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Cgil: scelte insufficienti del governo per i fondi strutturali

Creato il 30 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

“Gli effetti dei provvedimenti approvati in Cdm non rispondono alla necessaria svolta nelle misure a sostegno della domanda e del lavoro”.

Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil (flcgil.it)

Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil (flcgil.it)

E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle decisioni assunte dal governo circa la riprogrammazione dei fondi strutturali che, osserva, “non sono sufficienti a imprimere la svolta necessaria sull’occupazione nel Mezzogiorno”. L’operazione, spiega la dirigente sindacale, “ha un valore pari a 6,2 miliardi di euro, provenienti per 2,2 miliardi dalla riprogrammazione del Fondo sviluppo e coesione (Fsc); per 1,8 miliardi da quella del Piano d’azione Coesione e per 2,2 miliardi dai Programmi dei fondi strutturali 2007-2013″. “Di questi – prosegue – 6,2 miliardi, 1,2 sono già previsti nella legge di stabilità a sostegno del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Mentre per le imprese è chiaro lo spostamento di 2,2 miliardi per rifinanziare il fondo di garanzia e l’imprenditoria giovanile. Sul fronte occupazione i 700 milioni per rifinanziare la decontribuzione per l’assunzione dei giovani a tempo indeterminato nelle regioni convergenza rischiano di essere inutilizzati come il miliardo già previsto nella legge 99/13 visto l’andamento della produzione e dell’occupazione nel Sud”.

Per Sorrentino, “si poteva puntare su due misure che rafforzassero l’occupazione come il rafforzamento delle competenze dei lavoratori da riqualificare e ricollocare e il finanziamento di un progetto straordinario di servizio civile per i giovani allungando il periodo di indennità e l’età di accesso collegandolo a progetti di utilità sociale come illustrato nel piano del lavoro della Cgil”. Il segretario confederale di corso d’Italia ricorda poi: “Lo abbiamo detto al ministro Trigilia ma evidentemente l’interesse era impegnare le risorse e non dirigerle verso misure che dessero realmente risposte ai giovani e ai disoccupati”.

Infine, conclude Sorrentino, “almeno per la parte Fsc si può riprogrammare, speriamo che il governo corregga il tiro e che l’Italia non perda questa occasione; sul resto andrà analizzato bene il testo ma sia le misure sulla povertà che quelle a sostegno degli interventi cantieriabili vanno nella direzione di sostenere redditi e lavoro e che potevano essere finanziate maggiormente in particolare quelle che riguardano le politiche attive per i disoccupati di lunga durata”.

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