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Che ansia! (Albert Ellis, Erickson)

Creato il 20 dicembre 2013 da Serenagobbo @SerenaGobbo

Che ansia! (Albert Ellis, Erickson)

Non mi considero più una persona ansiosa. Lo sono stata, nei periodi acquei dell’adolescenza, ma adesso ne soffro molto meno: mi capita per lo più al lavoro, nei periodi di iperattività (come quelli appena trascorsi, alle porte delle vacanze natalizie), oppure quando qualcuno mi pone davanti ad impegni che non ho voglia di affrontare.
La soluzione che adotto più spesso è: facciamolo e non pensiamoci più.
Ma non è sempre possibile, ci sono tempi sociali da rispettare, a volte, e finché non si arriva alla scadenza, l’ansia alza la testina.

Ecco che un libro come questo di Ellis può essere utile. Manuale: termine perfetto. Questo è il problema, ti dice Ellis, e queste sono le soluzioni che puoi (devi) provare.

Mi è rimasto impresso il capitolo sull’umorismo: c’hai l’ansia? Mettila in musica, prenditi in giro, ruba le sigle o le canzoni che ti occupano la testa mentre cucini o guidi, e riempile di frasi come queste:
“Vado pazzo per la preoccupazione, e la preoccupazione va pazza per me! Siamo la coppia perfetta per una vita mesta, e piena zeppa di ansie!”
A leggerla non dice niente, ma adattatela alle musiche giuste, o inventatene di orecchiabili.

Scendendo su un piano più personale, mi rendo conto che le mie ansie sono quasi sempre di natura sociale. Anche sul lavoro: non mi preoccupa il lavoro, ma il fatto di dover chiedere questo a quel collega, o di informare Tizio di un intoppo. E anche per questo Ellis alla fine del libro pone dei vademecum, delle massime, concise ed efficaci:

“Non sono tenuto a essere socievole, a preoccuparmi degli altri e ad aiutarli, ma posso provare molto piacere nel farlo e arricchire i miei interessi e la mia felicità. (…)
Non ho grandi facoltà per indurre le altre persone a cambiare profondamente, ma ho senz’altro la capacità di accettare le persone per come sono e posso scegliere di usarla: così potrò amare e mantenere le mie relazioni con gli altri nonostante quelli che considero errori da parte loro.”
Ecco, a me basterebbero queste due…

E voi, che ansie avete?



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