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Che confusione…

Creato il 25 maggio 2011 da Lamagadioz

Ragazzi…sono un po’ confusa. Vi chiedo innanzitutto scusa se non scrivo molto spesso come un tempo, ma il lavoro mi sta massacrando. Sono contenta perché mi piace quello che faccio, ma mi impegno forse un po’ troppo e quando arrivo a casa la sera (dopo aver avuto pure il coraggio di andare in palestra) mangio un boccone e mi infilo a letto esanime…mi direte, ma che caspita di vita fai? Non è male tutto sommato, anzi non è male per niente…solo che mi toglie il tempo per fare la cosa che amo di più: scrivere!

Anyway…sono le cinque del pomeriggio, ho finito quello che dovevo fare quindi, anche se sono ancora sul lavoro, scrivo sul blog. Sacrilegio!! No…che me frega…col mazzo che mi faccio non penso proprio… ;-D Dunque, dicevo, sono confusa. Non cominciate a sorridere, non intendo tornare in Australia o e non ho cambiato idea sull’Italia…anzi, fatemi sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento al riguardo.

La settimana scorsa, (li mortacci a me quando mi è venuto in mente di esternare il pensiero su Facebook…diabolico Facebook..bisogna stare attenti perché ti infili in casini che neanche ti immagini se dici la cosa sbagliate…) ho avuto un momento, come dire, di abbandono estemporaneo. Erano giorni che non facevo altro che sentire stronz…in tv..gente che urla, si insulta..solita roba, certo, ma diciamo che il clima delle elezioni amministrative (leggi: politiche, ormai ogni cosa è politica…scegliere i palinsesti, intervistare, pubblicare articoli, organizzare conferenze stampa…ma persino fare le cose di tutti i giorni, come scegliere se comprare un libro alla Mondadori o alla Feltrinelli…ormai tutta la nostra vita è intrisa di politica da fare schifo)…ecco, diciamo che in questa atmosfera un po’ esacerbata, mi è partito l’embolo australiano.

Il mio amico embolo australiano, che ho deciso di soprannominare Ebby.

Ebby ogni tanto parte e mi viene a trovare. O meglio, è sempre nella mia testa. Gli emboli, lo sappiamo, sono dei corpi estranei presenti nel sangue, come coaguli o bolle d’aria. E possono fare male, molto male. Il mio Ebby non fa male, ma ogni tanto parte e mi devasta la testa. Mi inonda di insicurezze, mi dice che era meglio se me ne stavo con i canguri
e i koala perché qui ci sono solo maiali e ballerine, che era meglio fare la cameriera e guadagnare di più di quanto nonp renda adesso facendo la signora del marketing…che l’Australia è più bella, più vivibile, meno corrotta, è in culo ai lupi (grande vantaggio) e, in poche parole, è una figata pazzesca….

Ebby mi devasta con questi pensieri. E io rimango impotente finché non se ne va. Perché Ebby va sempre via. E’ solo un embolo, un frammento della mia vita passata che ancora circola dentro di me, gira e gira per ricordarmi la mia esperienza aussie.…selezionando solo i ricordi più belli. Ci pensa il cuore a risolvere tutto. Medicalmente non avviene così con gli emboli veri, ma mi piace pensare che sia lui che a un certo punto pompa così forte da scacciare via Ebby e da scioglierlo temporaneamente.

Lo scioglie nella mia testa perché, il mio caro amico cuore, quello che ha patito e gioito con me laggiù, tra i koala e i canguri, mi fa vedere il brutto e il bello, fa riaffiorare anche i ricordi non proprio positivi e i motivi che mi hanno spinto a tornare a casa e di cui vi ho già abbondantemente parlato. L’ultima volta in cui Ebby è passato a trovarmi, ho commesso l’errore di scrivere sul Libro delle Facce (mai nome fu più azzeccato) il mio pensiero estemporaneo, stupido e infantile: Angelica tornerebbe volentieri in Australia…

Nel momento in cui l’ho scritto, Ebby si era già sciolto. Ma i commenti sono arrivati istantaneamente, non potevo cancellare il post. E io mi ero già pentita di quel pensiero. Non fraintendetemi, l’Australia mi manca, alle volte ci torno con il pensiero…alle volte vorrei essere lì giusto per staccare la spina e poi tornare indietro. Perché nonostante i mille difetti di questa nostra cara Italia, io sono ogni giorno più convinta della scelta che ho fatto. Se poi ogni tanto Ebby passa a trovarmi, se ogni tanto vago col pensiero a Sydney, penso sia perfettamente normale.

Ma non c’è niente che mi farebbe tornare indietro, adesso. Anzi, ci sono validi motivi per rimanere, in realtà.

Motivi, obiettivi, persone.

Il motivo principale è che amo il mio paese incommensurabilmente.

Gli obiettivi sono tanti, dal semplice riuscire a vivere dignitosamente nel mio paese a fare qualcosa per cambiarlo, questo paese.

E poi ci sono le persone.

In Australia ero sola. Avevo qualche amica, certo, ma tra impegni di lavoro, distanza e casini vari, passavo le mie giornate spesso da sola. Qui ho la mia famiglia. Ho amiche che posso vedere con più frequenza.

