Del resto anche il Pd, da sempre avversario politico dei berlusconiani, ora si ritrova ad esserne alleato e certamente è immaginabile, per quanto difficile da concepire a rigor di logica, una sorta di “tifo” per una sentenza benevola nei confronti di Silvio per un semplice fatto di sopravvivenza del governo retto anche dal Pd. Il punto è proprio questo: il governo del (non) fare, questo governicchio inutile e dannoso che mette insieme tutto il peggio della politica italiana, potrebbe dissolversi in una mirabolante esplosione qualora la Cassazione condannasse Berlusconi. Conseguenze vi sarebbero anche a più livelli nelle istituzioni, a cominciare proprio da quel Presidente della Repubblica voluto da questo ibrido informe che è l’attuale maggioranza e che ne copra sostanzialmente l’operato.
E se la sentenza fosse favorevole? Ovviamente il governo avrebbe un po’ di sollievo, in attesa che vengano definite le altre (tante) pendenze giudiziarie di Berlusconi. Ma potrebbe il Pd festeggiare per questo? Come potrebbe il maggior partito (o sedicente tale) della sinistra italiana spiegare agli elettori l’atteggiamento conservativo e servile fin qui tenuto nei confronti del suo tradizionale antagonista? E l’opposizione? Probabilmente insorgerebbe contro una sentenza ritenuta politica ma dal lato opposto della definizione fin qui usata. Immaginiamo le battaglie che potrebbero ingaggiare il Movimento 5 Stelle e SEL in proposito. Immaginiamo anche la sensazione di imbroglio totale che avrebbero gli elettori. Che forse, tutto sommato, sarebbero gli unici a non muovere nulla. Del resto gli Italiani sono immobili per definizione.
Luca Craia