Magazine Diario personale

Che bella la pioggia di quel quindici settembre!

Da Gattolona1964

 

Penso sia molto bello e stimolante gestire un blog, o salotto “bene” di chiacchiere virtuali. A prescindere dai risultati che si ottengono con le visite,
i commenti,(sempre graditissimi e costruttivi!) gli iscritti, pochi o
tanti che siano, non importa, sono felice di aver trascorso tredici
mesi in compagnia di questo strumento per me, sino all’anno
scorso,completamente sconosciuto. Anche ora, in camicina da notte
(suvvia è ancora estate!), tolto il mio grembiule da cucina e
rassettata la cucina alla bell’ e meglio, mi è impossibile non darvi
la buonanotte scrivendo. E’ più forte di me, mi mette serenità ed
allegria, scrivere le parole che penso e che riesco a comunicare con
questo mezzo che è la scrittura, do corpo alle mie sensazioni e
riflessioni, cercando di farle arrivare a chi. Forse, mi leggerà. In
un giorno di fine estate, come non pensare all’estate appena
trascorsa, ai bikini già riposti nel comò, alle creme solari,
all’abbronzatura che ancora colora la nostra pelle. In tanti avranno
potuto godere del riposo marittimo o montano? La crisi sempre
maggiore, dappertutto ed in tutti i settori, sappiamo che ha
costretto molti italiani, a rinunciare alle ferie via da casa. Chi ha
avuto la fortuna di “evadere” anche solo per pochissimi giorni, è
riuscito a rimanere accanto ai figli piccoli e grandi, seguendoli
nella loro crescita e nei loro problemi, nelle loro richieste e nelle
aspettative che hanno e che diventano, come è logico che sia, ogni
giorno maggiori. Che cosa ci porteremo dentro, di questi tre mesi
appena trascorsi, cosa rimarrà di bello e salubre, oltre all’aver
appreso delle solite guerre politiche e reali, delle solite
carneficine o altri disastri? Vorrei che ognuno di noi, pensasse ai
momenti più belli e gioiosi che ha trascorso durante questa
complicata estate e li fissasse su di un quaderno, svolgendo, ognuno
a modo proprio un piccolo tema dal titolo: “Come ho trascorso le mie
vacanze?” Oggi è stata una giornata tipicamente pre- autunnale, con
tanta pioggia ed umidità, mentre in giro c’è ancora pieno di sagre,
feste, mercati e mercatini, ed al Sud, guardando il telegiornale, ci
sono persone che si abbronzano ancora. Domani sarà anche il primo
giorno di scuola per tanti bambini, la mia compresa e anche se ha
solo otto anni, questa sera a cena e prima di addormentarsi era molto
tesa e nervosa, l’ho dovuta tranquillizzare più volte, adottando un
antico rimedio, tramandato da mia nonna a mia madre e da lei a me,
sempre utile ed efficace: abbiamo recitato insieme le Preghiere e
lei, si è finalmente addormentata, con i pugni delle mani, stretti
e all’insù. Posizione tipicamente neonatale, che fa capire ai
genitori che il bambino è al massimo della serenità e dorme, sereno
e tranquillo. Anche noi adulti, veniamo in continuazione messi alla
prova con situazioni nuove, anche se già percorse in altre strade,
ed ogni volta è come fosse la prima volta, ogni inizio e
ricominciare daccapo, mette sempre un poco di ansia e di
preoccupazione, poi passa, credo sia normale. Mi chiedo se ognuno di
noi, riuscirà a mantenere i buoni propositi, che di solito si fanno
in vista dell’inizio dell’autunno: da lunedì mi metto a dieta,
martedì inizio quel corso di yoga che non ho mai fatto, prometto che
andrò più spesso a trovare le mie amiche, farò quella telefonata
impegnativa che non ho ancora fatto. Lunedì vado ad iscrivermi
all’università, oggi mantengo l’impegno che ho preso con gli anziani
ammalati e non mi tiro indietro. Ho deciso, e non cambio idea per
niente al mondo! di andare ad abitare da solo e provo a maturare.. e
tanti altri obiettivi dei quali ci carichiamo, auto flagellandoci
moralmente, se come logica conseguenza non riusciamo a mantenerli. In
moltissimi casi se ne portiamo a termine uno solo, è già una grande
vittoria! Forse in giornate come questa, ci immaginiamo già
l’inverno vero, andiamo a prendere un piccolo pannetto nell’armadio e
ce lo avvolgiamo attorno, mettendoci sul divano, rannicchiate in
posizione fetale, ricercando quel calore umano rassicurante e
protettivo, che forse, qualcuno di noi non ha mai ricevuto.
Immaginando le piogge vere che arriveranno, le nebbie che si tagliano
con il coltello, della nostra Pianura Padana, il lungo e nevoso
inverno che ci attende, un groppo alla gola ci prende, anche se oggi
è solo il quindici settembre. Leggendo il quotidiano al bar stamane,
scopro con dolore di un’altra morte, un altro volto noto è mancato a
soli cinquant’anni, lasciando una figlio diversamente abile ed una
moglie. Era un mio caro compagno di classe delle Scuole Elementari e
Medie della mai vecchia e mai dimenticata Rivalta. Era il più
tremendo e impegnativo della classe, ma le maestre lo amavano
ugualmente, dimostrava con i capricci e la disobbedienza più totale
il suo enorme bisogno d’affetto e di cure. Qualcuno con noi,
nell’inverno che arriverà non sarà con noi, seduto su quel divano,
a guardare la luce della stufa o del caminetto e ad ascoltare la
legna che scoppietta felice. Invece, tante persone per fortuna sono
ancora qui con noi, sono pronte ad ascoltarci e ad amarci, anche se
non lo meritiamo. Prendiamole vicine sotto quel panno morbido e
abbracciamole strette strette, “coviamoci” e raccontiamoci ciò
che di bello e di dolce, è rimasto nel nostro cuore, dopo questa
impegnativa, diversa, stancante, triste ma piena di
insegnamenti Estate 2013. E’ stata la mia un’estate dove ho imparato che cosa vuole vivere e soffrire, rispettare ed amare, prendere un impegno e portarlo a termine. Cosa che purtroppo non tutti sono ancora capaci. Impariamolo con umiltà, da chi lo ha già fatto prima di noi.

Sempre Vostra.

Italiano: Val padana

Italiano: Val padana (Photo credit: Wikipedia)



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