E qualcuno magari ha già notato che sul famoso Libro delle Facce ho cambiato la mia situazione sentimentale.. Ebbene sì, la Maga ha il ragazzo……che storia, eh?? E chi l’avrebbe mai detto? I miracoli avvengono!

:-D
Dopo lungo e a tratti insistente periodo di “singleraggio” assiduo…alla fine ce l’ho fatta.
:-D

Spero che il mio lui non legga questo post…ma diciamo che lo sto scrivendo anche per lui. Per scusarmi.

Perché non deve essere bello leggere una frase del genere sul profilo della tua ragazza. Non è bello alzarsi al mattino tutto carico perché non vedi l’ora di vederla…e leggere che lei, invece, vorrebbe andarsene in Australia! Ho combinato un bel casino, in buona sostanza.

Colpa di Ebby, gliel’ho detto, ma non ci ha tanto creduto

:-D

Io, semmai, in Australia ci torno con lui…

:-D

Bene. Sgombrato il campo da ogni dubbio sulla mia permanenza in terra italica, veniamo al punto del post. No, non era la frase su Facebook il punto, ma solo l’inizio…lo so, scrivo raramente ma quando scrivo sono un fiume…

:-D
Il punto è che continuo a ricevere commenti e e-mail a dir poco contrastanti: chi mi dice che non vede l’ora di andarsene e chi mi dice che chi se ne vuole andare non ha capito nulla perché qui si sta troppo bene!!!

O, dico io, ma viviamo tutti nello stesso paese? E’ possibile?

Voglio dire….avete visto il casino di Zapatero in Spagna? I ragazzi mi sembravano abbastanza uniti nella loro protesta….ma qui, ma com’è che in questo lembo di terra a forma di stivale siamo sempre divisi su tutto e su tutti? Anche tra i giovani c’è chi, con le pezze al c…o meno, vorrebbe scappare e chi invece vuole rimanere. Sento gente che, a parità di condizioni economiche, elogia o insulta questa nazione. Gente che vuole scappare, gente che vuole rimanere e critica chi scappa.

Non siamo uniti neanche nelle lamentele! Ma vi sembra normale?

A chi mi scrive io spesso non so cosa rispondere. Io non posso schierarmi da nessuna parte. Chi parte secondo me fa bene perché è l’esperienza in se stessa che va fatta, al di là se questa ti porterà dall’altra parte del mondo definitivamente o no. Chi rimane perché in questo paese ci crede, o perché non è convinto che da altre parti sia meglio pur lamentasi dello stato italiano, ha comunque la mia comprensione perché, sotto sotto, ha ragione.

Insomma, sono confusa.

Vorrei dare una risposta giusta per tutti, ma non mi è possibile. Vorrei dire a chi rimane che è giusto combattere, ma sono contenta anche per chi parte.

Sento che la disoccupazione giovanile ha raggiunto cifre record ma io continuo a leggere annunci di lavoro ogni giorno. Centinaia di annunci di lavoro. Constatazione banale forse, ma come la spieghiamo?

Una delle famose e-mail che ho ricevuto ribadiva questo concetto: se sei disperato, il lavoro lo trovi in un attimo perché c’è una grande offerta…e di certo non ti metti a guardare il tipo di lavoro se hai bisogno di soldi. Bene. Ma io rispondo: e quei ragazzi che hanno studiato anni e si ritrovano a fare gli spazzini? Certo, hanno un lavoro.

E quindi? Devono smettere di lamentarsi per questo? Non penso proprio.

Non bisogna accontentarsi, mai. Soprattutto con il mazzo che ci siamo fatti. Ma, e qui introduco il prossimo post che scriverò tra breve perché questo è troppo lungo e finisce che mi insultate….dicevo, è la logica del mercato del lavoro che deve cambiare. Ci sono professioni che sono sature, stragettonate e poco richieste. Troppa offerta rispetto alla domanda. Oltre agli stipendi da fame, occorre ripensare al sistema lavoro e al mercato lavoro nel suo insieme e lo stato dovrebbe impegnarsi a formare per professioni che davvero servono, non solo per quelle più fighe.

Tornassi indietro, non farei la giornalista. O, meglio, la farei a tempo perso, non come professione. Ho studiato tanto, ho fatto l’esame di stato, posso tirarmela da giornalista professionista…per cosa? Fare la freelance a dieci euro a pezzo? Di giornalisti ce ne sono troppi e alla qualità non fa più caso nessuno (mi riferisco alla qualità dell’informaizone italiana….che fa pena….) tornassi indietro mi butterei sul turismo, per intenderci. O mi inventerei una nuova professione.

Vi butto li queste riflessioni perché mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Io scriverei delle ore, ma mi rendo conto che non avete tempo da perdere a leggere i miei post che più che post sembrano capitoli di un libro!

In poche parole (ahahah che battuta) mi sento confusa. Da voi. Non percepisco un coro unanime di proteste o di apprezzamento, sento solo voci singole che si lamentano o gioiscono. E quindi, in buona sostanza, ancora non ho capito se questo paese sia in coma irreversibile o se esiste la luce in fondo al tunnel. Dovete dirmelo voi se questa luce esiste.

Io, comunque, continuo a vederla.

La Maga che se ne sta in Italia

:-D


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