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Un amore di chat di Cecilia Betroni-Strozzi

Creato il 18 novembre 2013 da Nictrecinque42 @LositoNicola
Premessa
Tempo fa, più o meno nel 2005, convinsi una mia amica single, a iscriversi insieme a me a un social network che all’epoca andava per la maggiore. Quel sito web era frequentato da parecchia gente in tutto il mondo e aveva un buon numero di utenti anche in Italia. Ogni iscritto, una volta creato gratuitamente il proprio profilo, aveva a disposizione un blog, cioè uno spazio personale dove pubblicare foto, poesie, racconti, articoli, poteva commentare gli altri utenti ed essere commentato, così come avviene oggi su WordPress o Facebook. In più aveva diritto a tenere un Libro Ospiti a vista (cioè leggibile da chiunque) e dove chiunque poteva lasciare messaggi di saluto o, nella peggiore delle ipotesi, lanciare invettive contro il padrone di casa o contro i suoi amici.
Oggi, dopo l’espansione travolgente di Facebook, quel vecchio sito è decisamente in declino, ma qualche utente affezionato non cede ancora alle lusinghe dei nuovi must del web e continua a frequentarlo. Anche se abbiamo abbandonato quel social network da diversi anni, il mio profilo e quello della mia amica (entrambi sotto fantasiosi nickname) sono ancora visibili  ed è possibile leggere  tutti i nostri vecchi post. Gli utenti di quella piattaforma virtuale sono catalogati per fasce di età allo scopo di favorire incontri e conoscenze fra persone anagraficamente compatibili, cioè giovani con giovani e anziani con anziani. Naturalmente c’era chi sgarrava nel dichiarare i propri anni (e anche il proprio sesso) e quindi spesso succedevano pastrocchi, fraintendimenti e liti furiose. Tra l’altro lì era facilissimo rimorchiare donne e uomini (questa era l’attività più in auge…) perché oltre a una messaggistica alla luce del sole, c’era un servizio istantaneo di posta sul sito e una chat che permettevano di contattare chiunque accettasse uno scambio privato di informazioni.
MissCecilia1

Avatar di MissCecilia

MissCecilia, essendo una donna di grande verve e una scrittrice di valore, nel giro di pochi mesi seppe creare, su quel sito, un blog letterario aperto a collaborazioni esterne (Il Salotto di Cecilia) che fece epoca per il grande numero di frequentatori (in genere scrittori alle prime armi) che si mettevano in fila per pubblicare in quel blog le loro opere (soprattutto racconti, ma anche poesie) e ottenere così una certa visibilità in rete. Il successo – come è noto – comporta sempre grane e scocciature da parte di ammiratori e ammiratrici troppo insistenti: ben presto, infatti, la mia amica venne sommersa da messaggi privati con avances più o meno esplicite. Cecilia, per cautelarsi dai mosconi presenti a bizzeffe in Rete, si era premurata di presentarsi nelle vesti di un’attempata signorina single, perdutamente innamorata del suo capo, l’Ingegner Nando, il quale era sposato e che, pur sapendo di essere l’oggetto del suo acceso desiderio, restava fedelissimo alla moglie.  Bene, questo è l’antefatto.
Un giorno Cecilia fu bloccata in chat da un utente (che fosse un uomo che si fingeva donna o donna davvero, non saprei dirvi) il cui nickname era Blunotte e che la costrinse a una serrata conversazione che, una volta postata in Rete, ebbe un numero impressionante di letture e di commenti. La riporto nel mio blog perché ritengo questo vivace colloquio ancora attuale e sintomatico di un comportamento molto in voga sui social network.

La chat che vi propongo si svolse otto anni fa. Otto anni sono un’eternità per una società in rapida evoluzione come la nostra. La domanda che mi pongo e che pongo a voi, è: “MissCecilia è un prototipo di donna che oggi esiste ancora, oppure adesso l’universo femminile si è del tutto emancipato come Blunotte?”

