Rappresenta, in modo sintetico, l’ammontare delle risorse generate dall’attività dell’impresa e ne approssima il livello di autofinanziamento potenziale raggiungibile attraverso la ritenzione degli utili netti; da questo punto di vista esprime il tasso di sviluppo degli investimenti sostenibile senza modificare il coefficiente di indebitamento, eccetto i dividendi o le altre variazioni del capitale proprio. Nello specifico il ROE dovrà necessariamente essere superiore al tasso “risk free”, altrimenti la gestione non avrà risultati apprezzabili sull’incremento di valore dell’impresa.
E’ abbastanza intuitivo che per un investitore non avrebbe senso investire i propri capitali in imprese che producono un rendimento inferiore a quello dei titoli di Stato a media/lunga scadenza.
Ricorda:
E' opportuno che il ROE sia superiore al costo del capitale proprio,
L'equity è composto da vari fattori (Risk Free + (Beta x sovra-rendimento di mercato).
La mission del ROE
Il ROE è un indicatore sintetico importante in quanto rappresenta un metodo facile e rapido per confrontare aziende e soprattutto valutare l’operato e la capacità di creare valore per gli azionisti da parte del management. Infine il valore del ROE, se elevato, influenza positivamente la capacità dell’impresa di reperire nuove risorse a titolo di capitale proprio, per cui non può che essere considerato positivamente ai fini della nostra analisi.
Il modello DUPONT
Obiettivi
Il modello mira ad approfondire il concetto di ROE e in particolare la relazione che lo lega ad altri due indicatori di redditività, il ROI (Return on Investments) ed il ROS (Return on Sales) e soprattutto al cosiddetto “effetto leva”, che peraltro con la crisi attuale, è diventato molto di moda come espressione. Innanzitutto scomponiamo il ROE in modo da comprendere quali altri fattori lo influenzano:
In questo modo si può osservare come il ROE sia influenzato principalmente da tre fattori:
1) L’efficienza nell’utilizzo delle Attività totali, misurata dal cosiddetto “asset turnover”, ovvero il rapporto tra Ricavi e Totale delle Attività (primo membro nella formula sopra riportata);
2) L’effetto leva o “leverage” dato dal rapporto tra Attività Totali e Patrimonio Netto (secondo membro nella formula);
3) L’efficienza dei margini, misurata dal “Profit Margin”, che nella formula riportata rappresenta l’ultimo membro.
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