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Charlotte e il colloquio nella toilette

Da Fiaba


Mercoledì 24 Aprile 2013 13:51 Scritto da cococcia

charlotte-colloquio-toilette
Charlotte, una bambina di sei anni, si trova in viaggio con i genitori sull’autostrada, quando chiede al papà di fermarsi perché gli scappa la pipì.

Charlotte corre incitando la mamma a sbrigarsi perché non resiste più, la mamma, che non riesce a correre forte, la invita ad andare avanti.

Quando la bambina entra nella toilette, non sa di essere entrata in un mondo fantastico.

Sente vociferare, soprattutto donne, essendo un bagno per ladies, ma non riesce a vedere persone.

Si gira intorno, entra nei vari bagni, incredula, non riesce a darsi una spiegazione.

A un certo punto chiede:

“Chi c’è, chi sta parlando?”

Sente qua e là risatine e battutine, spaventata, si dirige verso un bagno perché non riesce più a trattenere la pipì.

Mentre sta per sedersi, sente una vocina che le chiede:

“Come ti chiami?”

Charlotte spaventata comincia a urlare.

“Mamma dove sei?”

La mamma non sente le sue urla perché si trova nel piano superiore in attesa di un caffè!

La bambina riesce a capire che la vocina arriva dal porta carta-igienica, guarda da tutte le parti sopra, sotto, di lato ma non vede niente. Pensa a un gioco oppure a una radiolina che ripete le stesse parole.

La vocina si fa sempre più insistente, così Charlotte si alza di colpo ed esce di corsa dal bagno.

Sembra che il tempo si fermi…

La bambina assiste a un colloquio molto strano e invece di salire le scale e uscire si mette seduta per terra e ascolta senza aver paura.

Nel frattempo entra un gruppo di turiste giapponesi e come d’incanto le vocine si placano.

C’è un via vai nei bagni, rubinetti che si aprono, il sapone cade più sul lavandino che sulle mani, la carta igienica rotola da un bagno all’altro, le salviette che si utilizzano per asciugare sono gettate per terra invece che nei cestini.

Charlotte, pensa alla mamma che l’ha educata diversamente e si chiede come mai quelle donne siano così ignoranti e irrispettose dei luoghi pubblici.

La bambina è ansiosa di sentir le vocine, ma poco dopo entrano due donne che cominciano a parlare di politica mentre si aggiustano il trucco davanti allo specchio.

Mentre una entra in bagno parlando delle sue cose, l’altra sfoglia il giornale.

Mentre si dirigono all’uscita, il giornale invece di finire nel cestino cade a terra, chissà, per caso… e gettano i rifiuti nel cestino, senza chiudere per bene il sacchettino intimo.

Charlotte sta fremendo, la mamma non si vede e lei è contenta perché almeno può rimanere ancora un po’.

Si chiede: “ Ma quando ricominciano a chiacchierare “?

Si alza da terra e comincia a girare il locale saltando da un bagno all’altro per scoprire cosa stia succedendo.

Le carte ricominciano a bisbigliare:

Signora Rosa, Carta Igienica: “Questa mattina mi sono sentita mancare, sono stata strattonata dalla donna delle pulizie, mi ha tolto dall’involucro con violenza.”

Charlotte si reca nel posto, dove sente parlare ma quando arriva là, le voci si odono da un’altra parte.

Si confondono tra loro ma lei riesce a capire tutto… comincia a ridere mettendosi la manina davanti alla bocca per non farsi sentire, capisce che sta vivendo una favola…

Signora Bianca, Salvietta rivolgendosi alla Signora Rosa le dice: “Non puoi sapere cosa è capitato a me, sono stata schiacciata ben benino nel contenitore! La tipa delle pulizie pensava che non entrassi, ma non sono obesa come lei!!!”

Signora Rosa, Carta Igienica: “Oggi è una giornata pesante, ho sentito che sono arrivati tre pullman di turisti.”