Se non volete rispondere a questa domanda, provate a dare una risposta a quest’altro quesito: “Chi ha vinto la tenzone ideologica fra due donne così agli antipodi fra di loro?”.

La discussione potrebbe essere parecchio interessante per noi maschietti…

Winking smile

Buona lettura

Nicola

Un amore di chat

Blunotte: Ciao!

MissCecilia: Buonasera!

Blunotte: Come va?

MissCecilia: Molto bene. Stavo guardando il suo profilo in Rete.

Blunotte: Le piace?

MissCecilia: Parecchio. Soprattutto perché allontana scocciatori e perditempo.

Blunotte: Di uomini me ne basta uno… il mio amante… gli altri mi crescono, marito compreso.

MissCecilia: Uhm, entriamo subito nel privato…

Blunotte: Non vado oltre… a meno che non mi venga richiesto.

MissCecilia: Io invece sono ancora signorina.

Blunotte: Peccato… spero che il suo essere signorina non l’abbia privata di alcune delizie della vita.

MissCecilia: Se avesse letto il mio profilo, saprebbe com’è la mia situazione sentimentale.

blunotte: Abbastanza confusa, direi.

MissCecilia: Sono innamorata, da sempre, di un uomo sposato.

Blunotte: Pure io lo sono e ne sono follemente innamorata.

MissCecilia: Ma il mio è FSC (Fedele nei Secoli come un Carabiniere).

Blunotte: Anche il mio mi è fedele… tanto più che lo assecondo in tutti i suoi desideri.

MissCecilia: Io no.

Blunotte: Questa è una grossa colpa.

MissCecilia: Dice?

Blunotte: Una donna che ama non ha niente più di suo, è lei stessa proprietà dell’uomo.

MissCecilia: Non sono d’accordo. Io sono ancora mia.

Blunotte: È vero amore il suo?

MissCecilia: Sono innamorata del mio Capo da più di 30 anni.

Blunotte: Cosa non è funzionato?

MissCecilia: Il Suo essere fedele e io una sciocca.

blunotte: Fedele alla moglie?

MissCecilia: Certo.

Blunotte: Pure io lo ero a mio marito, poi 9 anni fa ho conosciuto lui… un vero pervertito, ma che è stato capace di aprirmi gli occhi, farmi vedere la vita in un altro modo… Io sono tornata a vivere, dopo 14 anni di letargo, 9 anni fa.

MissCecilia: E suo marito non sospetta nulla?

Blunotte: Non m’interessa affatto cosa pensa lui…

MissCecilia: Cara Blunotte, rimango un tantino perplessa…

Blunotte: Non mi separo da lui soltanto perché l’altro, che è più grande sia di me sia di mio marito, ha una moglie.

MissCecilia: La storia si complica.

Blunotte: Per niente… fila via in un modo stupendo da 9 anni.

MissCecilia: Certo che gli uomini sono proprio ciechi.

Blunotte: Posso chiedere perché lei è rimasta fedele a una persona che non ha compreso il dono che lei era pronta a offrirgli?

MissCecilia: Una domanda mica male. Lavoriamo fianco a fianco da 30 anni, mi basta.

Blunotte Avrebbe dovuto chiederselo lei… se e quanto ne valesse la pena.

MissCecilia: Ha presente il faro che illumina la notte?

Blunotte: Sì… e la capisco.

MissCecilia: Bene, mi fa piacere.

Blunotte: A me è successa la stessa cosa… ma lui ha preso ciò che gli offrivo con amore: il mio cuore… la mia mente… i miei pensieri… il mio corpole mie lacrime e le mie gioie.

MissCecilia: La lussuria non è nelle mie corde, da giovane ho studiato dalle suore Orsoline.

Blunotte: Ciò che lei chiama lussuria non è altro che amore.

MissCecilia: Non scherziamo su queste cose. So la distinzione.

Blunotte: Non sto scherzando.

MissCecilia: Secondo me lei ha fatto confusione.

Blunotte: Prima avevo confusione… ora vedo tutto chiaro.

