Comincia una nuova stagione di Champions League, la prima dopo il miracolo del Bernabeu e la prima della nostra vita nella quale la sigla introduttiva della partite vedrà un giocatore con la maglia nerazzurra alzare la Coppa dalle grandi orecchie. Sarà traumatico vedere per la prima volta Ciuffo nello spot della più importante competizione europea per club, ma giocoforza ci faremo l’abitudine.
Sarà la prima edizione degli ultimi anni che vedrà la mancanza del Liverpool oberato da debiti e destinato, se non dovesse trovare un compratore valido, alla periferia del grande calcio, almeno nei prossimi anni.
Mancherà anche il Siviglia di Luis Fabiano e Cigarini, fatto fuori nei preliminari dai portoghesi del Braga. Queste le maggiori sorprese ai nastri di partenza, oltre alle classiche novizie che ogni anno non mancano: il Braga, giustiziere di Siviglia e Celtic, il Tottenham, squadra dalla grande tradizione in patria, ma scarsina in Europa, lo Zilina, che dopo la sorpresa ai Mondiali vuole confermare la crescita del calcio slovacco, il Twente, già lo scorso anno vicino alla Champions, i turchi del Buraspor e gli israeliani dell’Hapoel Tel Aviv.
Una ventata d’aria fresca per questa edizione di Champions, verissimo, ma pensiamo che saranno le solite squadre quelle favorite alla vittoria finale.
Barcellona, Real Madrid, Inter, Milan, Chelsea, Manchester United e Bayern Monaco, a vedere roster e andamento negli ultimi anni, dovrebbero essere, almeno sulla carta, coloro che si contenderanno fino all’ultimo l’ambito trofeo.
1. BARCELLONA: dopo l’incetta di trofei di un anno fa, i Campioni di Spagna in carica dovranno cercare di vendicare l’uscita in semifinale della scorsa edizione. Per farlo, il neo presidente blaugrana Rossel ha deciso di non stravolgere una rosa ultra competitiva, ma di effettuare migliorie comunque di primo piano nei punti nevralgici del campo. Sono quindi arrivati Mascherano al posto di Yaya Tourè, Villa al posto di Ibrahimovic e Adriano dal Siviglia.
Ritorna quindi l’attacco “basso”, classico del Barcellona di Rijkaard prima e Guardiola poi, con un attaccante centrale in grado di sposarsi meglio con chi ha intorno di quanto non fosse in grado di fare Ibrahimovic. Eto’o ha quindi trovato il suo vero erede in David Villa, che già in Sudafrica ha dimostrato la sua capacità di dialogare con due geni del calcio come Xavi ed Iniesta.
Investe proprio quest’ultimo, però, la vera curiosità che abbiamo riguardo al nuovo Barcellona di Guardiola: giocherà come attaccante esterno a sinistra con Busquets, Mascherano e Xavi a centrocampo, oppure sarà impiegato sulla linea dei centrocampisti insieme a Xavi e Mascherano con Pedrito attaccante sinistro? Pensiamo che la prima opzione possa essere utile nelle partite in trasferta e la seconda in casa, dal momento che lo scorso anno i blaugrana hanno dimostrato di soffrire le trasferte (1-1 a Stoccarda, 2-2 a Londra contro l’Arsenal e 3-1 al Meazza contro l’Inter), ma ovviamente chi vivrà vedrà.
PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Victor Valdes; Dani Alves, Piquè, Puyol, Abidal; Xavi, Mascherano, Iniesta; Pedro, Villa, Messi.
2. REAL MADRID: il Real s’è rotto le palle di uscire agli ottavi di finale ogni anno, quindi chi meglio di Mourinho potrebbe risollevarne le sorti in Europa? L’oracolo di Setubal sarà anche indigesto ai palati fini del Bernabeu, ma di certo è l’uomo giusto per liberare le merengues dalle pressioni a cui sono soggetti. Se ci è riuscito con gli interitsti, perché non con i blancos?
Dopo la campagna acquisti faraonica dello scorso anno, quest’anno Florendddino ha pensato bene di seguire le direttive del nuovo tecnico, invece di fare di testa sua come successe con Pellegrini: sono quindi arrivati i due oriundi tedeschi Khedira e Ozil, l’argentino Di Maria, Pedro Leon ed il pretoriano di Mou Ricardo Carvalho. Quantità e non solo qualità, già marchio di fabbrica storico del club che ha vinto più volte di ogni altro questo trofeo.
Le sfide per l’allenatore portoghese saranno impiegare al meglio i propri giocatori, convincere loro a sacrificarsi e trovare un equilibrio accettabile tra i reparti.
PROBABILE FORMAZIONE (4-2-3-1): Casillas; Sergio Ramos, Ricardo Carvalho, Pepe, Marcelo; Khedira, Xabi Alonso; Ozil, Ronaldo, Di Maria; Higuain.
3. INTER: non molti cambiamenti, ma di quelli che si fanno sentire: via Mourinho, dentro Benitez, via Balotelli, dentro Bianiany e Countinho. Rivas, Mancini e Suazo tornano a casa dopo esperienze in prestito ed Obiorah, promosso dalla Primavera, completa la rosa a disposizione dell’allenatore spagnolo. Che i cugini abbiano compiuto lo stesso errore del Milan post Istanbul e post Atene? Noi pensiamo di sì, ma solo il tempo potrà dire se abbiamo ragione o meno.