“Speriamo siano Tailandesi, sapete ho viaggiato in aereo con la compagnia Tai per molto tempo. Il profumo nei bagni era stupefacente e sulla mia carta spruzzavano degli spray per rendermi più profumata. Certo ogni volta starnutivo perché m’impregnavano, ma poi mi sono abituata.”

Mentre parlava, le turiste Tailandesi hanno fatto addirittura la pipì fuori dal water…

Signora Bianca, la salvietta rivolgendosi alla Signora Rosa le chiede: “Perché pensi alle Tailandesi?”

Signora Rosa, Carta igienica: “Quelle donnine sono così gentili e educate, sanno prendermi e gettarmi con delicatezza… non come le scorrette delle giapponesi!”

Charlotte si chiede: “Ma non ha visto quello che hanno combinato?”

Signora Bianca, la salvietta: “Oh! Quanta dolcezza questa mattina… ma non ti sei accorta della pipì che è fuoriuscita dal water!”

Signora Rosa, carta igienica: “Avete ragione… che odore sgradevole!!!!!”

La bambina è sempre sconvolta dai discorsi della Signora Rosa Carta Igienica.

Signora Rosa, carta igienica: “Ma tu lo sai come mi riducono i bambini? Mi prendono con forza e mi portano in giro come la pubblicità!”

Signora Bianca, la salvietta: “Ah! Ah! I bambini sono capaci di togliermi la vita tutta insieme!”

Signora Rosa, carta igienica: “Hai ragione, infatti, stai più per terra che nel contenitore!”

Signora Bianca, la salvietta: “Oh! Che dolor….!”

Signora Rosa, carta igienica: “L’altro giorno una signora snob ha pensato bene di portarmi a casa sua, mi sono ritrovata dentro la borsa… La tipa che pulisce i bagni se n’è accorta e voilà sono ritornata al mio posto!!”

Signora Bianca, la salvietta: “Il mio scopo è di asciugare le mani e invece sono sfruttata per incartare qualsiasi cosa.”

Signora Rosa, carta igienica: “Allora cosa devo dire io? “

Signora Bianca, la salvietta: “Su non ti disperare, immagina le altre carte che si ritrovano in ogni angolo del Mondo, tra i rifiuti puzzolenti!”

Signora Rosa, carta igienica: l’altro giorno una bambina mentre faceva la popò, chiedeva alla mamma, che era in un altro bagno: “Che differenza c’è tra l’atomo e la molecola? Era una bambina piccola. Ma in bagno si possono fare certe domande?”

Signor nero, carta giornale: “Senti Signora Rosa, io che sono uomo di grande cultura posso dire che sono fiero di tanta curiosità, soprattutto da parte dei bambini!”

Intanto Charlotte che non aveva capito bene di cosa si trattasse, prese dalla sua borsa una penna per scrivere le parole menzionate, avrebbe chiesto alla mamma il significato.

Signora Bianca, la salvietta: “La madre cosa le ha risposto?”

Signora Rosa, carta igienica: “Le ha detto che non era il momento e tanto-meno il posto adatto!”

Intanto Charlotte sorrideva dentro di se e poiché aveva carta e penna approfittò per scrivere quei dialoghi così affascinanti, ma sapeva che sarebbero stati poco credibili.

Signora rosa, carta igienica: “Perché non parliamo della carta profumata che si trova nelle toilette di lusso? Noi qui facciamo parte di un’altra categoria… Come mi piacerebbe essere nelle mani di quelle donne che, quando mi prendono tra le mani sentono il mio profumo! In aereo non mi davano soddisfazione!”

Signora Bianca, la salvietta: “Ma lo vuoi sapere come mi usano negli uffici? Mi spruzzano quel liquido maleodorante e mi strofinano sulle scrivanie…”

Signora rosa, carta igienica: “Uffici? Noi ci siamo ritrovate nelle case dei dipendenti, che ladri!”

