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Chad Moore, shoot the U.S.A

Creato il 30 settembre 2011 da None

Si tratta di un articolo reciclato. Avete presente quegli articoli di prova che redattori ti chiedono per testare le tue capacità di scrittura? Ecco. Poi finisce che il “redattore” o ti snobba, o si dimentica. Fatto stà, che mi dispiaceva tenere questo pezzo lì, in disparte, e ho deciso di pubblicarlo.

“Davanti all’obbiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte.” Roland Barthes

Chad Moore, shoot the U.S.A

Vivere con una macchina fotografica sempre in mano, come fosse incollata. Strizzare l’occhiolino, mettere a fuoco, scattare. Tutto in una frazione di secondo, per cogliere il sorriso perfetto. Creare arte con uno scatto. L’arte più semplice, ma nello stesso tempo più complessa, quella della foto. Coppie, amicizie, pianti, risate, corpi intrecciati, feste, concerti, pensieri, sguardi persi nel vuoto, primi piani, baci, morsi, abbracci, neve, spiaggia, sole, pioggia.

L’innocenza di azioni quotidiane compiute da giovani americani, senza esperienza, sono il soggetto preferito da Chad Moore. Riprendere la decadenza insita nelle nuove generazioni, che si allontanano dal classico modello americano, famiglia, casa, tv, fastfood. Giovani liberi, innamorati e sognatori a loro agio davanti ad un obbiettivo e non curanti di mostrare il loro lato peggiore e più decadente.

“I never started taking photographs with the intention of making a job out of it, I guess I’ve just always loved having an overload of visual nostalgia. I’ve always loved looking back on things. I suppose photography is kind of my job, but i could never think of it like that, I have to shoot photos. Not because it’s what pays the bills, but if I don’t shoot at least a photo or two a day, I kind of freak out and feel like I didn’t do my best to capture at least one moment that day.  My photos are kind of always evolving because I don’t have a plan or someone to answer to. My photographs are about freedom and I feel like it’s hard to be free when you have a “real” job. “

Necessità di “consumare” almeno uno o due scatti al giorno, come fosse una droga. Chad Moore non aveva intenzione di pagarsi da vivere attraverso lo “scatto”. Poi è finito su magliette (così l’ho conosciuto, l’arte è bella anche per questo, la trovi dappertutto, poi con la curiosità ti si aprono orizzonti nuovi), gruppi musicali si sono “appropriati” di sue fotografie (vedi Vaccines), e così piano piano ciò che faceva per divertimento è diventato una sorta di lavoro, che lui tuttavia non intende considerare tale, perchè fotografare è un’atto talmente semplice che, alla fin fine, sa poco di lavoro.

http://chad-moore.com/



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