Champions League: Roma, il sogno è finito

Creato il 11 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

È stata una serata intensissima quella dei 60.000 tifosi in piedi ieri all’Olimpico a tifare Roma, una serata di speranza, sfortuna, delusione, ma soprattutto di grande calcio.

Speranza, perché la macchina quasi perfetta costruita dall’ingegner Manuel Pellegrini – con i milioni dello sceicco Mansour – è arrivata nella capitale priva dei suoi 3 ingranaggi principali, quei Kompany, Touré e Agüero che insieme costituiscono la colonna vertebrale del Manchester City. L’assenza delle tre superstar in casa City si è fatta sentire nel primo tempo e, soprattutto, nei primi 25′ di gioco: la Roma è scesa in campo con il fuoco negli occhi, trascinata dall’energia inesauribile del tuttofare Nainggolan e dalla rapidità di un Gervinho capace di mettere a nudo fin da subito le lacune di una difesa, quella inglese, un po’ troppo macchinosa. Prima metà di gioco a forti tinte giallorosse con Maicon nervoso e Totti spettatore non pagante, unici “nei” di una prestazione collettiva maiuscola degli uomini di Garcia – non ce ne voglia er Pupone, ma il confronto con la muscolosa coppia Demichelis-Mangala non avrebbe potuto avere altro esito-.

Sfortuna e aggiungerei centimetri, gli stessi che hanno permesso alla prodezza di Nasri di finire in rete dopo aver baciato il palo e che, invece, hanno negato la stessa sorte all’incornata di Manolas per il possibile pareggio. La Roma ci ha provato, è andata vicina al vantaggio nel primo tempo e vicinissima al pareggio nella seconda metà di gioco, ma prima ha dovuto fare i conti con un Joe Hart in versione uomo ragno,  poi la dea bendata ha pensato al resto.

Delusione, perché l’impressione è che, alla fine, a vincere non sia stata la squadra migliore, ma la più forte. È la prodezza di un campione ad accendere il Manchester e far crollare la Roma: dopo il gol di Nasri, gli ospiti crescono mentalmente e fisicamente, alzano il baricentro, portano un pressing forsennato sulla trequarti giallorossa e raddoppiano i conti con Zabaleta, sfruttando tutte le incertezze di una Roma in ginocchio. Il gol del nazionale argentino è una sentenza di condanna che sottolinea ancora una volta, come se ce ne fosse il bisogno, la distanza che separa la nostra realtà da quella delle grandi regine del calcio europeo – per ulteriori chiarimenti leggere la lista dei “panchinari” del City -.

La Roma esce così dalla competizione più bella del mondo e lo fa a testa alta, passando dalla porta principale, conscia di aver regalato ai suoi tifosi un sogno lungo un’ora. Inutile fasciarsi la testa con i “se” –  vedi pareggio col CSKA -, ora il compito di Garcia & co è dimostrare di non essere giunti all’apice ma di poter sorprendere ancora, magari partendo proprio dall’Europa League; se lo augurano i tifosi della Maggica, ce lo auguriamo noi, se lo augurano tutti gli amanti di questo sport stufi di vedere il nostro calcio bistrattato e preso a pallonate.

Grazie Roma, è stato bello finché è durato.

Tags:champions,Champions League,eliminazione,garcia,Manchester City,Nasri,olimpico,pellegrini,roma,tifosi,Totti,Zabaleta

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