MissCecilia: Sono sconcertata. Lei mi fa arrossire.

blunotte: Ripeto… quanto è valsa la pena dire di no? Che prezzo ha dovuto pagare? Che parte della sua vita ha dovuto soffocare? Ma soprattutto ora, queste scelte, l’hanno resa felice?

MissCecilia: Non ho dovuto dire no e non ho pagato nessun prezzo. So cosa posso chiedere. L’ho vicino a me tutto il giorno. Come un marito. Come un amante. Più della moglie.

Blunotte: Io credo che lui non sia né uno né l’altro.

MissCecilia: Dice? Io la penso diversamente. Una carezza per me è sufficiente.

Blunotte: È il suo modo di confidarsi che mi fa pensare così. Una carezza la si dà a un bimbo, non a una persona che si ama.

MissCecilia: Avevo e ho dei principi. Il sesso per il sesso non m’interessa. È la sua testa che voglio.

Blunotte: Se ne è convinta, fa bene.

MissCecilia: Credo di esserlo.

Blunotte: Ma ora cosa l’è rimasto?

MissCecilia: Sono tuttora la sua segretaria. Sono vicina a Lui sempre.

Blunotte: Un’impiegata… ma come donna, come si sente vicino a una persona che la rifiuta?

MissCecilia: Non mi rifiuta assolutamente. Tra noi due c’è un patto d’amore.

Blunotte: E quando cesserà di essere la sua segretaria che farà?

MissCecilia: Da come vanno le cose in questo mondo, non finirà. Noi donne siamo più longeve.

Blunotte: D’accordo, la vita fisica può durare di più. Ma la vera vita… quella che riempie le giornate, le notti… l’ha mai vissuta?

MissCecilia: Come posso farle capire che la mia vita è stata piena? Piena d’affetto, di considerazione.

Blunotte: Se così fosse, non ci dovrebbero essere lamento e rassegnazione ma solo gioia.

MissCecilia: Rassegnata io? Perché? Lui è vicino a me ogni giorno.

Blunotte: Ha detto giusto… vicino e basta.

MissCecilia: Capisco cosa vuole dire. Ripeto, il sesso dura cinque minuti… quando va bene.

Blunotte: Scherza? L’amore non è solo l’atto…

MissCecilia: Lo so, leggo i giornali, m’informo. Cosa crede? L’atto in sé per me è niente, è tutto il resto che è bello.

Blunotte: Come può giudicare una cosa che non conosce?

MissCecilia: In questo ha ragione. Ma non sono vecchissima, ho ancora tempo.

Blunotte: Forse lei è rimasta solo donna, sopprimendo la parte di femmina che era in lei… Non può giudicare certe cose se mai le ha conosciute. Sono stata donna per 34 anni ora sono femmina da 9.

MissCecilia: La parola “femmina” detta da lei, sa di trasgressivo.

blunotte: In natura ci sono maschi e femmine.

MissCecilia: Io penso alla dolcezza di essere donna, alle carezze, ai sorrisi.

Blunotte: Si danno ai bimbi e agli anziani queste cose… L’amore è altro.

MissCecilia: Non ricominci con questa storia. Non mi convince nemmeno sotto tortura. L’amore è dolcezza.

Blunotte: Me ne guardo bene dal volerla convincere…

MissCecilia: Grazie.

Blunotte: I fumatori, i drogati, gli alcolizzati rispondono nello stesso modo sa?

MissCecilia: Siamo in un vicolo cieco. Lei da una parte e io dall’altra.

Blunotte: Non esistono vicoli ciechi… basta avere la voglia e la forza di cercare la strada.

MissCecilia: Dove dice lei c’è il baratro. La mia strada è segnata, è ben diritta, mi creda.

Blunotte: Si vede che è stata educata dalle suore, la classica educazione cristiana… bigotta… falsa.

MissCecilia: Lo ammetto. Ne porto ancora i segni sulle mani. Però io non sono affatto bigotta!

