo, ma le ricerche e le indagini della polizia norvegese su possibili complici non hanno individuato altre persone. Infatti le testimonianze più attendibili e "a mente fredda" dei sopravvissuti della strage di Utøya hanno descritto il solo Breivik che sparava con freddezza, senza correre e senza urlare (versione dei sopravvissuti tratta dal documentario Massacro in Norvegia, io c'ero).[22] Christian Hatlo, responsabile delle indagini, ha infine stabilito che Breivik ha agito da solo.[23][24]
Anders Breivik
Il cittadino norvegese Anders Breivik ha confessato dopo l'arresto di essere il responsabile degli attentati che hanno causato la morte di 77 persone[25]. Breivik è un anti-multiculturalista, anti-marxista, sionista, anti-islamico[26] e fondamentalista cristiano, con ideologie di estrema destra, come da lui stesso affermato nel suo memoriale 2083 – Una dichiarazione europea d'indipendenza.
Anders Breivik è stato condannato a 21 anni di carcere, massima condanna prevista in Norvegia. La corte distrettuale di Oslo ha deciso per la "sanità mentale" di Breivik.
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Non ricordo in quell'occasione imbecilli in camicia verde o nera che chiesero la revoca di licenze per costruire nuove chiese!
Niente di nuovo sotto il sole. Dopo la strage di Parigi fascisti, leghisti, e altri fondamentalisti si fanno paladini della libertà di espressione. I morti di Charlie Hebdo continuano a morire ogni giorno per mano di molti che adesso sventolano le loro vignette ma solo quelle che esaltano la loro putrida autostima.
Mistero della fede, di Alessio Spataro per ANSA