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Che bel Panorama!

Creato il 28 aprile 2011 da Casarrubea

Che bel Panorama!

Pollo d'allevamento

Caspita che botta! E chi se l’aspettava? Misteri, pallottole, pistole fumanti, banditi colti con le mani nel sacco, foto vere e false, finzione e realtà. Cadaveri eccellenti e morti finti. Un Far West in salsa siciliana, insomma, dove mancano solo Sandokan, Topo Gigio e Maradona. E chi ha dormito sonni tranquilli dopo aver letto e riletto “Il mistero buffo delle foto sulla morte del bandito Giuliano” del prode Giacomo Amadori? (“Panorama”, 28 aprile 2011, pp. 123-124)

Un  Marlowe della carta stampata che finalmente ha svelato al popolo italiano un giallo appassionante lungo sessant’anni. Con tutti i suoi retroscena. Nessuno c’era mai riuscito. Altro che Besozzi, Adelfi e Trionfera, giornalisti a cinque stelle del dopoguerra! Ora il Pulitzer non glielo leva più nessuno. E chissà che non sia l’inizio di una nuova, luminosa carriera per il brillante caposervizio del patinato settimanale berlusconiano.

Le conseguenze devastanti del mirabile articolo si intravedono già all’orizzonte. A cominciare da chi scrive. Non abbiamo più scelte: dobbiamo cambiare mestiere e gettare alle ortiche quindici anni di studi sulla vera storia del terrorista nero Salvatore Giuliano. Che senso hanno ormai le ricerche che abbiamo compiuto nelle cancellerie di mezza Italia? O tra gli scaffali del Foreign Office, del Dipartimento di Stato e dell’Intelligence Service a Washington e a Londra? Tutto tempo sprecato. Come nel saporito racconto di un siciliano doc come Vitaliano Brancati, “Gli anni perduti”. Se avessimo avuto anche un minimo sentore dello tsunami che stava per abbattersi sui nostri poveri corpi indifesi, ci saremmo rivolti supplicanti a questo novello Cronkite dell’informazione italica, chiedendogli pietà per la nostra ignoranza atavica e terrona. In una parola, da paria della terra. Un regale gesto di benevolenza sarebbe stato sufficiente a metterci il cuore in pace. Come fa il suo gioviale omonimo nel carosello televisivo su polli e affini, quando persuasivo e sorridente pronuncia la formula magica tra le più famosa della pubblicità nostrana: “Parola di Francesco Amadori”.

Che bel Panorama!

Parola di Francesco Amadori

Ma non siamo solo noi, umili cafoni, ad avere sbattuto il grugno nella polvere. Non se la passano meglio i magistrati del pool di Palermo che sulle strane sorti del bandito siciliano hanno ripreso a indagare l’estate scorsa. C’è chi dice addirittura di avere intravisto Antonio Ingroia, sostituto Procuratore della Repubblica, aggirarsi come un fantasma dantesco per i corridoi marmorei del Palazzo di Giustizia di Palermo. Tra le mani, una copia di “Panorama”. Alle sue spalle, i quattro Pm che investigano anch’essi sul misterioso caso della scomparsa di Turiddu. Spettri dell’Ade nel cuore di Palermo, inseguiti dal Frankenstein di Montelepre, ansimante e assetato di vendetta. Questo zombi non perdona. Chi ha osato disturbare il suo sonno transilvanico?

Traumatizzato dalle sconcertanti rivelazioni del settimanale è infine il professore Alberto Bellocco, perito medico legale di fama nazionale. Non sa più che pesci pigliare e le sue notti sono popolate da incubi senza fine. Ma chi gliel’ha fatto fare di scrivere, dieci anni orsono, un report scientifico che metteva nero su bianco dubbi e interrogativi su quel corpo ritratto nelle foto del 5 luglio 1950 a Castelvetrano? La sua penitenza sarà lunga e dolorosa. Non gli resta che rassegnarsi, armarsi di santa pazienza e ripensare ai suoi errori imperdonabili, tra un rosario e l’altro. La scienza medica forense gliene sarà grata.

Amadori docet: meno male che “Panorama” c’è.

Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino


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