Di sicuro l’undici titolare dell’Inter rimane di valore assoluto, uno dei primissimi in Europa, e quindi nel Mondo, ma le vere pecche sono in panchina: Lucio e Samuel hanno come sostituti Cordoba, Materazzi e Rivas, Maicon i soli Zanetti e Santon (oltre possibilmente a Rivas e Cordoba), Chivu idem. A centrocampo la situazione è migliore, con Mariga, Coutinho, Motta, Stankovic e Muntari in grado di rimpiazzare i titolari nel momento del bisogno. In attacco, invece, Milito non ha un vero sostituto, se non Suazo, così come Pandev ed Eto’o con il derelitto Arrotino Sciankatino Mancini e Biabiany, buon giocatore, ma da valutare ad alti livelli.
Insomma, titolari extralusso, ma panchina coi tarli, in attesa che la Befana porti dei doni al buon Benitez: solo non sappiamo cosa preferisca tra una fornitura a vita di Ovetti Kinder ed un paio di rincalzi.
FORMAZIONE TITOLARE (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso; Pandev, Sneijder, Eto’o; Milito.
5. CHELSEA: saltiamo il Milan, che conosciamo bene, e arriviamo ad uno che il Milan lo conosce altrettanto bene: Ancelotti con il suo Chelsea. Gli scorsi anni ci eravamo abituati a mercati 5 stelle da parte dei Blues: Shevchenko, Drogba, Essien, Carvalho, Ballack, ecc…. Da un anno e mezzo, invece, chissà perché, Abramovich non spende nulla o quasi. Zhirkov, Benayoun, Sturridge e Ramires in due anni sono un po’ pochino, soprattutto per una squadra con un’età media particolarmente elevata come quella dell’ex allenatore rossonero. Ad ogni modo sarà solo un caso se ora il Chelsea spende poco ed ha un’età media alta, non è colpa di Ancelotti. No, sicuramente no. È che Abramovic sta attento al bilancio per il fair play finanziario…
Comunque, tornando a noi, lo scorso anno il Chelsea ha dato l’impressione di aver smarrito il tocco magico che ha fatto dei londinesi la squadra più continua in Champions nelle ultime edizioni: semifinalista nel 2003/2004, nel 2004/2005, nel 2006/2007 e nel 2008/2009, oltre che finalista ad un rigore dalla vittoria nel 2007/2008. Nonostante ciò i vari Drogba, Lampard, Terry, Cech ed Essien rimangono giocatori di primissimo piano, con i quali, prima o poi, chiunque dovrà fare i conti.
FORMAZIONE TITOLARE (alberello): Cech; Ivanovic, Terry, Alex, Cole; Essien, Lampard, Ramires; Anelka, Malouda; Drogba.
6. MANCHESTER UNITED: pochi movimenti per la squadra di Sir Alex, che in estate ha acquistato di possibile titolare il solo Hernandez, meglio noto come Chicharito. La resurrezione di Berbatov pone forse l’unico dubbio di natura tattica in una squadra collaudata che attende “solo” la definitiva esplosione di giovani come i fratelli Evans, Gibson e Macheda: giocare con il 4-4-2 o con il 4-3-3? La scorsa stagione ci cha consegnato un Rooney letale come punta dopo anni al servizio di sua maestà CR7. Sarà possibile la coesistenza tra il talento di Liverpool ed il bulgaro? Le prime partite della Premier danno segnali confortanti in un senso (la resurrezione di Berbatov, appunto) e negativi nell’altro (ancora nessuna rete su azione per Rooney). Per questo noi siamo più propensi a pensare che la soluzione finale sarà quella a favore dell’inglese come unica punta, affinacato da Nani o Valencia a destra e da Park, Hernandez o Giggs (a seconda dell’assetto più o meno offensivo) a sinistra.
FORMAZIONE TITOLARE (4-3-3): Van Der Sar; O’Shea, Vidic, Ferdinand, Evra; Fletcher, Carrick, Park; Nani, Rooney, Giggs.
7. BAYERN MONACO: tornato alla ribalta dopo anni di anonimato, il Bayern Monaco è chiamato alla conferma dopo la finale raggiunta lo scorso 22 maggio a Madrid. La squadra di Van Gaal non ha subito grossi stravolgimenti in sede di mercato, nonostante ne avesse disperato bisogno, soprattutto nel reparto difensivo: Butt, Van Buyten e Demichelis non sono infatti abbastanza affidabili per la Champions League – e di certo non è sempre domenica – , mentre Badstuber e Contento sono forse troppo giovani ed inesperti per poter affrontare le partite decisive di una competizione così importante.
Il centrocampo è invece il reparto meglio assortito grazie alle presenza di Schweinsteiger, Van Bommel, Muller, Ribery, Altintop ed il ritorno di Toni Kroos, nella scorsa stagione uno dei migliori giocatori dell’intera Bundes, grazie alle prestazioni nel Bayer Leverkusen.
In avanti i gol dovrebbero arrivare da Robben, Olic, Klose e Gomez: una punta (chi ha detto Dzeko?) sarebbe servita disperatamente ad un Bayern che come soluzioni offensive rischia di fare troppo affidamento agli inserimenti dei propri centrocampisti, oltre che al genio di Robben e ai colpi di Ribery.
FORMAZIONE TITOLARE (4-2-3-1): Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Schweinsteiger, Van Bommel; Robben, Muller, Ribery; Klose.