In un articolo dal titolo “Charlie Hebdo, coltiviamo consapevolezza” l’antropologa Amalia Signorelli su Il Fatto Quotidiano (9 gennaio 2015) affronta in maniera convincente il tema controverso della libertà di satira quando questa riguarda le religioni dei popoli e ci ricorda le colpe dell’Occidente che “esporta” militarmente la democrazia.
Ma poi si lascia andare a una riflessione inquietante che svela un retro pensiero carico di pulsioni razzistiche:«Se chi ci governa (e non solo a Palazzo Chigi, ma a Bruxelles e a Washington) ha deciso che l’Occidente si salverà soltanto sterminandoli tutti, bisogna spiegargli che non è semplicissimo sterminare un miliardo e seicento milioni di musulmani, si tratta – a dir poco – di un compito dall’esito incerto, che rischia di impiegare noi e le nostre risorse non per uno o due anni, ma per molto decenni e di lasciarci un pianeta devastato».
Parole che fanno rabbrividire. Qui l’autrice non pone una questione di ordine morale (sterminare milioni di persone) ma di complessità e fattibilità dell’operazione militare ed economica sottesa (un compito dall’esito incerto che richiede non anni ma decenni e che può seriamente “rovinare” il nostro pianeta).
Mi chiedo: se fosse stato semplice sterminare un miliardo e seicento milioni di musulmani la cosa poteva essere presa in considerazione per Amalia Signorelli?
Ma siccome non lo è diventa allora un fatto complicato perché, ripetiamo, rischia di impegnare tutte le nostre risorse (sic!): pensate, impegnati per venti o trenta anni a sterminare tutta quella gente!
Cosa ne sarà del nostro tempo libero? Dovremmo cambiare le nostre stesse abitudini di vita, sembra pensare la Signorelli. Tornare a casa la sera e mentre si cena gustarci la vista e lo stomaco con i corpi mutilati di migliaia di musulmani. Poveri noi occidentali! E’ una prospettiva fastidiosissima!
Riccardo Ianniciello scrittore