Charlotte si chiede cosa volesse dire carta igienica, ma come un fulmine a ciel sereno si ricordò di una sera alla toilette di un ristorante di lusso, aveva rubato di nascosto le salviette rosa profumate con disegni floreali che si usavano per asciugarsi.

Signora Bianca, la salvietta: “Nessuno ci degna di rispetto, però quando comprano i fazzoletti per il naso fanno a gara a chi li ha più simpatici e colorati… Beati loro.”

Charlotte riflette su quel discorso e sorride: in effetti quando va a fare la spesa con la madre le chiede sempre di comprare le confezioni dei fazzolettini più spiritosi.

Signora Rosa, carta igienica: “Ci sono carte e carte, pensa mia cugina, carta giornale, dopo essere stata letta viene buttata al fuoco del camino o utilizzata per impacchettare. Mi raccontava che tanto tempo fa era utilizzata per essere messa nella pattumiera al posto della busta di plastica… Poverina.”

Signor Nero, carta giornale: “Guardate ci sono anch’io… dopo esser stata letto mi gettano subito nel cestino!!! Quanto dura la mia esistenza, amiche carte…?

Signora Rosa, carta igienica: “Dai non ti lamentare, noi carte abbiamo una vita corta, però abbiamo la fortuna di rinascere perché siamo riciclate. Evviva vita nuova!”

Signora Bianca, la salvietta: “Mia zia, carta di riso, è tra le più fortunate, mi dice che soffre il solletico quando la penna si ferma sulla sua pelle così delicata, almeno ride noi invece siamo sempre polemiche!”

Charlotte comincia a ridere ad alta voce, tanto pensa: “Non mi sentono…”

“Che cos’è questo rumore?” si chiedono tutte le carte.

Charlotte rimane in silenzio chiudendosi nel suo corpicino… comincia ad aver paura. Decide di combatterla facendo qualche dispetto…

Signora Rosa, carta igienica: “Mi sono dimenticata di dirti che mia sorella, carta assorbente, chiamata Signora Scottex, a volte si ustiona perché il fritto di pesce e della carne penetra così tanto da farle male.”

Signora Bianca, la salvietta: “Ma cosa sta succedendo? Sono per terra tutta bagnata… Hanno allagato il pavimento e hanno visto bene di usare me invece dello straccio!”

È Charlotte che ha cominciato a fare gli scherzi…

Signor Nero, carta giornale: “Ecco ora tocca pure a me!!! Questo non lo posso accettare, adesso come faccio a rinascere… Sono una poltiglia!”

Gli scherzi e dispetti di Charlotte non perdonano…

Signora Rosa, carta igienica: Oddio! Mi stanno strappando con forza! C’è una bambina nel bagno che ha dolori di pancia… Piange e si dispera…”

Signora Bianca, la salvietta: “Vedrai che adesso toccherà a me… Mi prenderò cura di lei, purtroppo la carta è ruvida e non delicata come la sua pelle.”

Intanto Charlotte smette di giocare, è stanca decide di andar via, pensa che la mamma sicuramente si sia fermata al piano superiore a fare acquisti.

Signora Rosa, carta igienica si rivolge alle altre carte: “Domani sarete sole, io non ci sarò, la tipa si lamentava che… siamo sotto scorta. Che cosa volesse dire… non l'ho capito. Meno male un giorno di ferie…”

Signor Nero, carta giornale: “Ehi bella! La notizia non l’hai letta? Domani ci sarà sciopero generale, non si stampa nulla e tutti i rifornimenti di materiale sono bloccati dallo stop dei mezzi pesanti.”

Signora Rosa, carta igienica rivolgendosi alla salvietta le dice: “Rimarrai sola… ci dispiace ma pare che tu lavorerai, c’è molta scorta…”

Signora bianca, la salvietta: “Mi pare che tu abbia capito benissimo… Sei una grande furba!”

Charlotte ormai ha raggiunto la madre che le chiede: “Che cosa hai fatto tutto questo tempo in bagno?”

La bambina risponde: “Non sai che storia fantastica ho da raccontarti!”



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