Cambiano i tempi, cambia il lusso, cambia la moda.Cambia soprattutto il modo di presentare la moda.E chi se non Karl Lagerfeldpoteva inscenare in passerella una moderna protesta?Tra completi in tweed, trasparenze, ispirazioni safari, e coloratissime stampe floreali astratte compaionoborse con lettering che recitano slogan come "Make fashion not war!",clutch che riportano alla mente i registratori usati dai giornalisti durante le intervistee megafoni, sì, megafoni, in metallo e pelle targati Chanel.Geniale, come sempre,con un idea inaspettata come quella proposta ieri al Grand Palais,Lagerfeld è riuscito non solo a stupire il pubblico presente, ma a mandare online in tempo reale la sfilata su ogni social network esistente, creando un movimento virale condiviso non solo dagli addetti ai lavori,ma anche da milioni di persone che han pensato di far proprigli slogan presenti nei cartelloni a fine sfilata.Scelta condivisa o no,con una protesta così chic Karl Lagerfeld ha lasciato il segno. Per l'ennesima volta.
Ph: thecoveteur.com
Giorgio Schimmenti