Blunotte: Comunque per vivere ci deve essere la consapevolezza di essere felice delle proprie scelte.

MissCecilia: Ecco, brava. Adesso ci siamo!

Blunotte: Se è felice, mi fa piacere… perché io lo sono, e sapere che anche gli altri stanno bene mi dà gioia.

MissCecilia: Vede che poi non siamo tanto distanti? Felice lei, felice io.

Blunotte: Io non ho rimpianti… Lei?

MissCecilia: Sì, uno. Avere incontrato l’Ingegner Nando quando era già sposato.

Blunotte: Posso farle una domanda indiscreta? Può anche non rispondere se vuole.

MissCecilia: Certo.

Blunotte: Se lui l’avesse voluta… gli si sarebbe donata o avrebbe rifiutato?

MissCecilia: La domanda è ipotetica. Se me lo avesse chiesto, forse avrei detto sì. Ma non ne sono certa.

Blunotte: Non si è mai chiesta se lui la vedeva solo come una segretaria e non come una donna?

MissCecilia: In verità non ero una semplice segretaria, ero la sua assistente.

blunotte: Una lavorante e basta… Si ricorda se qualche volta l’ha guardata con desiderio?

MissCecilia: Una lavorante? Scherza? Comandavo io in fabbrica, cara Blunotte. Il potere era nelle mie mani.

Blunotte: Non le ho fatto questa domanda… Le ho chiesto un’altra cosa.

MissCecilia: Mi scusi, mi ero distratta. Credo che Lui mi ami.

Blunotte: Come fa a esserne sicura?

MissCecilia: Siamo donne, lo capiamo al volo. Non sto certo io a insegnarglielo.

Blunotte: Come mai allora non le ha chiesto nulla? Chi ama non può non desiderare il partner.

MissCecilia: FSC, ricorda?

Blunotte: Non si metta a giocare con le sigle… sia onesta una volta tanto con se stessa, la smetta di mentire.

MissCecilia: Ho capito. Lei mi ritiene una stupida.

Blunotte: No assolutamente… Ingenua, sì molto ingenua. Una donna stupida non scriverebbe come lei.

MissCecilia: Allora mi creda sulla parola. Ingenua io? Può essere.

Blunotte: E penso abbia molta paura del mondo, della vita… di vivere… ecco perché si rifugia in un amore impossibile per giustificare la mancanza di vere scelte.

MissCecilia: Del mondo di oggi, un pochino ho paura. Provengo da famiglia nobile ma decaduta, da essa ho avuto un preciso indirizzo.

Blunotte: La prego non se ne abbia a male… ma vorrei aiutarla.

MissCecilia: Strano. Pensavo spettasse a me darle una mano.

Blunotte: Ne ha molto più bisogno lei, mi creda.

MissCecilia: Sentiamo cosa ha da suggerirmi.

Blunotte: Di avere il coraggio di guardarsi dentro… di smettere di mentire a se stessa… di cercare scuse assurde… di fare finalmente delle vere scelte… di aprire le finestre e fare entrare nuova aria e sole, di sbagliare anche… nella vita capita… ma sbagliano le persone che vivono non quelle che vegetano come lei.

MissCecilia: Cara Blunotte, questo lo faccio ogni giorno della mia vita. C’è gioia dentro di me. Vitalità, allegria. Io sono in pace con me stessa.

Blunotte: Allora ho sbagliato tutto, mi scuso.

MissCecilia: Perché scusarsi?

Blunotte: Così…

MissCecilia: Si sta soltanto parlando del più e del meno, da buone amiche…

Blunotte: Mi piacerebbe comunque poterla aiutare.

MissCecilia: Ancora? Ma allora Lei è peggio delle suore!

Blunotte: Cambiamo discorso…

MissCecilia: Adesso è tardi. Devo salutarla.

Blunotte: Il mio nome è Nadine.

MissCecilia: Il mio è Cecilia, piacere. Buonasera.

Blunotte: Buona serata, signorina Cecilia.

MissCecilia:

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