Si avvicinano le presentazioni primeurs a Bordeaux dell’annata 2013 cosi iniziamo a conoscere da vicino le aziende che hanno reso celebre il vino bordolese nel mondo. Una delle aziende, o meglio chateau, che mi ha sempre colpito, a parte i vini ma soprattutto per la costruzione molto particolare, è il Château Cos d’Estournel situato nel Medoc, precisamente a Saint Estephe. Saint Estephe produce vini molto “carnosi”, pieni di struttura con i migliori chateaux che hanno la stessa “stoffa” del vicino territorio di Pauillac.
Qua troviamo splendide aziende come Calon Segur, Montrose, Meyney, Clauzet,Phèlan Sègur, de Pez , chateaux che hanno reso questa AOC. Ultimo ma non ultimo il Château Cos d’Estournel. Appare dalla strada con il suo castello molto orientaleggiante.
Tutto ha inizio con Louis Gaspard d’Estournel, che nel 1811 riceve in eredità qualche appezzamento di vigne nel villaggio di Cos. Ben presto il suo vino diventa molto apprezzato e lo esporta fino alle lontanissime ( per quei tempi) Indie. Così il visionario Louis viene chiamato con il soprannome di Maharaja di Saint Estephe e per celebrare quei successi decide di dare un’impronta molto orientale per il chateau. Purtroppo morirà nel 1853, due anni prima del grande classement de Bordeaux ( 1855), che renderà immortale il suo vino classificandolo come seconds crus. Dopodiché l’azienda passa attraverso molti proprietari ma solamente grazie a Bruno Prats che il castello ritroverà i fasti antichi. Oggi il chateau appartiene a Michel Reybier dal 2000 .
TERRITORIO
Louis Gasperd aveva visto bene , difatti le vigne sono piantate su una delle migliori crinali o croupes del Mèdoc. Ghiaia con una bella profondità, posata su un suolo calcareo con vene argillose che scendono con un’ottima pendenza verso la Jalle de Breuil che separa Cos da Lafitte, cioè Saint Estephe da Pauillac. Dietro il chateau troviamo una serie di croupes ( crinali) bordati dal vallon de la Plagne dove si mischiano parcelle ghiaiose con altre argillo/calcaree. Le acque hanno un drenaggio naturale mentre il sottosuolo mantiene un’umidità naturale costante, molto favorevole ad ottime maturazioni e chiave di volta nella freschezza dei vini.
VITIGNI
Il chateau conta oggi 91 ettari, con 15 ettari acquistati dall’ultimo proprietario con diverse parcelle di vecchie vigne. I vitigni sono i classici bordolesi: Cabernet Sauvignon 55%, Merlot 41%, Cabernet Franc 2%, con piccoli appezzamenti di Petit Verdot. Il Merlot ha guadagnato spazio nell’assemblaggio originale. Dal 2000 si sono dati una svolta a livello viticolo: primo abbassare la “forza” delle viti, con una densità di 8000/10.000 piedi per ettaro con vegetazione naturale lasciata tra i ranghi delle vigne. Le parcelle che originariamente producevano il Grand Vin, sono state tutte riconsiderate amputandole del 15% in modo da mantenere il cuore qualitativo. L’età media delle viti è di 35 anni e solamente quelle con più di 20 anni partecipano al grand vin. Inoltre i vari vignerons che coltivano il vigneto sono responsabili delle loro parcelle, in genere 45.000 piedi, e partecipano attivamente alla vinificazione.
visione della cantina
VINIFICAZIONE
Tutto a Cos funziona per gravità, evitando ogni azione di pompaggio tecnico. L’uba arriva in cantina e subito sono posizionate su un nastro meccanico vibrante dove 12 persone scelgono le uve , con una temperatura di 5/7° C per stabilizzarle prima della fermentazione. La fermentazione avviene ad una temperatura di 28°C; la fermentazione malolattica avviene sempre in vasca. Dopodiché il vino è messo in legno nuovo al 70%, per il grand vin, con un invecchiamento da 14 a 15 mesi. il secondo vino, Les Pagodes de Cos, è invecchiato per 11 mesi con una proporzione inferiore di legno nuovo.
vasche troncoconiche di vinificazione
STILE VINO
Il vino colpisce immediatamente per il suo aspetto vellutato che non esclude l’attitudine ai lunghi invecchiamenti. Dopo il lavoro in vigna e cantina, il vino ha guadagnato nel frutto, ora molto preciso e schietto, e in profondità di sapori. l’ottima qualità del terroir sta prendendo il sopravvento con qualità fenoliche molto importanti con una freschezza e una tensione naturali che danno al vino una qualità superiore. Il legno si fonde bene e lascia parlare il vino con uno stile dove densità e soavità si giocano la prima linea. I vini sono diventati più raffinati, grazie all’aumento della percentuale di merlot nell’assemblaggio