Champions League: passa l’Atlético, capolinea Barça?
“Il Vicente Calderón sarà un inferno”. Sui volantini sparsi per tutta la capitale spagnola dai tifosi madrileni, questa frase suona come un avviso, una promessa per la partita di questa sera, ritorno dei quarti di finale di Champions League, e soprattutto per il Barça. Nella casa dell’Atlético Madrid, 50 mila tifosi rigorosamente in divisa “Rojiblanca” sono pronti ad accogliere i propri giocatori, in una vera e propria bolgia, per condurli ad una vittoria che porterebbe i Colchoneros, per la prima volta nella storia del club, alla semifinale della prestigiosa coppa Europea. All’andata infatti abbiamo assistito ad una partita equilibrata (1-1 il risultato finale) che però ha punito un Barcellona, ferito dal fantastico gol di Diego, ora costretto a fornire una grande prestazione per portarsi a casa l’accesso alle semifinali.
FORMAZIONI:
Atlético Madrid: Courtois, Godín, Filipe Luís, Juanfran, Miranda, Tiago, Koke, Raúl García, Gabi, Adrián López, Villa.
Barcellona: Pinto, Mascherano, Bartra, Jordi Alba, Daniel Alves, Fàbregas, Xavi Hernández, Iniesta, Busquets, Messi, Neymar.
Nella formazione iniziale dei padroni di casa ci aspetteremmo quindi di vedere partire da titolare l’eroe della settimana scorsa, Diego, ma il Cholo Simeone ci sorprende ancora una volta con un attacco innovativo, sebbene privo dei suoi migliori interpreti: Arda Turan è fuori per pubalgia mentre Diego Costa non è ancora in condizione a causa del problema muscolare che lo ha debilitato al Camp Nou. L’ex Villa e Adriàn López avranno il difficile compito di impegnare la difesa blaugrana. Difesa, questa, che risente dell’assenza di Piquè, rimpiazzato dal giovane Bartra, mentre Pinto sostituirà Valdés tra i pali.
Stordente. Il primo tempo appartiene completamente ai padroni di casa che, attraverso un pressing altissimo e grazie ad una condizione fisica e psicologica esaltante, stordiscono letteralmente la squadra del Tata Martino. Mentre infatti gli “apaches” madrileni assaltano la difesa avversaria, Raúl García al 5′ colpisce la traversa con una grande botta e David Villa, l’ex della serata, ricevendo in area, ripropone in mezzo un cross su cui Koke si fa trovare pronto e la mette dentro. 1-0 questo che genera ancora più confusione tra le maglie della difesa catalana. Nei minuti successivi lo stesso pressing ultra offensivo crea non pochi pericoli agli ospiti, prima quando Pinto tenta un dribbling molto pericoloso a pochi metri dallo specchio della porta e poi quando “el Guaje“, sfortunatissimo quest’oggi, colpisce per due volte il legno, all’11′ il palo col sinistro, su erroraccio di Bousquets, e al 19′ la traversa con il destro. Nonostante il dominio, sotto il profilo del gioco e atletico, dei Colchoneros, il Barcellona ha un’occasione d’oro per il pareggio al 13′: Dani Alves mette un cross perfetto per Messi, ma la Pulce, solo in area, la manda di poco fuori di testa sprecando l’unica vera palla-gol di un primo tempo molto sofferto per lui e la sua squadra.
Nella ripresa il Barça sembra dare segnali di risposta. Al 49′, è clamorosa la doppia occasione dei blaugrana prima con Neymar, che non riesce a dribblare Courtois, e poi in mischia lo stesso portiere belga respinge male il cross di Dani Alves ma la difesa è abile a spazzare in calcio d’angolo. Dopo ciò, tuttavia, i catalani si spengono nuovamente, allora il Tata opera subito un cambio (60′): dentro Alexis Sánchez per un inesistente Fàbregas. Nel giro dello stesso minuto Simeone replica mandando in campo il marcatore dell’andata, Diego al posto di López. Sánchez, tuttavia, non garantisce un maggiore apporto in fase offensiva e sono ancora i padroni di casa a premere sull’acceleratore con un fulmineo contropiede (70′), che però Gabi non finalizza e il suo piattone centrale è respinto in corner da Pinto. Nei restanti 20 minuti potrebbe succedere ancora di tutto, ma di fatto non succede nulla. Il Barça è stanco e poco lucido e trova nei palloni alti l’unica alternativa, sembra strano dirlo, per spingersi nella trequarti offensiva. Purtroppo però Miranda e Godín hanno la meglio, per ovvia questione di centimetri, sui vari Messi, Neymar e Sánchez. Webb concede ancora 3′ di recupero per le speranze dei tifosi blaugrana, ma la partita non ci regala più sorprese e al Vicente Calderón, tra lacrime colme di gioia, ed altre di rimpianti, cala il sipario sul parziale di 1-0.
L’Atlético Madrid approda quindi, meritatamente, in semifinale, dopo appena 40 anni. Simeone deve dunque ritenersi orgoglioso per l’incredibile lavoro compiuto dai suoi giocatori fino a questo punto della stagione. Ora, dopo aver dimostrato di essere una squadra solida, tecnica, e volenterosa, dovremo solo più capire se i Colchoneros sono capaci di essere ciò che è stato il Borussia Dortmund l’anno scorso. Dall’altra parte concludiamo con brevi riflessioni post-partita. A pochi minuti dall’inizio della gara i giocatori del club catalano si lamentano per l’erba, a quanto pare, troppo alta del prato del Calderón. Avevano forse ragione? Altrimenti non ci spiegheremmo il mancato avvistamento di giocatori del calibro di Messi, Xavi, Iniesta che in una delle partite più importanti della stagione non lasciano il segno. Sbagliato sarebbe dare la colpa allo strambo quanto goffo secondo portiere Pinto, o al misterioso Fàbregas, che alterna buone partite ad altre incolori. Infelicemente anche i cicli hanno una fine e, dopo 6 anni di ininterrotta partecipazione alla semifinale di Champions League, la sconfitta di oggi ne sancisce il capolinea.